Cagliari, la salvezza si ottiene a suon di gol
Il reparto offensivo attraversa un periodo di involuzione Soltanto Joao Pedro ha avuto una certa continuità ma anche il brasiliano non segna da quattro turni
Peggio hanno fatto solo Benevento e Parma (prossimo avversario dei rossoblù sabato sera alla Sardegna Arena), ma se il Cagliari vuole ancora salvarsi dovrà cambiare prima di tutto i numeri di un attacco che fino ad ora è stato deludente. Terz’ultimo reparto avanzato della massima serie con appena trentuno reti messe a segno, dieci delle quali nel 2021, frazione di campionato durante la quale nessuno ha segnato meno.
INVERSIONE D’OBBLIGO. E se non fosse stato per i tredici centri di Joao Pedro, la stagione già di per se compromessa sarebbe stato fallimentare con diverse giornate d’anticipo. Non c’è più tempo per gli esperimenti né, come più volte ribadito dallo stesso Leonardo Semplici, per la parole perché in queste ultime otto giornate serviranno solo i fatti. Possibilmente accompagnati dai gol che sono l’unica vera medicina per evitare il male tanto temuto della retrocessione. Le quattro sconfitte di fila hanno fatto scattare più di un campanello d’allarme ma a preoccupare, dopo le due reti realizzate in casa della Sampdoria, è l’andamento di un reparto offensivo che, poco prolifico per tutta la stagione, è incappato di nuovo in una preoccupante involuzione. Due reti nelle ultime quattro gare, nessuna delle quali decisive per portare punti a casa e una situazione di un attacco che non riesce a fare la differenza. Se a questi numeri, poi, si aggiunge il digiuno dell’unico marcatore che ha avuto una certa continuità, il numero 10 rossoblù che è il brasiliano più prolifico dei cinque maggiori campionati europei, la situazione è davvero critica. Quattro turni all’asciutto e ultimo centro che risale al 7 marzo scorso in casa della Sampdoria
per Joao Pedro che, un pò come il resto della squadra, sta attraversando un momento tutt’altro che positivo.
LE MOSSE. Difficile trovare il bandolo della matassa anche per alcune scelte (Cerri titolare contro il Verona) non esattamente in linea con il periodo, ma il Cagliari potrà uscirne, o quantomeno provarci, solo con una grande mano da parte delle punte che dovranno iniziare a segnare. Troppo esiguo, infatti, l’apporto dei colleghi di reparto di Joao Pedro che non sono riusciti a sbloccarsi definitivamente. Mancano all’appello i gol di Simeone e Pavoletti, ma anche qualche incursione di centrocampisti e difensori che dovranno partecipare soprattutto nelle azioni da fermo. Ma in particolare dovrà cambiare l’approccio alle gare e la costruzione del gioco perché senza palle pulite nel cuore dell’area avversaria, difficilmente potranno arrivare le reti. Sarà fondamentale costruire azioni meno confuse non affidandosi solo ai lanci lunghi ma provare a sfruttare meglio il palleggio, rendendolo più veloce ed efficacia, per guadagnare il fondo. I cross dalle corsie sono totalmente svaniti, così come gli inserimenti dei centrocampisti, ma ad accompagnare i rossoblù dovrà essere quella carica agonistica particolare di chi sa che non può concedersi ulteriori passi falsi.
Mancano all’appello le reti di Simeone e Pavoletti, ma anche dei centrocampisti