Capolavoro di Llorente il Sassuolo non sa reagire
Nel finale il raddoppio di Pereyra Per De Zerbi una ragnatela sterile
Spietata come le grandi che sanno capitalizzare ogni errore altrui e l’attuale Udinese (ne sa qualcosa il Milan) è complesso omogeneo, in grande condizione, dalle idee chiare, che non perdona, che ha anche individualità importanti cui si è aggiunto negli ultimi tempi Fernando Llorente. Proprio così, perché l’iberico ieri ha dato un segnale limpido che c’è tempo per il pensionamento, il gol (il suo primo stagionale) con cui ha sbloccato la gara è un capolavoro, un misto di astuzia e di classe. Il tutto condito, si badi bene, con un costante lavoro a favore del collettivo, ha difeso palla, ha inseguito l’avversario e nella ripresa l’abbiamo visto pure in difesa. I numeri promuovono l’Udinese che ha reagito nel modo migliore alla beffa di mercoledì a Milano contro i rossoneri, nel girone di ritorno viaggia alla media di due punti a partita, di stonato c’è solo la gara con la Roma, ma quella batosta (03) ha cementato ulteriormente il gruppo e i risultati si stanno vedendo.
LA LETTURA. Un bravo ovviamente a Gotti che non sta sbagliando nulla, che non è caduto nella trappola preparata da De Zerbi che ha ordinato da subito un continuo lento giro palla tra i tre difensori. L’Udinese è rimasta ancorata nella propria meta campo ad attendere gli ulteriori sviluppi della manovra degli emiliani per poi ripartire in velocità una volta recuperata palla. Ha attaccato a lungo il Sassuolo, vero, ma le occasioni più limpide, due gol a parte, le ha avute la formazione friulana (nel finale De Paul ha pure colpito una clamorosa traversa), impeccabile là dietro pur rinunciando a Becao che mercoledì contro il Milan ha riportato la frattura scomposta delle ossa nasali. Ma De Maio non lo ha fatto rimpiangere. Dal Sassuolo era lecito comunque attendersi di più, la sua fitta ragnatela è stata infruttuosa, raramente Musso è stato chiamato in causa e quando è intervenuto ha dimostrato tutta la sua sicurezza. Non era giornata per gli ospiti, specie là davanti (i cambi non hanno prodotto gli effetti sperati). In difesa Ayhan non è pervenuto, ha sbagliato troppo, il primo gol è colpa sua, poco prima, sempre su Llorente, era entrato in ritardo, ma Consigli ci aveva messo una pezza. Serviva più precisione in avanti, più rapidità per far crollare il muro dei bianconeri. Nulla di ciò. Anche nel mezzo il Sassuolo è parso stonato, al contrario dell’Udinese, con De Paul, pur discontinuo, capace di disegnare magiche giocate come quella che ha consentito a Pereyra di segnare a tempo quasi scaduto la seconda rete con l’azione che era nata da una palla recuperata da Makengo.