Marusic super Acerbi sicuro
Non sbaglia un intervento. Sprinta con Lasagna. Sembra un difensore nato. Dove lo metti, sta.
Si trova sempre nella posizione giusta. E’ di nuovo una sicurezza: 11 palloni recuperati.
Sigilla il reparto e infila un’altra tacca, consolidando il suo record.
Manca l’appoggio, ma interpreta bene il ruolo di esterno in fase difensiva: due chiusure decisive, assorbe la corsa di Lazovic.
Entra quando l’ivoriano va in crisi per i crampi.
Gol pesantissimo, il settimo stagionale, finendo da centravanti aggiunto. E’ laziale nell’anima, tiene acceso il motore con 84 palloni toccati. Infaticabile.
Soffre e viene infilato nella prima mezz’ora, ma poi si distende e prende corpo, tirando fuori la miglior prestazione degli ultimi tre mesi. Le statistiche confermano: 61 passaggi, 4 contrasti, 5 recuperi, 7 intercetti.
Appoggia a Radu il pallone decisivo della partita.
Encomiabile per spirito di sacrificio e senso di appartenenza, non è ancora al top dopo l’infortunio alla caviglia.
Tignoso, vivo e motivato anche entrando nell’ultimo quarto d’ora
L’avvio è promettente, si propone bene e mette sotto Faraoni, ma tira fuori il meglio nei primi venti-trenta minuti. La flessione alla distanza è evidente e poco alla volta sparisce.
Ci mette quello che può: esperienza, senso tattico, attenzione. Gli mancano ancora i colpi.
Peccato per il gol da favola, cancellato da Orsato al Var. Il cartellino giallo gli costerà la squalifica e salterà il Benevento.
La Lazio, per sfondare, alza la palla ma il kosovaro non decolla.
Corsa e generosità infinite, come la sfortuna. Questa volta Ciro meriterebbe il gol, il palo respinge il suo destro in diagonale. E’ il quarto legno in campionato, prolungato il digiuno per l’ottava giornata di fila, ma la Scarpa d’Oro sta tornando.
Simone a casa, il suo vice Max traduce lo smart working nel quarto successo di fila. La Lazio resta incollata alla rincorsa Champions.