Corriere dello Sport

Napoli, con De Laurentiis Dna europeo da undici anni

CHAMPIONS O EUROPA LEAGUE, AZZURRI SEMPRE PRESENTI Visibilità e introiti continenta­li patrimonio da non disperdere

- Di Antonio Giordano

All’inizio fu Borås e nessuno avrebbe potuto immaginare che in quella notte tempestosa, perché Quagliarel­la era appena stato ceduto alla Juventus, in realtà stava per cominciare un (gran) bel lungo viaggio: perché per undici anni, girando in Europa, ci si possono concedere tanti lussi e anche un pizzico di normalità. C’è stato un’epoca, neanche tanto tempo che fa, che in questi tour organizzat­i da se stesso, al Napoli non sfuggisse di accomodars­i nella architettu­ra moderna più attraente o nella storia mai impolverat­a: e proprio adesso che il confine, in senso geografico, sembra disperatam­ente lontano, fanno velo i ricordi che scuotano la malinconia. Perché dal suo personalis­simo «sightseein­g», il panorama è stato emozionant­e, ha trascinato dall’Allianz Arena di Monaco all’Etihad, dal neonato Emirates all’avvolgente «da Luz», dal «Santiago Bernabeu» al «Parco dei Principi»: e persino quando è stato necessario (anzi, obbligator­io) spingersi in Europa League, alla fine non s’è mai avvertita la stanchezza e semmai sono emersi i rimpianti, come nelle semifinali con il Dnipro, giocati prima che si presentass­e il Var, che almeno sarebbe servito - con un fuorigioco di mezzo metro ignorato dalla terna per provare a scrivere (eventualme­nte) un epilogo diverso.

ADL IN RITIRO CON LA SQUADRA. Non è ancora finita, non può esserlo quando restano altri tredici «finali» più una (il recupero con la Juventus), però l’aritmetica finisce per trasformar­si in ossessione, altro che opinione: il quarto posto dista sempre cinque punti, e sono parecchi vista la concorrenz­a, e la terra di nessuno, quella che butterebbe clamorosam­ente fuori dal Vecchio Continente, in fin dei conti è appena dietro le spalle, basta mettere il piede in una buca per ritrovarsi scaraventa­to nel vuoto. È vietato sbagliare, e già da un bel po’, ma il momento delle verità sta per arrivare: in quindici giorni, i prossimi, si dovrebbe intuire cosa sarà del Napoli. Il presidente Aurelio De Laurentiis è in ritiro con la squadra.

TRIS CON GLI ASSI. In questo percorso «accidentat­o», che parte stasera con la sfida al Bologna, c’è poi una settimana vuota utile per «annusare il pericolo» che arriva da vicino, a distanza di sette giorni appena: il Milan (domenica prossima), la Juventus (al mercoledì) e la Roma (nella domenica successiva), in tris d’assi che sfilerà dinnanzi ad una squadra che, come qualunque altra, non potrebbe permetters­i di uscire dal Gran Casinò della Champions League, la scintillan­te Las Vegas del calcio, perché ogni partita sembra una slot machine incantata che concede danaro e benessere. Altrimenti, andrà difeso l’onore, l’orgoglio e anche questa continuità, che a modo suo dà prestigio, di guadagnars­i il passaporto per l’Europa League, sempre rimane una sua vetrina di riferiment­o, anche un obiettivo per chi ha un organico così ricco e abbondante. Oppure, e sarebbe l’ultima strada un po’ sconnessa, certo nuova e comunque priva di richiamo per chi ha pasteggiat­o spesso a caviale eppure con lo champagne, resterebbe la Conference League: peggio che niente.

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Il patron Aurelio De Laurentiis

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