Corriere dello Sport

IL SALTO CHAMPIONS DI SERGEJ

Inzaghi a casa, ma la Lazio risponde: quarta vittoria di fila, il Verona al tappeto Milinkovic svetta e decide in pieno recupero dopo il palo colpito da Immobile e il super gol di Caicedo cancellato dal Var

- Di Fabrizio Patania

All’ultimo respiro, con il pallone soffiato in rete da Inzaghi, costretto a soffrire davanti alla tv come un qualsiasi tifoso, e Sergej Milinkovic, il suo pupillo, a saltare più in alto di Dawidowicz, Magnani e Ceccherini. Era il novantadue­simo e la Lazio si è ritrovata stretta nel solito abbraccio. Un mucchio pieno di emozione, a cui ieri mancava (soltanto fisicament­e) il mister, contagiato dal Covid e collegato da casa con la panchina. Simone, vera anima del gruppo, era presente eccome nei pensieri, nei movimenti, nello spirito di una squadra fortissima, ancora in piena corsa Champions. Quarta vittoria consecutiv­a per restare nella scia della Juventus, dell’Atalanta e del Napoli. Quella foto ne richiama tante del passato recente più bello e vale un avvertimen­to al campionato. Una sensazione nitida, ricavata dal modo e dall’insistenza con cui è stato messo sotto il Verona.

PALO. I biancocele­sti ci credono ancora, sono pronti alla volata: c’è una partita da recuperare con il Torino per accorciare la classifica e mancano i colpi di Immobile, a digiuno per l’ottava giornata consecutiv­a. Ciro ieri è stato respinto dal palo ma la sua sberla in diagonale avrebbe meritato il gol. La Scarpa d’Oro ha dato segnali di ritrovata vitalità, prima o poi tornerà a segnare. Si dovrà invece fermare Caicedo, l’unica altra vera punta di cui dispone Inzaghi. Un gol bellissimo e travolgent­e, dopo essersi girato da vero ariete per andare via in dribbling, cancellato dal Var per la sbracciata su Magnani e trasformat­o in una beffa: il Panterone era in diffida e l’ammonizion­e gli costerà un turno di squalifica. Non è facile vincere al Bentegodi e sbloccare partite così rognose: lo 0-0, consideran­do gli episodi, sembrava scritto. Invece la Lazio si è imposta, dimostrand­o carattere, ordine tattico, attenzione difensiva. Il premio raccolto con il primo e unico tiro (su 12) nello specchio. Non solo l’ingresso di Muriqi per alzare i centimetri e la palla per l’assedio finale. Milinkovic si era spostato nell’area del Verona come centravant­i aggiunto, trovato e pescato dal cross del solito Radu, il cui pieno recupero (in attesa di Luiz Felipe) è stato decisivo per riportare Acerbi al centro e restituire tranquilli­tà al reparto. Indovinata la scelta di insistere su Marusic, ormai a suo agio nel ruolo di terzo a destra. Non ha sbagliato un intervento, è riuscito a soffocare l’estro di Zaccagni, ha aggiunto il suo sprint per contenere il contropied­e di Lasagna. La ritrovata solidità, a cui si è aggiunto il lavoro prezioso in copertura di Akpa Akpro, spiega il dato deludente del Verona: appena 5 tiri, neanche uno nello specchio. Non si ricordano, per dirla con Inzaghi, parate di Reina.

VAR. Il portiere spagnolo, invece, è stato utilizzato come regista difensivo in una partita bloccata dalla tattica ostruzioni­stica del Verona. Pepe usciva persino dall’area e avanzava prima di cercare con palla rasoterra Immobile, Caicedo o Milinkovic. Juric difende come Gasp. Duelli individual­i a tutto campo. Zaccagni non faceva uscire Marusic, Barak contrastav­a Radu, Veloso si era incollato su Leiva e Sturaro seguiva Luis Alberto. Toccava a Dimarco la marcatura di Milinkovic. Quel tipo di sistema difensivo ha costretto la

Lazio a giocare guardando Reina molto più di Silvestri. Tanti, troppi retropassa­ggi. Senza Lazzari, a destra mancavano profondità e rovesciame­nti. Sul versante opposto Fares ha spinto bene solo all’inizio, poi si è dovuto preoccupar­e di Faraoni, in ritardo nell’unica vera occasione concessa al Verona, quando l’inseriment­o di Lazovic ha sorpreso Akpa. Dopo l’intervallo è calata l’intensità dei gialloblù, la Lazio invece ha preso campo e coraggio, ha continuato a cercare il varco giusto con pazienza nonostante il gol da favola annullato a Caicedo in avvio. Altri 45 minuti di attesa prima di sfondare con Milinkovic e continuare a inseguire la Champions.

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