Inghilterra, la nuova vita il 17 maggio riecco i tifosi
DA IERI MISURE ALLENTATE NEL REGNO UNITO Da domenica i test: 4000 a Wembley per la FA Cup, l’obiettivo è ospitarne molti di più per le finali dell’Europeo
Il Regno Unito riapre. Un poco alla volta, s'intende. Ma da ieri si può andare in palestra, bere al pub e mangiare al ristorante (negli ultimi due casi rigorosamente all'aperto). E tra breve vi sarà il ritorno ufficiale degli spettatori negli stadi. Il target è il 17 maggio, con le dovute limitazioni. Gli stadi si riapriranno al 25 per cento, fino a un massimo di diecimila spettatori. Sempre che, naturalmente, continui il trend positivo di nuovi contagi. Che in realtà è un po' ballerino: ieri i casi erano 3568, ma la media degli ultimi 7 giorni resta sotto i 3mila casi al giorno e da più di un mese è sotto ai 6mila casi giornalieri.
Ancora più drastica la riduzione dei morti nel paese in cui - lo ricordiamo - ha avuto il maggior numero di vittime per Covid in Europa. Ieri si sono registati 13 morti, la media settimanale - che aveva raggiunto i 1266 al giorno due mesi e mezzo fa - è scesa a 36 casi.
Il primo ministro Boris Johnson ama ripetere che il suo governo «verrà guidato dai dati e non dalle date». Ma c'è grande ottimismo a prescindere perché i traguardi nell’uscire dal lockdown durato quattro mesi sono stati raggiunti. E così, prima della grande riapertura “generalizzata” del 17 maggio si lavora sugli eventi-test. Il primo, nel calcio questo fine settimana in occasione della semifinale di FA Cup tra Leicester e Southampton e Leicester a Wembley. Saranno 4mila in uno stadio che ne tiene 93mila, e non saranno tifosi bensì residenti locali, ma comunque è un passo avanti (a porte chiuse invece l'altra semifinale, tra Chelsea e Manchester City). Ottomila invece i presenti anche per la finale di Coppa di Lega, il weekend sucessivo, tra Tottenham e Manchester City. E pure la finale di FA Cup, in programma il 15 maggio, sempre a Wembley, verrà inclusa nella lista degli “eventi-prova”: saranno 21 mila.
Prove generali con un occhio all'Europeo, visto che il Regno Unito in tutto ospiterà ben 11 gare della competizione: 7 a Wembley (inclusa la Final Four) e 4 a Glasgow, in Scozia. Entrambe le città hanno confermato all'Uefa la disponibilità ad avere spettatori nello stadio. A Wembley saranno un minimo del 25 per cento (cioè poco più di 23mila), ma non si esclude un aumento per le semifinali e la finale (e non è una coincidenza che la prossima tappa del governo è il 23 giugno, cioè una decina di giorni prima delle semifinali). L’Hampden Park di Glasgow - la Scozia, sulle vicende sanitarie, opera in maniera autonoma - ha invece garantito il 25 per cento della capienza, circa 12mila spettatori.
Sia la Football Association che il governo sono ottimisti, ma con tutte le cautele del caso. Il programma di vaccinazione fa ben sperare. La media delle dosi quotidiane è in forte flessione per problemi di scorte ma si spera possa riprendere nelle prossime settimane con l'approvazione del vaccino Johnson & Johnson e l’arrivo di nuove dosi di Moderna. Oggi stesso dovrebbero iniziare a prenotare i vaccini coloro che hanno tra i 40 e i 49 anni. In tutto ha ricevuto la prima dose il 48,2 per cento della popolazione, e l'11,5 per cento ha ricevuto entrambi le dosi.
Al tempo stesso però gli advisor scientifici del governo fanno sapere che il forte calo dei decessi e del numero dei casi non è dovuto alle vaccinazioni bensì al lungo e duro lockdown. Gli anziani, del resto, sono sì più vulnerabili, ma tendono a circolare meno dei giovani. Quindi, massima allerta da qui all'Europeo. E se tutti saranno disciplinati, vedremo Wembley metà pieno - e forse qualcosa di più - a luglio per la finale. Parola di Boris Johnson.