Corriere dello Sport

Rincorsa Marquez c’è un altro ostacolo

Il GP del Portogallo segna il rientro dell’asso della Honda La “remontada” parte da un circuito su cui ha girato solo due volte nei test. «Volevo tornare prima, ma stavolta ho seguito i medici»

- di andrea De Pauli

L’attesa è finita! Sono passati nove mesi scarsi, 16 GP, tre operazioni e mille complicazi­oni da quel maledetto 19 luglio e ora Marc Marquez può finalmente riapparire sul circuito di Portimão, per tornare a battagliar­e con i suoi spericolat­i colleghi. Per il via libera definitivo manca solo l’ok dei medici di pista, ma si tratta di una mera formalità. Basti ricordare che, in condizioni ben peggiori, l’otto volte campione del mondo la scorsa estate, sul “luogo del delitto” di Jerez, aveva ottenuto il permesso di gareggiare a soli due giorni dalla prima operazione, per poi arrendersi all’evidenza: sebbene il nervo radiale fosse rimasto miracolosa­mente illeso dopo il pauroso impatto del braccio destro con l’anteriore della fedele RC213V, l’omero fratturato non reggeva.

Di qui l’avvio di un cammino iniziatico all’insegna della pazienza per un pilota che aveva sempre vissuto a tutta velocità, all’inseguimen­to della vittoria successiva. E adesso tutti si chiedono, a iniziare dal diretto interessat­o, che riparte con due gare di ritardo rispetto agli avversari e con ben 40 punti di distacco dal sorprenden­te leader Johann Zarco, se il centauro di Cervera possa davvero essere competitiv­o fin dal primo giro o se, invece, toccherà aspettare ancora un po’.

L’UOMO NUOVO. In attesa che prove, qualifiche e, soprattutt­o, la gara sull’asfalto andaluso ci dicano che pilota sia il Marquez di oggi, il ventottenn­e catalano ha riassapora­to i vecchi riti, riapparend­o a nove mesi di distanza dall’ultima partecipaz­ione in uno dei tradiziona­li comunicati del martedì, emessi dal team Repsol Honda nella settimana della gara. «È una grande emozione tornare alla MotoGP,

con la mia squadra e la mia moto», la prima riflession­e. «Abbiamo lavorato molto duro per riuscirci, ho passato tante ore in palestra con Carlos, il mio fisioterap­ista. Ci sarebbe piaciuto esserci già in Qatar, ma i medici me lo hanno sconsiglia­to e ho deciso di ascoltarli. Ho cercato di dar retta agli specialist­i e ai messaggi del mio corpo per poter far ritorno alla MotoGP. È quello che più amo».

L’ANGELO CUSTODE. Parole che ci restituisc­ono un Marquez apparentem­ente più maturo e saggio, e dietro le quali si nasconde un percorso di paziente ricostruzi­one fisica e mentale. Esperienza che, nelle ore che precedono il ritorno alle competizio­ni, è stata descritta anche da Carlos Garcia, l’inseparabi­le fisioterap­ista che ha affiancato il pilota catalano nel suo impervio cammino di rinascita, scandito da due sessioni quotidiane di riabilitaz­ione e un numero incalcolab­ile di chilometri a piedi e in bicicletta, sempre ad alta velocità. «Non hai nulla da dimostrare a nessuno, tu sei Marc», l’affettuoso messaggio attraverso il profilo Instagram. «Abbiamo dato tutto quello che avevamo dentro in questi quasi nove mesi che sono stati i più lunghi della nostra vita. Adesso siamo alla fine del tunnel».

L’IMPRESA. Lasciati alle spalle i giorni in cui un gesto banale come riuscirsi a farsi la doccia da soli, a chiudere a chiave una porta o a lavarsi i denti con la mano destra erano stati festeggiat­i alla stregua di un primo posto alla bandiera a scacchi, come raccontato in queste ultime settimane, Marc ora può centrarsi sul suo piano di “remontada”. A disposizio­ne 17 gare, a partire da quella all’Autodromo Internacio­nal do Algarve, un circuito con cui non ha particolar­e dimestiche­zza, per averci girato solo in un paio di test, uno nel 2012 in Moto2 e un altro, più recente, nel 2019 con la RC213V-S. A incoraggia­rlo, l’incredibil­e precedente della rincorsa del 2017 - anno in cui riuscì a colmare un gap di 37 punti rispetto a Viñales, in appena 7 gare - che valse la conquista della quarta delle attuali sei corone iridate nella classe regina.

Per rinascere, due sedute quotidiane Corsa e bici sempre ad alta velocità

 ?? ANSA ?? Marc Marquez 28 anni, nel luglio scorso a Jerez, prima dell’incidente in gara che gli è costato la stagione
ANSA Marc Marquez 28 anni, nel luglio scorso a Jerez, prima dell’incidente in gara che gli è costato la stagione
 ??  ?? IL RECUPERO
Lo spagnolo ritratto in un momento di pausa dopo un recente allenament­o in mountain bike. Marc ha lavorato sodo per rientrare in gara il prima possibile
IL RECUPERO Lo spagnolo ritratto in un momento di pausa dopo un recente allenament­o in mountain bike. Marc ha lavorato sodo per rientrare in gara il prima possibile
 ??  ?? LA CADUTA
Il pauroso volo di Marquez a Jerez, lo scorso 19 luglio, che gli è costato la frattura dell’omero destro. Poi aggravata dal tentativo di rientro dopo soli 5 giorni
LA CADUTA Il pauroso volo di Marquez a Jerez, lo scorso 19 luglio, che gli è costato la frattura dell’omero destro. Poi aggravata dal tentativo di rientro dopo soli 5 giorni

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