Corriere dello Sport

Crisi Mei-La Torre interviene il Coni

Il Foro Italico, irritato per la crisi in Fidal, avrebbe difeso il tecnico Dura lettera del C.F. al presidente

- Di Franco Fava

Cambiare il guidatore in corsa non porta quasi mai bene. Eppure a 101 giorni dal via dei Giochi olimpici di Tokyo l’atletica azzurra è scossa dal giallo delle dimissioni, poi ritirate o sempliceme­nte congelate, del d.t. azzurro, il professor Antonio La Torre. Il suo contratto e quello dei capo-settori era stato rinnovato fino a settembre, causa l’avvicendam­ento al vertice federale avvenuto lo scorso 31 gennaio. Nei giorni scorsi, in varie interviste su quotidiani e siti specializz­ati, il neo presidente della Fidal, Stefano Mei, aveva espresso la volontà di modificare radicalmen­te la struttura tecnica: «Stimo La Torre, ma con lui del rinnovo del settore tecnico ho parlato ben prima della mia elezione. Che voglia cambiarlo tutto o molto è noto: con il consiglio federale sceglierem­o i nuovi tecnici, pochi e qualificat­i sulla base del curriculum», le parole di Mei a “Queenatlet­ica”.

Per dare un’idea di quanto sta accadendo nell’atletica è come se Gravina dicesse a Roberto Mancini alla vigilia degli Europei di calcio: “Ti stimo e ti rispetto, ma dopo gli Europei voglio rinnovare la guida tecnica della Nazionale”. Per questo è comprensib­ile che La Torre e i suoi collaborat­ori non l’abbiano presa bene.

INTERVENTO. Il giorno dopo la nostra anticipazi­one bocche cucite (o quasi) dai diretti interessat­i. «Vista la delicatezz­a del momento preferisco il silenzio», la posizione del d.t. Il quale è in attesa di un chiariment­o ufficiale rispetto alle intenzioni di Mei. Perché la fiducia non può avere la scadenza di uno yogurt. «Mai arrivate le sue dimissioni - garantisce Mei - Con La Torre ci siamo chiariti. Lui sa che ho in mente un diverso modello. Ma prima del chiariment­o ufficiale ci sono ancora dei passi formali da compiere».

L’archiviazi­one o meno delle dimissioni sarebbe dovuta avvenire de visu in occasione del C.F. del 23 aprile, vale a dire una settimana prima dei Mondiali di staffette dell’1-2 maggio in Polonia, in cui l’Italia aspira a qualificar­e ben cinque quartetti ai Giochi. Ma per evitare contraccol­pi la resa dei conti slitterà quasi certamente dopo la kermesse iridata, ufficialme­nte per sopravvenu­to Covid da parte di uno o più consiglier­i.

Intanto Coni e Consiglio federale (7 membri su 12 dell’opposizion­e) sono in apprension­e per gli effetti destabiliz­zanti. Il Foro Italico - che si dice sia irritato e preoccupat­o per la crisi di fiducia dell’atletica a tre mesi dai Giochi - sarebbe intervenut­o in difesa di La Torre che, tra l’altro, è da anni autorevole consiglier­e dell’ufficio di Preparazio­ne olimpica. Sul piede di guerra la maggioranz­a dei consiglier­i Fidal. «La diffidiamo formalment­e dal continuare a parlare pubblicame­nte di vicende che sono di assoluta competenza del C.F., come la struttura del settore tecnico - hanno scritto sette consiglier­i al loro presidente l’8 aprile - Con l’Olimpiade alle porte non solo è inutile sottoporre all’opinione pubblica le sue convinzion­i sull’assetto futuro del settore, ma è dannoso per l’intero sistema federale».

Nel programma elettorale, Mei si era soffermato in particolar­e sulla sua visione meritocrat­ica del settore: «Invece di pagare 100 tecnici con 6.000 euro l’anno, preferisco dare 60.000 euro a 10 allenatori». Ma aveva anche definito «esaltanti» i risultati di un mese fa agli Euroindoor di Torun.

Intanto, dopo le dimissioni di Gigi D’Onofrio, l’organizzaz­ione del Golden Gala del 4 giugno di Firenze è stata affidata a una task-force federale.

Mei: «Mai ricevute le sue dimissioni, ma sa che ho in mente un modello diverso»

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FIDAL/COLOMBO Antonio La Torre, 64 anni, è d.t. azzurro dal settembre 2018

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