Corriere dello Sport

Conte-Gasp lezione magistrale di intensità 7

Due modi quasi opposti di interpreta­re la profession­e e leggere le partite. Un solo particolar­e li accomuna

- Di Roberto Perrone Di Adriano Ancona

Allenatori prima di esserlo per contratto. “Giocando a centrocamp­o capisci meglio le dinamiche di ogni reparto” Giovanni Trapattoni dixit. È una questione di impronta (più che di feeling, secondario) e Antonio Conte e Gian Piero Gasperini, domani uno contro l’altro, le loro squadre le hanno marchiate. Sono allenatori soli al comando, non ammettono interferen­ze, non hanno mezze misure. Cresciuti con una visione più ampia, lavorano sui loro giocatori sullo schieramen­to in campo e sull’approccio mentale.

ORIGINI. Gasperini & Conte sono legati dalla lunga militanza nella Juventus. Gasperson è cresciuto nelle giovanili prima come giocatore (nove anni) e poi come allenatore (nove anni), senza mai arrivare alla prima squadra. Amava lavorare con i giovani ma quando si ritrovò alle finali del torneo Primavera davanti a 200 persone capì “che dei giovani non gliene fregava niente a nessuno”. Così andò a Crotone in C1 emancipand­osi dalla Casa Madre. Era il 2003. Già aveva adottato il suo marchio (3-4-3 con variazioni) folgorato sulla via dell’Ajax di Louis van Gaal. Antonio Conte, invece, con la Juventus ha giocato (tredici anni) e l’ha allenata (tre anni) vincendo trofei da una parte e dall’altra. Il nome se l’è fatto a Torino. Al 3-5-2, fedele con qualche licenza, è approdato dopo aver predicato il 4-2-4. Lo propose a Madama, poi venne folgorato sulla via di Estigarrib­ia e Giaccherin­i, i suoi due esterni preferiti e dalla centralità di Pirlo. Dal 29 novembre 2011 (Napoli-Juventus 3-3) ha avuto una sola fede.

TATTICA 1. Pur utilizzand­o entrambi la difesa a tre, Atalanta e Inter hanno un approccio diverso. Il 3-5-2 di Conte è principalm­ente un modo di difendersi meglio; il 3-4-1-2 di Gasperini è un modo di attaccare meglio. Per capirci. Superata la prima linea avversaria, i difensori dell’Inter (Bastoni e Skriniar) avanzano oltre il centrocamp­o in fase di appoggio, ma non attaccano l’area se non sui calci piazzati. Quelli dell’Atalanta invece seguono l’azione inserendos­i come se fossero centrocamp­isti. Conte ha inventato il giro palla che la Juventus usa ancora adesso, Gasperini lo odia. Il play non fa per lui. «L’illuminato che gioca tutti i palloni non mi serve, se deve passare la palla a cinque metri lo faccio pure io». Proteggere e ripartire il gioco di Conte, accorciare e aggredire quello di Gasperini. Il “solidismo” di Conte contro il “tuttocampi­smo” di Gasperini. Conte si porta dietro lo “spallismo” bianconero: per piegare il nemico occorre una base salda giocatori capaci di infliggere il colpo decisivo. Gasperini manda tutti a pressare e chiede di muoversi in sincronia con il compagno. I difensori (Toloi su tutti) devono avere piedi buoni. Sulla costruzion­e dal basso, Gasperini non è co-stringente come Conte, infatti Gollini/Sportiello sono autorizzat­i (talvolta) anche al rinvio. Gli esterni sono centrali per entrambi, ma nel caso di Conte sono esterni di “servizio”, mentre per Gasperini l’allargamen­to del gioco su di loro è fondamenta­le per sgomberare il centro e/o per mandarli in gol: Gosens ha segnato 9 gol. Negli anni Conte ha rivisto la sua opinione sugli attaccanti. All’inizio cercava la rete equamente divisa e non amava il goleador, da Tevez in poi ha cambiato idea. Gasperini gli attaccanti, da Borriello a Zapata, li ha sempre fatti rendere.

TATTICA 2. Sono due uomini di carattere. A volte troppo, a volte esagerano, a volte finiscono a guardare le partite dalla tribuna. Sono affilati con i loro e con i nemici, siano arbitri, avversari sul campo o giornalist­i impertinen­ti. Non le mandano a dire, per questo o li ami o li odi. La panchina per loro è un luogo di sofferenza e furore. Allenano prima l’atteggiame­nto dello schieramen­to. Con loro non è sotto pressione solo il fisico, ma anche la testa. Chiedono assoluta fedeltà e totale dedizione al lavoro. Conte

Allenatori nati, la linea a 3 come base, ma con approcci diversi

crede nell’organizzaz­ione e nei nomi. Gasperini crede nell’organizzaz­ione ma non nei nomi. Nel 2014 disse: «L’assioma “è fuori ruolo” serve a proteggere giocatori sopravvalu­tati. Mio padre aveva un criterio per giudicare i giocatori: “È bun” o “Non è bun”. Semplice, certo, ma mica sbagliato». A farli diventare nomi e oggetti del desiderio (vedi Gosens) ci pensa lui.

Precedenti

Sono 7 i precedenti fra Conte e Gasperini allenatori: la prima arrivò in Genoa-Arezzo 3-0 nell’ottobre del 2006: resta l’unica sconfitta per Conte, per il resto 4 vittorie e 2 pareggi

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 ??  ?? Antonio Conte, 52 anni, all’Inter dal maggio del 2019, e Gian Piero Gasperini, 63 anni, dal 2016 allenatore dell’Atalanta
Antonio Conte, 52 anni, all’Inter dal maggio del 2019, e Gian Piero Gasperini, 63 anni, dal 2016 allenatore dell’Atalanta

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