Il golpe di Conte la regina è l’Inter
Dopo aver aperto il ciclo bianconero, l’allenatore è vicino al successo che per il club nerazzurro manca dal 2010
In 68 giornate di campionato ha fatto più punti di tutti gli altri: così il tecnico sta per chiudere la lunga striscia vincente della Juve
Quello che si sta consumando è una sorta di “colpo di stato”. Nel senso che viene abbattuto un re - un assoluto dominatore, visto ciò che ha fatto la Juventus nelle ultime 9 stagioni - e se ne sta per insediare un altro. E non si tratta di un semplice avvicendamento. Il trono, infatti, sta per essere ribaltato a furia di spallate. Già perché i 12 punti con cui l’Inter si è messa dietro la squadra bianconera sono un’inequivocabile dimostrazione di forza. E il capo della rivoluzione non può che essere Conte. Del resto, Zhang e Marotta lo avevano chiamato a Milano proprio con questo obiettivo. Domenica pomeriggio, il tecnico nerazzurro ha raccontato che gli era stato chiesto di provarci concretamente nel giro di un triennio. Beh, ci sta riuscendo con un anno di anticipo, approfittando, è vero, dei problemi che la Juventus, probabilmente, si è creata da sola. Ma non si possono disconoscere i meriti del tecnico leccese, che ha costruito una vera “macchina da guerra” per il nostro campionato, visto che ha tutte le caratteristiche determinanti per primeggiare in serie A, ovvero fisicità, corsa e difesa blindata.
FRECCIA E SORPASSO. A proposito dei meriti di Conte, sono ancora più evidenti in certi numeri. Basti pensare ai punti di ritardo accumulati dall’Inter negli 8 campionati prima del suo arrivo. Il totale fa 230: media di 28,7 a torneo. Una manifestazione di impotenza, insomma. Non a caso, per 6 stagioni i nerazzurri non sono riusciti a qualificarsi in Champions. Ce l’hanno fatta con Spalletti in panchina, che ha certamente posto le basi per la risalita e per il ritorno alla competitività, ma sempre attraverso il piazzamento al quarto posto. Vero che, all’epoca, si trattava del miglior risultato dal 2011, ma non poteva certo soddisfare un club di primo livello come l’Inter. E allora, appunto, c’è voluto Conte per dare la svolta, sostenuto anche dal primo mercato post-settlement agreement che ha permesso di far sbarcare alla Pinetina Lukaku, vale a dire il giocatore più pagato della storia nerazzurra con i suoi 74 milioni di euro e ora più che mai pietra angolare della squadra. Ad ogni modo, la prima stagione contiana è stata una sorta di avvertimento al suo passato bianconero: guardate che ora ci siamo anche noi e che non avrete vita facile. Alla fine, quel campionato si è concluso con un secondo posto, con un distacco di un solo punto, che forse non rispecchiava le effettive distanze tra le due squadre. Ma è stato come mettere la freccia, in attesa di completare il sorpasso. Ora anche quello è nei numeri: 156 punti raccolti in 68 giornate, contro i 145 della Juventus, con l’Atalanta a -17, la Lazio a -23, il Milan a -27, la Roma a -32 e il Napoli a -35.
PARALLELISMI. Vincendo lo scudetto, l’Inter spezzerà un digiuno da trofei di un decennio, ovvero dalla Coppa Italia conquistata del 2011. L’ultimo tricolore, invece, risale all’anno prima, quello del Triplete. Beh, anche da allenatore della Juventus, Conte ha interrotto una corposa astinenza. Non considerando quelli del 2005 e del 2006, revocati da Calciopoli, prima di quello contiano del 2012 per l’ultimo scudetto, infatti, occorreva andare indietro fino al 2003. E’ vero che il calcio italiano non veniva dal predominio assoluto di una squadra come oggi. Ma quello della stessa Inter, si era appena concluso. E il Milan, tornato sul trono d’Italia, sembrava avere tutte le potenzialità per aprire il suo. Di certo quella Juventus, reduce da due settimi posti, non appariva in grado di mettere i bastoni tra le ruote al Diavolo del solito Ibrahimovic. Invece, si consumò il colpaccio. Che, poi, diede il via al regno più lungo che si sia visto in serie A. L’Inter lo sta per spezzare. Per avviare il suo? Chissà: il futuro è l’unica grande incertezza che avvolge il club nerazzurro.