Arbitro e calciatore, ora si può: l’AIA ricostruisce il futuro
LA FIGC HA APPROVATO UNA NORMA STORICA. TOLTO ANCHE IL LIMITE D’ETÀ A 45 ANNI: CALVARESE SALVO
La rivoluzione è iniziata: sottotraccia, a fari spenti, senza proclami, anche dopo. Già da oggi (ma verosimilmente gli effetti si avranno quando la morsa di questa pandemia avrà mollato) si potrà contemporaneamente giocare a calcio e arbitrare, cosa proibita dalle carte bollate fino a martedì all’ora di pranzo. Quando il Consiglio federale ha messo la ceralacca sul cambiamento più importante non solo nel mondo arbitrale, ma in quello del calcio. Riguarderà, ovviamente, le categorie giovanili, età compresa dai 14 ai 17 anni, i campionati coinvolti saranno quelli della Lega Nazionale Dilettanti e Settore Giovanile e scolastico. In pratica, si potrà continuare ad inseguire il proprio sogno (quello di giocare a pallone e di arrivare dove sono arrivati gli idoli di tutti i ragazzi) ma allo stesso tempo si studierà il regolamento, si arbitreranno delle partite (con delle limitazioni, chiaramente), si farà cultura calcistica. Un progetto ambizioso che costituirà la base (solida) del futuro della categoria, disastrato da gestioni fallimentari.
LA SVOLTA. Con la sola astensione della LND (proprio la Lega che beneficerà di questo importante cambiamento, questione politiche), il provvedimento è passato a maggioranza. Meglio, la modifica dell’articolo 40 delle NOIF (Norme Organizzative Interne della Federcalcio), là dove si specifica che «gli allenatori professionisti e gli arbitri non possono tesserarsi come calciatori». Sono stati aggiunti due articoli, l’1bis e l’1ter: le limitazioni non riguarderanno «i calciatori tesserati con Società Associate alla Lega Nazionale Dilettanti o al Settore per l’attività giovanile e scolastica, che al termine della stazione sportiva, cioè al 30 giugno, non abbiano ancora compiuto il diciassettesimo anno di età». E ancora, che gli «arbitri con doppio tesseramento, non possono essere impiegati nella direzione di gare relative ai gironi delle competizioni in cui sia presente la società per la quale sono tesserati come calciatori». Pensate che rivoluzione: un terzino, categoria Giovanissimi, può giocare il sabato pomeriggio e la domenica andare ad arbitrare una partita magari di ragazzi più grandi (Allievi e anche - parte - Juniores). Ma vale pure il contrario. Abbassato anche limite d’età per fare il corso arbitri: da 15 a 14 anni.
COME L’INGHILTERRA. Mike Dean resta al momento inarrivabile: è il decano degli arbitri di Premier, recentemente è stato fatto oggetto di minacce di morte, ma quello che a noi stupisce è che abbia ben 52 anni (ed ha 21 gare all’attivo nel massimo campionato di Sua Maestà, Oliver - quello del bidone della spazzatura di Buffon - che ne ha di più di tutti, 24). L’Italia sta cercando di colmare il gap, anche per necessità (avevamo detto delle macerie): fra le modifiche, anche l’innalzamento del limite d’età da 45 a 50 anni, norma in vigore da subito e - al momento - senza limitazioni (tipo posizionamento in graduatoria). Tradotto: Gianpaolo Calvarese (45 anni), e gli assistenti Vivenzi, Costanzo e Passeri (stesse età) non andranno a casa, ma potranno continuare. L’Inghilterra insegna: se sei il più bravo (o fra i più bravi), perché smettere?
RIENTRO SEMPRE. Ultima modifica, tolto il limite dei 4 anni entro i quali si potrà rientrare nell’AIA dopo aver dato le dimissioni (si parla di ex arbitri). Unico obbligo, un corso di “aggiornamento”, per tenere il passo.