Corriere dello Sport

Il ruggito di Larissa «Persi 10 anni di vita»

La Iapichino in finale solo all’ultimo tentativo: 6.70, seconda misura Nel salto decisivo ha lasciato appena 1,2 cm in battuta! Coach Cecconi: «Ha grinta da vendere»

- Di Franco Fava

«Quell’ultimo salto mi è costato dieci anni di vita. Ma io sono un animale da gara: ho lottato con le unghie e i denti per acciuffare la finale». La qualificaz­ione di Larissa Iapichino è da brividi. E non solo per lei. Si va in finale con 6.70, misura che la 18enne figlia d’arte ha superato in tutte le uscite della stagione, prima di atterrare a 6.91 agli Assoluti di Ancona. Ma per dirla con le sue parole: «Mai dare tutto per scontato. Anche la navigata Mhiambo ha avuto problemi, non volete che li abbia io che ho solo 18 anni?».

Tre salti a disposizio­ne, ma dopo i primi due l’azzurrina non va oltre i 6.42. Colpa anche della pedana. Intanto però Laura Strati ipoteca subito la finale con 6.58, che le vale la terza piazza nella classifica parziale. Resta un solo tentativo. In pedana Larissa non è più il cucciolo tra le leonesse (copyright del d.t. La Torre), ma si fa leonessa lei stessa. Allunga la rincorsa per evitare di tagliare gli ultimi passi e stacca con una precisione da astronauta nella fase di aggancio: regala all’asse solo 1.2 centimetri. Mantiene alta la velocità di ingresso e vola via leggera per ricadere sulla linea di 6.70 che vale la finale.

«Dopo il primo salto ero sconvolta, non riuscivo a staccare, andavo troppo sotto. Così abbiamo deciso di partire qualche centimetro prima e ci ho messo tutta la concentraz­ione che potevo. Non poteva finire così: quando voglio una cosa so come lottare». Tenacia, determinaz­ione e spiccata capacità di correggere l’azione tecnica in un baleno, sono le doti che fanno di Larissa già una campioness­a navigata. «La grinta difficilme­nte si può insegnare e lei ce l’ha da vendere - commenta il suo allenatore Gianni Cecconi – Tecnicamen­te le do 6, la sufficienz­a. Ma per carattere si merita un 10 pieno». Rispetto al 6.91 di un paio di settimane fa, col quale ha eguagliato il record indoor di mamma Fiona, Cecconi non ha dubbi: «E’ cresciuta ancora».

TENEREZZA. Prima dell’ultimo salto Larissa non si è fatta sopraffare dalla paura di fallire. «Ma quando l’ho chiamata - confessa il neo presidente Fidal, Stefano Mei - mi ha fatto tenerezza, il tono era quello di una bambina: è stata bravissima». Spalti deserti, tifo zero. «Ma c’erano i compagni di squadra a farmi coraggio - dice lei - Le urla del capitano (Tamberi; ndr) erano da brividi». Mamma Fiona e papà Gianni l’hanno seguita in tv da Firenze: «Anche mamma mi ha detto che le ho fatto perdere dieci anni di vita, mentre papà è stato più razionale, con qualche critica».

Stasera, nella finale a otto e con sei salti a disposizio­ne, Larissa può diventare la più giovane campioness­a europea indoor della specialità e ripetere dopo 23 anni il trionfo di mamma Fiona, che a Valencia vinse l’oro continenta­le proprio con 6.91. Dovrà vedersela con la svedese Sagnia, che all’ultimo volo ieri è atterrata a 6.78. Poi ci sono

l’ucraina Bekh-Romanchuk (6.66) e soprattutt­o la campioness­a iridata, la tedesca Mihambo. Anche lei è dovuta ricorrere all’ultimo tentativo: le è stato sufficient­e 6.58, la stessa misura della Strati. Nel gioco delle medaglie c’è anche la veterana vicentina.

BOCCHI E TROST OK. La finale è stata raggiunta, con un primo balzo di 16.40, anche da Tobia Bocchi nel triplo: il carabinier­e con la palla ovale nel sangue (il nonno Silvio è stato un pioniere della Rugby Parma) si è classifica­to quinto nella qualificaz­ione che ha visto solo il portoghese Pichardo oltre i 17 metri (17.03). Rivede la finale dell’alto anche Alessia Trost (1.91). Bene il terzetto rosa degli 800: promosse alle semifinali di oggi Elena Bellò, Irene Baldessari ed Eleonora Vandi. Sulla stessa distanza a segno Simone Barontini con 1’48”78. Dopo aver superato l’esame batterie nei 400, Vladimir Aceti (46”82) non ha passato lo scoglio semifinali nonostante il personale di 46”55. Stessa sorte per Rebecca Borga dopo il 52”76 in batteria. Nel peso fuori Leo Fabbri, in ritardo di forma dopo il Covid.

Scintille nella finale dei 1500. Con una gara tiratissim­a il norvegese Jakob Ingebrigst­en (21 anni) stronca il polacco Lewandowsk­i (34), ma poi è squalifica­to per aver scavalcato il cordolo.

Passa anche la Strati Bene Trost nell’alto e Bocchi nel triplo Fabbri paga il Covid

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GETTY IMAGES L’esordiente Larissa Iapichino, 18 anni, in azione ieri a Torun
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