Specialità della casa: gol pesanti e al fotofinish
- L’irriducibile Lazio ha il finale che si merita perché ci crede fino all’ultimo pallone dell’ultima azione dell’ultimo minuto. E’ piena di golden gol la storia che simboleggia la banda di Inzaghi. Verona è stata un’altra tappa palpitante, frutto di un raid da ultimatum. Milinkovic, in stile Caicedo, ha colpito al 92’. La Zona Panterone è diventata la Zona Sergente, nella Zona Lazio tutti quanti possono sperare nel loro turno. Il 2-1 allo Spezia era arrivato all’89’ (gol di Caicedo). A ritroso, il 3-2 al Crotone è stato segnato all’84’ (sempre di Caicedo). L’1-1 con la Juve al 95’ (ancora di Felipao). Il 3-4 al Torino al 98’ (ovviamente di Caicedo), prima ancora arrivò il 3-3 di Ciro al 90’. Sono 9 i punti recuperati nelle cinque partite risolte allo scadere. E’ crudele, per gli avversari, l’ironia di questi numeri. Proprio Verona-Lazio è stata la quinta partita risolta con un gol al fotofinish, l’undicesima strappata di misura (0-1). E’ un record italiano ed europeo per la squadra di Inzaghi, una pattuglia di guastatori, un modello di generosità, sacrificio, agonismo e resistenza. Questa dote è un valore in più. Nessuno, in Serie A e nei cinque campionati top, ha vinto di più con una sola rete di scarto. Solo il West Ham può fregiarsi del primato (11 vittorie di misura
in Premier). Seguono Manchester United, Siviglia, Monaco, Everton, Inter, Lens e Lilla (tutte a 10).
IL CARATTERE. Le fughe per la vittoria della Lazio stanno diventando epiche. Non è finita fin quando
non lo decide la banda di Simone. Non s’arrende mai, lotta finché c’è speranza. Ha sempre qualcosa da dire, da inventare. Il popolo telespettatore ha dovuto fremere ed esplodere davanti alla tv, fosse stato allo stadio in quest’ultima stagione si sarebbero attivati i sismografi dopo i gol firmati dai biancocelesti all’ultimo sospiro. Torna alla mente la frase di Ogni maledetta domenica, film cult degli anni ‘90: «Si vince o si perde, resta da vedere se si vince o si perde da uomini». Può citarla Inzaghi o il suo vice Farris (in panchina a Verona), il più delle volte vale per la Lazio, tranne quando viene inghiottita da quei blackout improvvisi che sono una costante delle sue annate.
LO SPIRITO. Inzaghi, al vice Farris, ha dato una consegna su tutte domenica mattina: «Tieni la squadra sveglia, viva e cattiva fino all’ultimo». Così è stato. Ormai fa parte del dna della banda inzaghiana. Vittorie di misura e vittorie allo scadere, di precedenti simili negli ultimi cinque anni è pieno l’albo d’oro biancoceleste. E’ diventata una doppia specialità, utile nelle partite più bloccate, più tribolate. Per sei volte, sempre in trasferta e sempre in campionato, dal 2016 ad oggi la Lazio è riuscita a ribaltare il risultato dopo il 90’. E’ successo in Sampdoria-Lazio del 3 dicembre 2017: 1-1 all’arrivo del 90’, poi l’1-2 di Caicedo. E’ accaduto il 24 novembre 2019: 1-1 al 90’, 1-2 dopo, sempre del Panterone. Così è stato a Cagliari il 16 dicembre 2019: 1-0 prima del 90’, poi Luis Alberto e Caicedo (1-2). Ricordate Brescia? L’11 è diventato 1-2 con Immobile dopo il 90’. Di Torino-Lazio (3-4) e Verona-Lazio (0-1) sono freschi i ricordi. Inzaghi è lo specialista del ribaltone, i suoi uomini sono esperti in golpe improvvisi. Ormai previsti e inevitabili.
A Verona undicesima vittoria con una sola rete di scarto: primato europeo