Recovery Plan: una consulenza alla McKinsey, ma governance al Mef
Amanda Gorman fermata come sospetta
«Questa è la realtà che vivono le ragazze nere: un giorno sei un’icona e l’indomani una minaccia». Amanda Gorman, la giovanissima poetessa che ha letto una sua composizione all’insediamento di Joe Biden, è stata seguita e fermata da un vigilante sotto la porta di casa. «Mi ha chiesto se vivevo lì, ha detto che “gli sembravo sospetta”. Gli ho mostrato le chiavi e ho aperto la porta. Se ne è andato senza una parola. Niente scuse», ha scritto Amanda su Twitter.
- Il governo Draghi affida alla multinazionale McKinsey un progetto di consulenza per la messa a punto del Recovery plan ma la governance dei 209 miliardi che andranno spesi nei prossimi anni resta al Mef: decisioni, valutazioni e definizione dei progetti di investimento e riforma continueranno a fare capo
“unicamente” alle pubbliche amministrazioni coinvolte e competenti per materia. Il chiarimento arriva con una nota ufficiale del Tesoro e punta a frenare le polemiche. Mezzo Parlamento, con gli ex ministri Pd e il M5S in testa, alza subito il muro. In discussione viene messa la scelta di incaricare soggetti privati, si invoca trasparenza. Utilizzare le grandi società di consulenza non è una novità e McKinsey non è neanche l’unica a essere stata chiamata in aiuto. Nella partita del Recovery sono entrate in campo anche Ernst&Young e Accenture. Il tempo stringe: il Recovery deve essere presentato in Europa entro il 30 aprile.