Darmian: Abbiamo dato un segnale alle rivali
– Darmian in formato Europeo, inteso come meritevole di una convocazione del ct Mancini: l'investitura arriva direttamente da Conte nel postpartita. Quello che risolve un rebus diventato delicatissimo, contro il Cagliari, è un esterno multiuso traslocato da destra a sinistra dove emette la sentenza con un gol liberatorio. Il modo che trova l'Inter per far partire un ideale conto alla rovescia verso lo scudetto. «Vincere è servito a dare un segnale alle altre squadre», dice Matteo Darmian, già a segno contro il Genoa nell'ultima vittoria nerazzurra di misura. Da allora, solo successi – sei, degli undici consecutivi – ottenuti col minimo scarto. E allora, come contro l'Atalanta – in quel caso segnava Skriniar – serve un altro sofferto 1-0 con un difensore inventatosi goleador. «Conosciamo Conte, è un allenatore che dà l'anima e che ci trasmette la propria voglia di vincere. Spesso facciamo gol alla fine, significa che stiamo bene e riusciamo a mantenere i ritmi alti per tutta la partita. Magari quando gli altri calano, noi ne approfittiamo».
STEP DECISIVO. Mentre esplode l'esultanza social di Lukaku, Brozovic, D'Ambrosio e Hakimi c'è pure l'ennesimo passaggio di una difesa imperforabile da mettere a bilancio. Cagliari murato, anche nel finale d'assedio a San Siro. Con Gagliardini e Vecino dentro per schermare, e un'Inter che guarda i numeri del reparto trovando che raccontano immutata solidità. Appena quattro gol incassati nelle ultime tredici giornate. «Siamo cresciuti molto ma non ci vogliamo fermare», assicura De Vrij. «Sapevamo che sarebbe stata una battaglia: penso che questa partita sia stata lo step decisivo. Non si può giocare sempre allo stesso modo, quindi occorre anche esprimerci come oggi. L'Inter è migliorata nel pragmatismo».