Conte: Stiamo facendo una cosa straordinaria
«Mi avevano chiesto risultati in tre anni: sfiorata l’Europa League, adesso siamo vicini al traguardo»
Dentro le certezze irrobustite di un'Inter sempre più contiana, c'è tutto il senso pratico che porta dritti allo scudetto. Nessun cedimento mentale, lo status di squadra in fuga verso il titolo non contempla partite transitorie. E allora il retrogusto è sempre più dolce, il girone di ritorno interista chiama a sé la perfezione di un en-plein: ingredienti base per il manuale di Antonio Conte, al quale l'Inter aggiunge questo filotto da capogiro. «Stiamo facendo qualcosa di straordinario, per i numeri e per il tempo impiegato», ricorda il tecnico, sempre più vicino a concretizzare il sogno tricolore. «Ci stiamo avvicinando al traguardo: la pressione non fa altro che migliorare questi giocatori, che dimostrano sempre mentalità e attenzione. Gli ho dato un giorno in più di vacanza, poi penseremo a Napoli. Mi erano stati chiesti risultati in tre anni: abbiamo sfiorato la vittoria in Europa League, e ora la squadra ha fatto dei passi in avanti sotto ogni punto di vista. Io mi considero un fratello maggiore con i giocatori, per loro sono pronto a buttarmi nel fuoco».
PEDALE SPINTO. Non cambia lo spartito, insomma. Né può essere casuale la capacità di andare a dama regolarmente. Nessuno aveva ancora vinto le prime undici partite di ritorno in serie A: in questo l'Inter è la migliore in assoluto. Secca e autorevole, la sottolineatura di Beppe Marotta nel pre-partita suona piuttosto eloquente. «Anche Heriberto Herrera diceva che il possesso territoriale non è quello calcistico. I campionati si vincono con i punti in classifica, e non col possesso palla». Linee-guida decise e precise, al resto provvede un Conte che vuole cucire presto lo scudetto sulle maglie dell'Inter. La corsa a tappe stuzzica ancora di più, dopo partite così. Con altri sorrisi al seguito, e il peso specifico dei tre punti sempre maggiore. «Ogni vittoria comincia a valere il doppio», spiega ancora Conte. «La vittoria del Milan ci ha spinto a mantenere inalterate le distanze. Ci stiamo abituando a questa situazione: abbiamo il pedale sempre spinto e i calcoli non mi piacciono, ma in otto giorni l'Inter ha vinto tre gare pesanti. Siamo consapevoli che l'opera dev'essere completata, però questo è stato un buon tassello. Chi mi conosce bene può solo pensare che alla fine la barca arriverà in porto. Forse qualcuno augurava qualcosa di negativo a me e all'Inter».
SEMPRE LUCIDI. Intanto si convola al successo, un altro. Trascinati dal solito slancio che i numeri conferiscono all'Inter. «Il Cagliari era venuto qui con l'intenzione di difendersi, e lo ha fatto molto bene. Noi ci siamo presentati con un centrocampo tecnico, cercando di governare il gioco. E' stato importante mantenere la giusta lucidità, lungo la partita. A volte è capitato di dover mettere il terzo attaccante, ma variare il sistema in quel momento non serviva: con la qualità nel mezzo, sapevo che i giri potevano cambiare. Sanchez meritava una chance dall'inizio, in allenamento dimostra sempre di stare bene. E Hakimi mi dava l'opportunità di mischiare le carte entrando dalla panchina, come è successo». Orfana di Barella, squalificato, l'Inter trae comunque il massimo dal rimescolamento in mediana. Hakimi che cuce l'1-0 con l'assist per Darmian, e la novità di un Sensi titolare com'era avvenuto solo una volta quest'anno. Vidal è rimandato, il finale di stagione deve portarlo al massimo della condizione. «Ha avuto qualche problema al ginocchio durante la rifinitura, così abbiamo preferito non rischiarlo», chiarisce Conte. «Era con noi nello spogliatoio, speriamo di recuperarlo presto».
«La pressione non fa che migliorarci, chi mi conosce saprà che arriveremo in porto»