Conte-Gasp lezione magistrale di intensità 7
Due modi quasi opposti di interpretare la professione e leggere le partite. Un solo particolare li accomuna
Allenatori prima di esserlo per contratto. “Giocando a centrocampo capisci meglio le dinamiche di ogni reparto” Giovanni Trapattoni dixit. È una questione di impronta (più che di feeling, secondario) e Antonio Conte e Gian Piero Gasperini, domani uno contro l’altro, le loro squadre le hanno marchiate. Sono allenatori soli al comando, non ammettono interferenze, non hanno mezze misure. Cresciuti con una visione più ampia, lavorano sui loro giocatori sullo schieramento in campo e sull’approccio mentale.
ORIGINI. Gasperini & Conte sono legati dalla lunga militanza nella Juventus. Gasperson è cresciuto nelle giovanili prima come giocatore (nove anni) e poi come allenatore (nove anni), senza mai arrivare alla prima squadra. Amava lavorare con i giovani ma quando si ritrovò alle finali del torneo Primavera davanti a 200 persone capì “che dei giovani non gliene fregava niente a nessuno”. Così andò a Crotone in C1 emancipandosi dalla Casa Madre. Era il 2003. Già aveva adottato il suo marchio (3-4-3 con variazioni) folgorato sulla via dell’Ajax di Louis van Gaal. Antonio Conte, invece, con la Juventus ha giocato (tredici anni) e l’ha allenata (tre anni) vincendo trofei da una parte e dall’altra. Il nome se l’è fatto a Torino. Al 3-5-2, fedele con qualche licenza, è approdato dopo aver predicato il 4-2-4. Lo propose a Madama, poi venne folgorato sulla via di Estigarribia e Giaccherini, i suoi due esterni preferiti e dalla centralità di Pirlo. Dal 29 novembre 2011 (Napoli-Juventus 3-3) ha avuto una sola fede.
TATTICA 1. Pur utilizzando entrambi la difesa a tre, Atalanta e Inter hanno un approccio diverso. Il 3-5-2 di Conte è principalmente un modo di difendersi meglio; il 3-4-1-2 di Gasperini è un modo di attaccare meglio. Per capirci. Superata la prima linea avversaria, i difensori dell’Inter (Bastoni e Skriniar) avanzano oltre il centrocampo in fase di appoggio, ma non attaccano l’area se non sui calci piazzati. Quelli dell’Atalanta invece seguono l’azione inserendosi come se fossero centrocampisti. Conte ha inventato il giro palla che la Juventus usa ancora adesso, Gasperini lo odia. Il play non fa per lui. «L’illuminato che gioca tutti i palloni non mi serve, se deve passare la palla a cinque metri lo faccio pure io». Proteggere e ripartire il gioco di Conte, accorciare e aggredire quello di Gasperini. Il “solidismo” di Conte contro il “tuttocampismo” di Gasperini. Conte si porta dietro lo “spallismo” bianconero: per piegare il nemico occorre una base salda giocatori capaci di infliggere il colpo decisivo. Gasperini manda tutti a pressare e chiede di muoversi in sincronia con il compagno. I difensori (Toloi su tutti) devono avere piedi buoni. Sulla costruzione dal basso, Gasperini non è co-stringente come Conte, infatti Gollini/Sportiello sono autorizzati (talvolta) anche al rinvio. Gli esterni sono centrali per entrambi, ma nel caso di Conte sono esterni di “servizio”, mentre per Gasperini l’allargamento del gioco su di loro è fondamentale per sgomberare il centro e/o per mandarli in gol: Gosens ha segnato 9 gol. Negli anni Conte ha rivisto la sua opinione sugli attaccanti. All’inizio cercava la rete equamente divisa e non amava il goleador, da Tevez in poi ha cambiato idea. Gasperini gli attaccanti, da Borriello a Zapata, li ha sempre fatti rendere.
TATTICA 2. Sono due uomini di carattere. A volte troppo, a volte esagerano, a volte finiscono a guardare le partite dalla tribuna. Sono affilati con i loro e con i nemici, siano arbitri, avversari sul campo o giornalisti impertinenti. Non le mandano a dire, per questo o li ami o li odi. La panchina per loro è un luogo di sofferenza e furore. Allenano prima l’atteggiamento dello schieramento. Con loro non è sotto pressione solo il fisico, ma anche la testa. Chiedono assoluta fedeltà e totale dedizione al lavoro. Conte
Allenatori nati, la linea a 3 come base, ma con approcci diversi
crede nell’organizzazione e nei nomi. Gasperini crede nell’organizzazione ma non nei nomi. Nel 2014 disse: «L’assioma “è fuori ruolo” serve a proteggere giocatori sopravvalutati. Mio padre aveva un criterio per giudicare i giocatori: “È bun” o “Non è bun”. Semplice, certo, ma mica sbagliato». A farli diventare nomi e oggetti del desiderio (vedi Gosens) ci pensa lui.
Precedenti
Sono 7 i precedenti fra Conte e Gasperini allenatori: la prima arrivò in Genoa-Arezzo 3-0 nell’ottobre del 2006: resta l’unica sconfitta per Conte, per il resto 4 vittorie e 2 pareggi