Inzaghi: Un ko che fa male Avevamo la gara in pugno
Tutta l’amarezza del tecnico, alla terza sconfitta in trasferta consecutiva «Abbiamo comandato a lungo ma contro una Juve in difficoltà sono stati commessi errori decisivi Lotteremo per restare in Europa»
Remake di partite, errori, sconfitte (terza di fila in trasferta) e interviste. Cambia la scenografia dei film e dei messaggi, non la sostanza. I ritornelli di Inzaghi sono diventati stonati: «Non dobbiamo mollare, dobbiamo credere in quello che facciamo. Recupereremo dei giocatori, c’è fiducia, mancano ancora tante partite. Dipende da noi, dalla nostra voglia». Il tempo sta scadendo, anche i bonus. La Lazio e il suo allenatore non sanno uscire dalla crisi, commettono e pagano errori iniziali e ripetuti, le conseguenze sono pesantissime. Simone aveva presentato Juve-Lazio come una partita decisiva, la sconfitta di ieri è un inizio di resa: «Chiaramente siamo in ritardo - ha ammesso il tecnico - ma ci sono tante partite da giocare. Avevamo fatto una ricorsa importante, nel momento decisivo ci sono mancati uomini pesanti e questo ci ha condizionato un po’. Siamo contati, abbiamo provato soluzioni nuove. La squadra è forte, deve andare avanti nonostante tutto». Inzaghi, raccolto attorno alle rovine ancora calde della Lazio, ha provato a giustificare l’ingiustificabile rivendicando meriti un po’ esagerati. I suoi si sono spenti dopo 30 minuti: «E’ difficile commentare un 3-1 per quello che si è visto in campo, ma dobbiamo fare di più, evidentemente non basta ciò che facciamo. E’ una sconfitta che fa male, sull’10 abbiamo tenuto il campo molto bene, sull’ 1-1 abbiamo colpito quella traversa clamorosa, purtroppo abbiamo compromesso la partita prendendo un gol in casa della Juve in ripartenza e il rigore era evitabile. Tutte e tre le reti erano evitabili. Bisogna ripartire da questa prestazione, avremmo meritato molto di più, abbiamo comandato gran parte della partita».
L’ANALISI. Simone ha commentato il doppio cambio Patric-Escalante, entrati nell’azione del secondo gol: «Indipendentemente dal secondo gol mi fa arrabbiare il primo. Al 37' del primo tempo eravamo arrivati senza tiri loro. Abbiamo provato la pressione alta, abbiamo preso un gol su tiro-cross di Rabiot, la palla si è infilata in porta. Avremmo potuto raddoppiare, avevamo la partita in mano. Serviva la partita perfetta, quando abbiamo vinto a Torino l’abbiamo fatta. E’ stata una buona gara con troppi errori, nonostante una Juve in difficoltà con qualche errore non vinci. Non ti perdonano». Più che un tiro-cross, ad onor del vero, il gol di Rabiot è stato un bolide sotto la traversa. Simone, dettaglio a parte, ha difeso le mosse di mercato della società, ma nei fatti il turnover viene sfruttato pochissimo: «Quest’anno la squadra è ben costruita - ha aggiunto Inzaghi - ho poco da dire. Nel momento migliore, questo è il problema, ci sono mancati Luiz Felipe e Radu. Uno te lo puoi permettere, due no». Il tecnico insiste: «Dobbiamo guardare al domani, alle prossime 12 partite, sapendo che siamo in ritardo».
L’OBIETTIVO. La Champions sta svanendo: «Vogliamo giocarcela con tutte le nostre forze, ci sono punti pesanti a disposizione. Giocando così, e limitando gli errori, torneremo a vincere. La squadra ha sviluppato un ottimo gioco, concedendo pochissimo. Il loro primo tiro è nato da un nostro errore, poi abbiamo preso un contropiede 8 contro 3. Il rigore? Ramsey era in posizione defilata, non dovevamo fare fallo». Simone stavolta non ha pronunciato la parola Champions, ha parlato di Europa senza specificare la competizione per cui si dovrà lottare nelle ultime 12 partite. Lapsus o segnale? «Il nostro obiettivo è rimanere in Europa, ci proveremo in tutti i modi. Dovevamo essere più intensi sul gol di Rabiot, non dovevamo concedere il pareggio. Prendere gol dopo un minuto e passa dalla traversa di Milinkovic ha indirizzato la partita». Ogni ritornello è una cantilena.
«Assenze importanti, ma una squadra forte si vede nei momenti di difficoltà»