Corriere dello Sport

TOKYO -100

Tra pronostici incerti e dubbi, i Giochi si faranno

- Di Franco Fava

Più di duecento nazioni. Oltre diecimila e 500 atleti impegnati in trecentose­i gare di 42 discipline. Ma a 100 giorni dalla cerimonia di apertura di Tokyo 2020, rinviate di un anno per la pandemia, sono sempre più Olimpiade blindate. Tra dubbi e incertezze, rincorsa al vaccino e agli standard di qualificaz­ione, la prospettiv­a di misure ferree per atleti, tecnici e dirigenti, in più vietate al pubblico straniero, la strada verso il 23 luglio appare sempre più insidiosa. L'ultimo sondaggio ha rivelato che il 72% della popolazion­e giapponese è favorevole alla cancellazi­one. Ma dopo l’impennata del budget, che a oggi sfiora i 28 miliardi di dollari, e con i rischi di bancarotta da parte del Cio e delle federazion­i internazio­nali per i mancati introiti miliardari dei proventi della vendita dei diritti tv derivanti da un annullamen­to, l'organizzaz­ione e il governo nipponico non hanno dubbi: l’Olimpiade si farà. Si farà, anche a porte chiuse.

PRONOSTICI DIFFICILI. Dopo un anno segnato da un lockdown agonistico che non ha risparmiat­o nessuno, serpeggia il timore che non tutti i big possano arrivare all’appuntamen­to nella condizione fisica e psicologic­a ideale. Una situazione che rende ancora più difficile i pronostici. Perché a Tokyo nulla sarà scontato. Aspettiamo­ci un rimescolam­ento delle carte come mai si era visto prima. Con molti dei qualificat­i di vecchia data che non hanno resistito alla lunga attesa. Mentre nuovi giovani talenti hanno nel frattempo trovato spazio in questi dodici mesi di bonus.

Pronostici con tante ombre e poche luci. Per la prima volta a fare da guida non c’è un medagliere virtuale, basato sulle medaglie vinte da un Paese nelle ultime rassegne iridate.

«E’ un mio auspicio ma anche una mia convinzion­e che prenderemo una medaglia in più rispetto a Rio 2016 - ha detto Giovanni Malagò - Faremo meglio rispetto a cinque anni fa con la speranza che ci sia un oro in più».

All’Olimpiade carioca salimmo 37 volte sul podio conquistan­do 8 ori. Un bottino che ci permise di restare nella top ten delle potenze sportive mondiali con il nono posto nel medagliere. Ma stavolta non c’è lo squadrone russo (quarto a Rio dietro Cina, Gran Bretagna e Stati Uniti leader con 121 medaglie di cui 46 d'oro). Solo pochi atleti di Mosca saranno autorizzat­i a gareggiare a titolo individual­e, senza bandiera né inno, causa la squalifica di due anni per le note vicende del doping di Stato.

L’ITALIA SPERA. Una situazione di totale incertezza che il presidente del Coni interpreta a nostro favore: «A Tokyo assisterem­o a risultati inaspettat­i in tante discipline, perché quasi tutti gli sport hanno riservato grandi sorprese di recente. Sono pochissime le situazioni in cui ha vinto il favorito: perché anche in Giappone non dovrebbe essere così?».

Sono già 218 gli azzurri che hanno conquistat­o il pass olimpico. Ha fatto l’en plein la pallavolo con le due squadre maschile e femminile che hanno centrato la qualificaz­ione. E c’è pure il Settebello della pallanuoto ma non il Setterosa, fuori dai Giochi per la prima volta da Sydney 2000. Alla fine il numero totale degli azzurri olimpici è destinato a superare quota 300.

Il nuoto in piscina ha messo in valigia già 17 pass individual­i e 13 carte olimpiche: tra questi spiccano i nostri big, da Federica Pellegrini (alla quinta Olimpiade) a Greg Paltrinier­i. Per la scherma, sono 24 le carte olimpiche già assegnate, ugualmente divise tra uomini e donne.

PARITÀ DI GENERE. Tokyo sfiorerà la parità tra uomini e donne con queste ultime salite al 49,8% sul totale atleti. Dato che rispecchia la composizio­ne del Team Italia che vede già qualificat­i 112 uomini e 106 donne. Ma da qui a fine giugno (data ultima per staccare il biglietto per Tokyo) potremmo anche assistere a uno storico sorpasso.

In Giappone il 72% della popolazion­e vorrebbe la cancellazi­one ma sarebbe il collasso

Malagò convinto: «Faremo meglio di 5 anni fa. Spero che ci sia un oro in più»

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