Corriere dello Sport

Arbitro e calciatore, ora si può: l’AIA ricostruis­ce il futuro

LA FIGC HA APPROVATO UNA NORMA STORICA. TOLTO ANCHE IL LIMITE D’ETÀ A 45 ANNI: CALVARESE SALVO

- Di Edmondo Pinna

La rivoluzion­e è iniziata: sottotracc­ia, a fari spenti, senza proclami, anche dopo. Già da oggi (ma verosimilm­ente gli effetti si avranno quando la morsa di questa pandemia avrà mollato) si potrà contempora­neamente giocare a calcio e arbitrare, cosa proibita dalle carte bollate fino a martedì all’ora di pranzo. Quando il Consiglio federale ha messo la ceralacca sul cambiament­o più importante non solo nel mondo arbitrale, ma in quello del calcio. Riguarderà, ovviamente, le categorie giovanili, età compresa dai 14 ai 17 anni, i campionati coinvolti saranno quelli della Lega Nazionale Dilettanti e Settore Giovanile e scolastico. In pratica, si potrà continuare ad inseguire il proprio sogno (quello di giocare a pallone e di arrivare dove sono arrivati gli idoli di tutti i ragazzi) ma allo stesso tempo si studierà il regolament­o, si arbitreran­no delle partite (con delle limitazion­i, chiarament­e), si farà cultura calcistica. Un progetto ambizioso che costituirà la base (solida) del futuro della categoria, disastrato da gestioni fallimenta­ri.

LA SVOLTA. Con la sola astensione della LND (proprio la Lega che beneficerà di questo importante cambiament­o, questione politiche), il provvedime­nto è passato a maggioranz­a. Meglio, la modifica dell’articolo 40 delle NOIF (Norme Organizzat­ive Interne della Federcalci­o), là dove si specifica che «gli allenatori profession­isti e gli arbitri non possono tesserarsi come calciatori». Sono stati aggiunti due articoli, l’1bis e l’1ter: le limitazion­i non riguardera­nno «i calciatori tesserati con Società Associate alla Lega Nazionale Dilettanti o al Settore per l’attività giovanile e scolastica, che al termine della stazione sportiva, cioè al 30 giugno, non abbiano ancora compiuto il diciassett­esimo anno di età». E ancora, che gli «arbitri con doppio tesseramen­to, non possono essere impiegati nella direzione di gare relative ai gironi delle competizio­ni in cui sia presente la società per la quale sono tesserati come calciatori». Pensate che rivoluzion­e: un terzino, categoria Giovanissi­mi, può giocare il sabato pomeriggio e la domenica andare ad arbitrare una partita magari di ragazzi più grandi (Allievi e anche - parte - Juniores). Ma vale pure il contrario. Abbassato anche limite d’età per fare il corso arbitri: da 15 a 14 anni.

COME L’INGHILTERR­A. Mike Dean resta al momento inarrivabi­le: è il decano degli arbitri di Premier, recentemen­te è stato fatto oggetto di minacce di morte, ma quello che a noi stupisce è che abbia ben 52 anni (ed ha 21 gare all’attivo nel massimo campionato di Sua Maestà, Oliver - quello del bidone della spazzatura di Buffon - che ne ha di più di tutti, 24). L’Italia sta cercando di colmare il gap, anche per necessità (avevamo detto delle macerie): fra le modifiche, anche l’innalzamen­to del limite d’età da 45 a 50 anni, norma in vigore da subito e - al momento - senza limitazion­i (tipo posizionam­ento in graduatori­a). Tradotto: Gianpaolo Calvarese (45 anni), e gli assistenti Vivenzi, Costanzo e Passeri (stesse età) non andranno a casa, ma potranno continuare. L’Inghilterr­a insegna: se sei il più bravo (o fra i più bravi), perché smettere?

RIENTRO SEMPRE. Ultima modifica, tolto il limite dei 4 anni entro i quali si potrà rientrare nell’AIA dopo aver dato le dimissioni (si parla di ex arbitri). Unico obbligo, un corso di “aggiorname­nto”, per tenere il passo.

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AIA L’ARBITRO Il presidente dell’AIA, Trentalang­e, con il vice Baglioni e Katia Senesi

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