Tifosi ad Avellino? Procura al lavoro
POLEMICA NATA SUI SOCIAL, MA C’È UNA RELAZIONE INVIATA AGLI UFFICI FIGC
L’attenzione per la sconfitta del Bari spostata sulle immagini che circolano sul web, le scene di entusiasmo al gol decisivo con la gioia sfrenata dei tifosi presenti nella tribuna dello stadio Partenio. Non sono stati loro a spingere Fella nel deviare la palla in rete ma l’amarezza per la vittoria dell’Avellino è stata espressa dalla tifoseria barese che ha dato sfogo a polemiche a distanza con quella irpina.
ZONA ROSSA. Il tema riguarda le misure di protezione anti-covid, distanziamento e assembramenti, uso della mascherina e rispetto delle regole in una zona “rossa”. «L’attenzione dell’opinione pubblica sul calcio professionistico, sulle squadre e sugli altri attori presenti allo Stadio durante la situazione attuale sarà massima. Un comportamento esemplare per quanto riguarda le misure igieniche e isolamento al di fuori del terreno di gioco risulterà decisivo», recita il comunicato Figc nel fornire le indicazioni generali per la gestione delle gare in modalità «a porte chiuse», indicando una presenza massima di 255 persone all’interno della struttura sportiva, dettagliatamente indicate.
Accesso all’impianto per 74 tra calciatori titolari e riserve, personale in panchina, match analyst, 4 ufficiali di gara, 6 raccattapalle, 4 Procura federale e antidoping, 8 forze dell’ordine, 3 steward, 35 addetti ai servizi (led, sanitari, pulizia, medici), 55 giornalisti, operatori e fotografi, 8 delegazione ospitante e 4 ospite (dirigenza Bari) e altri addetti autorizzati e rigorosamente identificati. Nell’unico settore aperto, dunque, un massimo di 40-45 persone. Dalle immagini e foto che girano sul web, si contano circa 300 presenti (si vedono anche alcuni bambini) nella tribuna centrale, unico settore aperto alle persone accreditate. Una decina (da una foto se ne contano 14) nel settore laterale, rigorosamente chiuso al pubblico. Com’è potuto succedere tutto questo e chi doveva controllare?
ACCREDITATI. Pare che alcune persone, ai cancelli di ingresso, si siano qualificate quali appartenenti alle forze dell’ordine, seppure liberi da servizio, per accedere in un settore che doveva rimanere vuoto. Veri o presunti tali? Il materiale fotografico e video potrebbe aiutare a capire l’arcano, ove necessario, ma a quanto pare i rappresentanti della Procura Federale avrebbero comunque relazionato, con supporto fotografico, alla Figc che potrebbe evidenziare la responsabilità delle norme finalizzate al contenimento dell’emergenza epidemiologia. Qualcosa non ha funzionato, ma furbetti e “imbucati” non conoscono zona rossa o porte chiuse. Succede non solo ad Avellino. Ma non dovrebbe succedere, da nessuna parte.