L’accerchiamento come strategia
Un po’ fratello maggiore che abbraccia e bacia i fratelli minori, un po’ grande fratello che li controlla in ogni dettaglio di vita quotidiana, Antonio Conte sente “l’odore del sangue” con la sua Inter, arrivata contro il Cagliari a 11 vittorie consecutive. Oltre l’odore del sangue, c’è il dolce profumo dello scudetto. Per arrivarci, però, bisogna mantenersi sempre all’erta e non dimenticare la presenza del “nemico”. Come d’abitudine, VotAntonio, anche quando sta per raggiungere il successo (“io voglio sempre vincere”), non perde il gusto della contrapposizione.
Un po’ fratello maggiore che abbraccia e bacia i fratelli minori, un po’ grande fratello che li controlla in ogni dettaglio di vita quotidiana, Antonio Conte sente “l’odore del sangue” con la sua Inter, arrivata contro il Cagliari a 11 vittorie consecutive. Oltre l’odore del sangue, c’è il dolce profumo dello scudetto. Per arrivarci, però, bisogna mantenersi sempre all’erta e non dimenticare la presenza del “nemico”. Come d’abitudine, VotAntonio, anche quando sta per raggiungere il successo (“io voglio sempre vincere”), non perde il gusto della contrapposizione: deve sentire il rumore delle corazze degli invasori. E neanche quello della contraddizione: deve ribaltare quello che ha detto ieri, o l’altro ieri, a suo vantaggio. È il metodo Conte. «Mi spiace per chi si augurava il male o qualcosa di negativo per l’Inter o per me». Beh, possiamo immaginare chi fossero: tutti gli avversari diretti per il titolo e i loro tifosi, includendo la doppia rabbia degli juventini; tutti quelli a cui VotAntonio non sta simpatico per questo suo modo di fare che alterna molto bastone e poca carota; il club dei “giochisti” di cui, però non è stato e non sarà, l’unico bersaglio.
Il metodo Conte sta per portare lo scudetto all’Inter dopo undici anni, il quinto titolo personale per il tecnico. Si tratta di un metodo spiazzante, ondulatorio, tra discese ardite, risalite, affondi e parate. Ma è un metodo che funziona. È fondato sul fatto che nel calcio devi essere sempre competitivo, anche con te stesso, è puntellato dall’idea che non conta quello che hai detto ieri, ma quello che stai dicendo ora. Per quel che riguarda Conte, poi, la grande capacità è appunto questa, saper rovesciare ogni situazione per spingere avanti il gruppo Conte. Per cui non ci scandalizza ascoltarlo mentre dice: «Le tante critiche alla squadra hanno scatenato la voglia di rispondere. L’allenatore doveva essere cambiato e i giocatori erano delle pippe». Non ci si scandalizza, via, anche se il primo a ripetere lungo tutto il suo primo anno nerazzurro di non avere una rosa all’altezza, è stato lui e, dopo la finale e di Europa League, è ancora lui ad adombrare un possibile cambiamento in panchina: «È giusto che l’Inter pianifichi il suo futuro con o senza di me». Il suo metodo è logorante, anche per se stesso. Però prima che si verifichi l’auto-logoramento, a finire logorati e quindi battuti, sono i “nemici”. Come sta succedendo ora.