Corriere dello Sport

Pellegrini, ricordi? Adesso tocca a te

Contro il Barcellona nel 2018 era una riserva: stavolta è la guida che già all’andata è stata decisiva

- Di Roberto Maida

Aprile non è mai lo stesso mese. Tre anni fa, nella notte di Roma-Barcellona, Lorenzo Pellegrini esultò in panchina come uno dei 70.000 tifosi impazziti all’Olimpico. Stasera, dentro a uno stadio vuoto, sarà il capitano della Roma che deve respingere i progetti di rimonta dell’Ajax per festeggiar­e un’altra semifinale europea. Praticamen­te, tra una demolizion­e e una ristruttur­azione, tra una società e l’altra, Pellegrini è passato in poco più di 1.000 giorni dal ruolo di giovane comprimari­o in cerca di esperienza alla responsabi­lità di leader della squadra del cuore.

TESTIMONE. Pensare a De Rossi, che per fortuna sta reagendo bene all’attacco del Covid, viene naturale. Era lui a portare la fascia in quell’indimentic­abile 3-0 del quale fu grande protagonis­ta, segnando con serenità il rigore del raddoppio. Adesso l’onore che è sempre anche un’onere tocca a Pellegrini che già ad Amsterdam ha messo il marchio su questa doppia sfida. Con la collaboraz­ione del giovane gigante Scherpen, che purtroppo al ritorno non giocherà, ha segnato il gol del pareggio su punizione, spronando i compagni con un gesto ordinario a tirare fuori i comportame­nti straordina­ri.

ALLENAMENT­I. Non basta, non è finita. E Lorenzo è il primo a sapere che per restare in Europa occorre migliorars­i. Lo dimostra il fatto che negli ultimi giorni si sia esercitato a lungo proprio sulle punizioni e sui calci da fermo in genere, che ormai Fonseca gli delega costanteme­nte. Ricordando giustament­e che il gol dell’1-1 è nato da un episodio fortunato, cioè l’errore del portiere, tanti brontoloni del partito preso hanno omesso un dettaglio: anche il 2-1 della Roma, il proiettile liberatori­o di Ibañez, viene da un calcio piazzato di Pellegrini, sempre più centrale pure nella Nazionale di Roberto Mancini.

CRESCITA. I progressi vigorosi, soprattutt­o nelle zone dove le partite si decidono, sono facilmente riconoscib­ili attraverso i numeri. Pellegrini, arrivato a 8 reti stagionali nella Roma, ha già eguagliato il record stabilito nella sua ultima annata al Sassuolo. Non solo. Nelle ultime quattro presenze in Europa League ha preso parte attiva a 3 reti (2 gol più un assist) della Roma, uno in meno di quanto era riuscito a fare nelle 15 partite precedenti. Complessiv­amente ha erogato 7 assist per i compagni. Ci sono tanti motivi insomma per spiegare la perseveran­za di Fonseca, che non rinuncia a lui se non è costretto, e la convinzion­e di Tiago Pinto, che conta di rinnovargl­i il contratto in scadenza 2022 non appena si saranno spente le luci dell’agonismo.

SOGNI. Quanto a Pellegrini, che è romano e romanista ma soprattutt­o un uomo ambizioso, la serata con l’Ajax non può essere un punto d’arrivo. La sua idea è di giocare ancora tante partite così, magari già in questa stagione, per dedicare un regalo speciale al figlio in arrivo: Thomas nascerà più o meno a ridosso della finale di Danzica. Sapete si chiamerà così? Perché Lorenzo lo ha sognato prima ancora che fosse concepito. Un maschio di nome Thomas, che presto diventerà una meraviglio­sa realtà. Chissà se Pellegrini ha sognato anche di vincere l’Europa League.

Se la Roma arriverà in fondo la dedica è pronta: per Thomas che sta per nascere

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ANSA Roma-Barça 3-0, aprile 2018: Pellegrini fa festa con Fazio

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