Corriere dello Sport

NAPOLI UN GIORNO DA PADRONE

Fabian e Osi rilanciano Gattuso: una prestazion­e quasi perfetta Battuta la Samp nettamente Lozano ammonito: salterà l’Inter

- Di Antonio Giordano

Il gol, come lo volete: palleggian­do e divertendo o semmai in contropied­e, come suggerisco­no a volte le partite. Il gol di chi ce l’ha in quel talento esagerato, come quello di Fabian Ruiz, oppure con la fisicità dominante e la rapidità di, come Osimhen spiega. I gol che segni, quelli che sprechi (e sono tanti), quelli che riaprono una stagione da vivere fino alla fine evitando di guardarsi alle spalle, perché adesso la Champions per il Napoli è lì, ancora, di nuovo, e non sembra un miraggio ma una speranza. Un’ora e mezza densa di calcio, che il Napoli offre esaltandos­i là davanti (e però sprecando) ma che sparge anche lì dietro (dove stavolta non concede): il 2-0 è un inno all’ottimismo, che non «offende» la Sampdoria, capace di andare a rovistare tra le pieghe d’una partita con umiltà e pure con le idee.

SUPER FABIAN. Il Napoli ha materia grigia in abbondanza, il suo formato extra-large gli consente di orientare il pomeriggio nel palleggio, nel forcing, nella disinvoltu­ra di una manovra che prende le ampiezze e le profondità strappate alla Samp o dalla Samp concessa: è in una giornata prossima alla perfezione (unico errore serio: Manolas nel primo tempo) lo sfarzo di un organico emerge in tutta la sua bellezza. È il Napoli di Fabian Ruiz, che domina con il cervello, sta dentro al campo e nel match, lo indirizza attaccando le linee e trovando l’1-0 (35' pt) sublimando una triangolaz­ione avviata da Osimhen e rifinita da Zielinski; è il Napoli di Osimhen, che (42') mette la ceralacca sa una giornata mai inquietant­e sgretoland­o con il 2-0 le apparenti paure, perché non si sa mai.

DIFFERENZE. Il Napoli si stende come se fosse al sole su Marassi, lo riempie di sé, non soffre il pressing che Ranieri suggerisce, esce con eleganza dai raddoppi, va a sfondare come deve e dove può, butta via una serie di opportunit­à (con Zielinski subito, con Politano più in là) e si concede un lusso magari eccessivo. La Samp è viva sino a quando è fresca, poi Ranieri è costretta a cambiarla perché i confronti diretti son o sistematic­amente perduti: Thorsby metodista, Damsgaard trequartis­ta e il rombo che viene disegnato è un tentativo per sporcare la costruzion­e del Napoli, che invece non s’allunga, non si distrae, certo un pizzico di paura l’avverte (31' st) sul colpo di testa di Thorsby, ma è un attimo, un Var che s’accende e cancella la paura.

RIPARTENZA. I calcoli sono vietati a chi è costretto a inseguire e il Napoli sa che non può sciupare altro tempo: ha il pallone, e lo porterebbe a casa, tra Demme e Fabian e il solito, contraddit­torio Zielinski, ha sbattuto su Audero (10' st) per due volte e con le ombre ha già dato. Ma basta guardarsi intorno, per esempio in panchina, per scapparsen­e via, serenament­e: Mertens ha gamba e ispirazion­e, Osimhen ha leve lunghe per restare sempre aggrappato alla Champions League (41') con la sciabolata del 2-0. Si chiamano ripartenze: (forse) non è ancora troppo tardi.

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@ADeLaurent­iis
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MOSCA Gli azzurri festeggian­o il gol di Fabian Ruiz contro la Samp: in foto anche Di Lorenzo Insigne e Zielinski

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