Grande reazione dei bianconeri che martedì in Europa devono rovesciare l’1-2: in palio i quarti CR7 infastidito per l’esclusione
Avvio bruciante della Lazio, in gol con Correa Reazione dei campioni con un bolide di Rabiot e la doppietta di Morata. Bravo Danilo in mediana
A tre giorni dalla Champions i bianconeri convincono anche senza CR7 tenuto all’inizio in panchina E come dice Pirlo, non hanno intenzione di mollare nulla I biancocelesti si spengono alla distanza: tre ko in 4 gare
La Juve, formato Champions, resta nella scia dell’Inter (meno 7) e si lancia verso il Porto con una rimonta piena di segnali incoraggianti. Il missile di Rabiot e la doppietta di Morata per schiantare la Lazio nella notte in cui Pirlo si è concesso il lusso di tenere a riposo Ronaldo 70 minuti e organizzare un turnover da cui sono emersi spunti in chiave futura come Danilo, convincente davanti alla difesa nel ruolo “alla Desailly” dei tempi milanisti di Capello. Pressing furioso, cattiveria, tantissima corsa, non solo alimentata da Chiesa e Cuadrado. Condizione in crescita esponenziale nel momento decisivo della stagione. Solo mezz’ora di grande Lazio. Non sono bastati il gol e gli spunti di Correa. La squadra di Inzaghi si è spenta alla distanza, non riesce a trovare nuove coordinate dentro il periodo di involuzione di Immobile e neppure è fortunata. Milinkovic ha colpito la traversa sull’1-1 un attimo prima che il centravanti spagnolo della Juve (insostituibile) facesse la differenza.
GEOMETRIE.
Se Pirlo ha sorpreso con la panchina di CR7 e stravolto la Juve, le modifiche di Inzaghi si sono incastrate nel solito modo di giocare della Lazio, capace di entrare benissimo in partita e dominare i primi 25 minuti. Marusic dietro con Hoedt e Acerbi, che scivolava per linee orizzontali tra Morata e Kulusevski. Mancava lo sprint di Lazzari ma Lulic teneva la fascia destra. Fares, al rientro da titolare, ha speso quasi tutte le energie negli strappi iniziali in cui era Luis Alberto a impostare con Reina e poi a venire fuori con la palla al piede. La punizione a giro di Milinkovic come prologo al gol di Correa, nato da un retropassaggio errato di Kulusevski. La Juve era in uscita. Il Tucu ha puntato Demiral, doppio passo e destro sul primo palo, spiazzando Szczesny. Ancora Milinkovic e Luis Alberto si sono ritrovati due palloni buoni per il raddoppio, sventato dal portiere polacco.
NO RIGORE.
In campo sembrava ci fosse solo la Lazio, invece la Juve quasi d’incanto ha reagito e ha ritrovato ordine, spostando la palla sulla fascia destra, dove si alzava Cuadrado e tentavano gli inserimenti Ramsey o Chiesa, come è successo in occasione del rigore non concesso da Massa per il rimpallo tra Acerbi e la mano di Hoedt. Proteste vibranti di Nedved, scatenato in tribuna. La Lazio si è intimidita, la Juve ha guadagnato coraggio. Certi stravolgimenti sono persino diventati logici. Alex Sandro centrale con Demiral, Bernardeschi terzino sinistro, Danilo accanto a Rabiot. Il jolly brasiliano, nel ruolo occupato ai tempi del Santos (quando Galliani lo voleva al Milan), è apparso a suo agio e più efficace di Leiva, in costante declino.
LAMPO.
Fares (pericoloso al tiro) ripartiva meno, Lulic era fermo, Luis Alberto e Milinkovic non accompagnavano. La Lazio si era abbassata, linea difensiva a cinque, faticava a salire, soffrendo il ritmo bianconero. Così è arrivato il pareggio. Morata, pescato da Bernardeschi, ha avuto il tempo di girarsi e vedere l’inserimento di Rabiot, mollato da Leiva. Il francese ha sparato una sassata all’incrocio in diagonale su cui Reina avrebbe dovuto e potuto rispondere meglio.
DOPPIO MORATA.
Nella ripresa la partita si è aperta ed è apparsa ancora più evidente la differenza di passo, di cattiveria, di condizione.
La Juve era rabbiosa, la Lazio è naufragata dopo la traversa colpita da Milinkovic e il doppio cambio di Inzaghi. Patric per Lulic tenendo Marusic dietro. Se Leiva era andato male, Escalante è entrato peggio, saltato in anticipo dallo scatto bruciante di Chiesa. Contropiede fatale, tocco in profondità, sorpasso firmato da Morata. Tre minuti più tardi è arrivato anche il gol su rigore dello spagnolo, concesso da Massa per l’intervento di Milinkovic su Ramsey.
SOLO CORREA.
Sul 3-1 Pirlo ha cominciato a pensare al Porto e ha inserito Arthur, spostando Danilo. E’ entrato anche Ronaldo, ma la Lazio stava cercando di reagire, sostenuta dagli slalom dell’argentino. Sono entrati anche Caicedo, Pereira e Muriqi. Inzaghi, nel finale, è passato al 4-2-4 come a Bologna. Buoni segnali su cui lavorare, ma la partita era finita da un pezzo e la Champions sempre più lontana.