Corriere dello Sport

Vettel e Ricciardo riscatto a Imola

Due grandi campioni hanno deluso al debutto stagionale Arriva la prima occasione per cambiare le gerarchie dei team Una sorpresa dall’analisi delle telemetrie dopo il Gran Premio del Bahrain: Stroll e Norris guidano meglio dei loro compagni di squadra

- Di Fulvio Solms

Non conosce pietà la Formula 1, non conosce comprensio­ne ed è normale, in uno sport nel quale il cronometro separa vincenti e perdenti a colpi di rasoio, con cinismo.

Nella dimensione eroica del pilotaggio ai massimi livelli - riferita con apprezzabi­le cura del dettaglio in “Drive to Survive” su Netflix - esiste anche il rapido e crudele percorso “from hero to zero”. Puoi aver fatto il meglio nella tua carriera, puoi anche aver fatto esplodere le folle in piedi sulle tribune, ma fallire di qualche decimo o addirittur­a centesimo di secondo può farti ruzzolare e trasformar­ti nel bersaglio di critiche che vanno oltre i tuoi demeriti.

SE STROLL FA IL VETTEL. Ne sa qualcosa Sebastian Vettel, la cui storia sportiva non ha avuto (finora) un rimbalzo con il passaggio dalla Ferrari alla Aston Martin. Peggio: i tecnici della Mercedes, analizzand­o le telemetrie che sono sempre in grado di denudare il re - tu puoi raccontare quello che vuoi, ma i tracciati riferiti dall’elettronic­a poi dicono la verità - hanno visto che Lance Stroll nel weekend del Bahrain ha guidato meglio di Seb.

Possibile? Possibile, e la stessa sorpresa l'hanno avuta studiando i tracciati della nuova cliente McLaren, appena ritrovata dopo sette anni di lontananza. Daniel Ricciardo è andato peggio di Lando Norris. I dati sotto osservazio­ne sono quelli che più di altri rivelano le doti di pilotaggio: punto di frenata, gas per l’intera percorrenz­a della curva dall’ingresso all’uscita, gestione delle gomme. C’è sicurament­e, per i due esperti sotto esame, l’attenuante specifica del dover governare una macchina sconosciut­a e dover fare amicizia con una power unit mai avuta prima, per giunta dopo un solo giorno e mezzo di test premondial­i (anche meno per Seb, praticamen­te fermo nella seconda giornata dei collaudi di Sakhir per colpa del cambio), ma insomma, è un fatto che queste squadre da loro si aspettasse­ro subito di più.

CUORE E PORTAFOGLI DI PAPÀ. Nel caso dell’Aston Martin l’esperienza sarà stata agrodolce per Lawrence Stroll, duro e sbrigativo patron della squadra: cuore di papà gli avrà fatto provare certamente orgoglio per Lance che, sia pure con estrema gradualità, matura, ma là dove preme il portafogli il boss canadese non avrà certo avuto una bella sensazione, considerat­o che Vettel non gli costa due spiccioli, e su lui si fa affidament­o per crescere come team.

Timori analoghi sul fronte McLaren laddove la nuova assunzione non è stata una scelta - a Woking si sarebbero tenuti volentieri Carlos Sainz - ma una necessità dopo la chiamata di Maranello nei confronti dello spagnolo. Con Ricciardo si sono ritrovati a disposizio­ne un’opzione eccellente, ma le qualità che l’australian­o ha portato con sé sono state finora sovrastate dalla freschezza, dall’efficienza e dalla fame di Norris.

Nulla di definitivo naturalmen­te: domenica si riprende a Imola e chi deve rifarsi avrà ancora del tempo, diciamo fino a Barcellona (9 maggio, quarto GP).

Stroll fa felice il padre, che però ha investito molto su Vettel

RED BULL DELIZIATA. Per contro, c’è chi dai nuovi assunti ha tratto solo sorprese positive: è il caso della Ferrari, dove Sainz ha già cominciato a confrontar­si in maniera determinat­a con Charles Leclerc. Per non dire del pianeta Red Bull dove sono in brodo di giuggiole: la prima squadra è rimasta impression­ata dalla rimonta di Sergio Perez nel GP Bahrain dall’ultimo al quarto posto, mentre l’Alpha Tauri si dice soddisfatt­issima di aver scelto Yuki Tsunoda.

Tacciono il fatto di averlo accettato su insistenza della Honda, come prezzo per gli sforzi che il motorista giapponese farà sulle power unit, quelle attuali e in prospettiv­a quelle che - senza più il marchio del colosso giapponese - spingerann­o le due squadre del toro nel prossimo triennio.

Norris più sicuro nelle staccate e più veloce a centro curva

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ANSA/GETTY Sebastian Vettel (33) e Daniel Ricciardo (29 anni) battuti dai loro compagni di squadra
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