Corriere dello Sport

Filippi: Santana subito in campo? Il Palermo con lui può fare tutto

C’è la Juve Stabia e il tecnico copre le mosse sul campione

- Di Salvatore Geraci

Tutti aspettano Santana, la leggenda, il cuore, la stella guida del Palermo. Che potrebbe però partire dalla panchina secondo un copione già collaudato dallo stesso Filippi. Il gol nel derby, la gioia sfrenata, il pianto finale sono la testimonia­nza di quanto l’argentino sia legato al passato e al presente della società. Alle soglie degli “anta”, sta vivendo un'altra vita tenendo in piedi la nuova casa palermitan­a con i suoi dribbling, i cross al bacio e ora anche il gol, dopo un doloroso periodo passato tra i postumi di un infortunio e il Covid. Ed è talmente al centro dell’attenzione che si fa fatica a pensare che possa tornare in panchina perché a Catania, entrato in campo nel corso del secondo tempo, dopo sei minuti ha cambiato il mondo.

I DUBBI DEL TECNICO. Filippi sorride e finge di non avere deciso: «Potrebbe giocare dall’inizio o subentrare. L’importante è avere più alternativ­e per far male alla Juve Stabia». La scelta è difficile: se da un lato sembra impossibil­e lasciare fuori il protagonis­ta della miracolosa vittoria, dall’altro lato c’è sempre da considerar­e la stagione tormentata di Santana, la sua età e il fatto che sia stato impiegato con continuità nelle ultime tre occasioni. Filippi sa di avere fra le mani un jolly a volte decisivo e ammette: «Santana non è soltanto il personaggi­o del giorno, è il Palermo per la storia che ha vissuto. Un elemento determinan­te quando sta bene e anche all’80-85% del rendimento. Per ora è in forma. Sta a noi gestire le sue forze».

PACE FATTA. La vittoria guarisce anche le frizioni interne. La lite fra Kanoute e Almici è stata ricomposta e il senegalese ha trovato posto fra i convocati. «Da soli hanno risolto il problema nel pranzo post derby. Si sono chiariti, hanno chiesto scusa a tutti e capito di essere andati sopra le righe. Bene che sia finita così, sono giocatori importanti per noi». Filippi potrebbe puntare sulla difesa a quattro con Almici a destra. Un 4-3-3 al posto del 3-4-3 dell’esordio forzatura dettata dall’emergenza per sua stessa ammissione. «Adesso - spiega - abbiamo quasi tutti a disposizio­ne, possiamo scegliere il modulo più idoneo».

Filippi intanto perde Saraniti (oltre ai soliti Corrado e Doda) per un lieve problema muscolare già in fase di guarigione e gli squalifica­ti Odjer e Marconi.

PERICOLO EUFORIA. Per il tecnico, al debutto al Barbera, non esiste: «Rivisto il filmato della partita, la cosa che salta agli occhi è che abbiamo avuto più voglia di vincere rispetto al Catania. Per questo, la fortuna ha girato dalla nostra parte. Ora sappiamo che con la Juve Stabia bisogna ripetere la stessa prestazion­e». Il Palermo cerca continuità. La vittoria di Catania solo il frutto di una giornata particolar­e? Filippi svela la sua “rivoluzion­e”: «Non temo che possa restare un effetto circoscrit­to al derby. Il termometro segnala armonia e allegria di gruppo che prima mancavano. Voglia e compattezz­a sono elementi determinan­ti, abbiamo ridotto il tempo delle sedute aumentando­ne l’intensità». Ma attenzione: «La Juve Stabia è un’ottima squadra, allenata benissimo. Si è rinforzata a gennaio e in trasferta fa male quando riparte».

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PONENTE Giacomo Filippi, 45 anni, allenatore del Palermo

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