Corriere dello Sport

Champions, una fantastica volata

La Juve supera il Genoa (3-1) L’Atalanta passa a Firenze (3-2) Ruiz e Osimhen rilanciano il Napoli (2-0 alla Samp) Milinkovic al 92’: Lazio ok a Verona Mayoral stende il Bologna

- Di Andrea Ramazzotti

Balice, Bonsignore, D’Ubaldo, Giordano, Maida, Mandarini, Patania, Polverosi e Ramazzotti

La Juventus ha risposto alla vittoria di sabato del Milan a Parma e, battendo il Genoa, si è tenuta stretta il terzo posto in classifica. A otto giornate dalla fine del campionato la qualificaz­ione alla prossima Champions è ancora tutta da conquistar­e perché il Napoli ha vinto in casa della Sampdoria e la Lazio ha espugnato Verona, ma, dopo il ko contro il Benevento e il pari nel derby, il doppio segnale lanciato dagli uomini di Pirlo superando in quattro giorni il Napoli e il Grifone è stato importante. In attesa della finale di Coppa Italia, l'obiettivo minimo di entrare tra le prime quattro la Signora non vuole assolutame­nte fallirlo e ieri lo ha confermato partendo con il piede premuto sull'accelerato­re e giocando una gara discreta. D'accordo, non è stata perfetta e nella prima metà della ripresa i rossoblù le hanno creato parecchi problemi complice una fase difensiva che continua ad avere evidenti sbandament­i (oltre un mese e 7 partite di fila con almeno una rete al passivo), ma ha meritato i tre punti nonostante Dybala non abbia mostrato effetti speciali come mercoledì e Ronaldo si sia fatto notare solo per un gol sbagliato e per la maglia lanciata a terra dopo il 90'.

CHE INIZIO. I campioni d'Italia si sono presi i tre punti perché sono

più forti e perché hanno piegato immediatam­ente la sfida dalla loro parte: iniziativa a destra di Cuadrado, dribbling su Rovella, appoggio per Kulusevski e sinistro vincente da dentro l'area. I bianconeri, avanti dopo 4', hanno tenuto alto il ritmo e hanno mo

strato più "fame" rispetto agli avversari, tranquilli grazie al +10 in classifica sul Cagliari terz'ultimo. Il Grifone, così, dopo il primo quarto d'incontro era già sotto 2-0 e alla festa si era iscritto anche Morata con un tap in arrivato sugli sviluppi di una palla persa da Radovanovi­c (bravo Perin su Chiesa, incredibil­e il palo colpito a porta vuota da Ronaldo). Il match sembrava destinato a trasformar­si in una goleada perché gli interni Behrami e Rovella non riuscivano a fare filtro e i bianconeri affondavan­o a piacimento in una retroguard­ia ligure lacunosa. Qualche segnale di risveglio è arrivato da Scamacca (bravo Sczcesny), ma all'intervallo il risultato pareva già archiviato.

BRIVIDI. La ripresa invece qualche sorpresa l'ha riservata perché, come successo nel derby, la Juve è rientrata dagli spogliatoi distratta, si è abbassata troppo e ha incassato il 2-1 di Scamacca. Merito anche del Genoa, cresciuto e meno timido grazie alla mossa di Ballardini che ha puntato sul 3-4-2-1 inserendo Pjaca. Proprio quest'ultimo, ex di turno, ha dilapidato la palla del pari e su quell'errore la partita è girata di nuovo. I bianconeri hanno capito che non potevano più scherzare e, superato l'ennesimo black out stagionale, Pirlo ha messo al sicuro la vittoria azzeccando la sostituzio­ne di McKennie, autore del 3-1. A quel punto, con il Genoa ridotto in dieci per l'infortunio di Zappacosta (a cambi esauriti), tutti aspettavan­o solo la rete di CR7 che si è sgolato per chiedere ai compagni di avanzare. Niente da fare: il portoghese è rimasto a secco e la rabbia mostrata lasciando il campo non è stata una bella scena.

I bianconeri si confermano dopo la vittoria sul Napoli e restano terzi Il Genoa ci prova solo nella ripresa

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GETTY Dejan Kulusevski festeggia il gol del vantaggio della Juve

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