Djokovic in cattedra «Ma Sinner mi piace»
Il n.1 del mondo non ha preso sottogamba il giovane azzurro, battendolo in due set «Colpisce forte ed è più maturo della sua età. Non era un turno facile». Jannik sotto grande pressione: «Spero di rigiocarci»
Jannik Sinner «ha dimostrato di essere il futuro del tennis. Anzi, avendo giocato la finale a Miami, è già il presente di questo sport». Le parole di Novak Djokovic, dopo il 6-4 6-2 sul teenager azzurro al secondo turno del Masters 1000 di Montecarlo, sono più di un complimento di facciata. Il complimento migliore, comunque, Djokovic gliel’ha fatto in campo. Perché l’ha affrontato con la concentrazione massima per tutta la partita, perché dal 5-4 nel primo set ha giocato cinque-sei game da numero 1 del mondo senza dosare le energie, come gli è capitato in altre occasioni nei primi turni dei grandi tornei. Negli ottavi di finale il serbo incontrerà Daniel Evans, che ha vinto la sua prima partita ATP sul rosso dal torneo di Barcellona del 2017. Il britannico ha eliminato in due set il polacco Hubert Hurkacz, che aveva sconfitto Sinner in finale a Miami.
LA SFIDA. In una sfida che ha scatenato una grande attesa anche tra i non appassionati del tennis, il numero 1 del mondo ha mostrato a Sinner un ventaglio completo di colpi, soluzioni e strategie. Totalmente padrone della materia, ha giocato profondo negli scambi rovescio contro rovescio, ha fatto muovere l’azzurro tenendolo lontano dal centro e dalla riga di fondo per poi chiamarlo a rete con un ricorso costante alla palla corta. Ne ha giocate più di venti in tutto il match, per la maggior parte contro il dritto di Sinner.
L’azzurro non ha iniziato male, è andato anche avanti di un break sul 2-1. «Ho giocato un brutto game - ha ammesso l’altoatesino, numero 22 del mondo - poi lui ha iniziato a spostarmi di più. Allora ho cercato di giocare più profondo e di farlo muovere». Ma il serbo gli ha messo una pressione ad oggi insostenibile per un diciannovenne come Jannik, che comunque ha avuto un’occasione per rientrare in partita, una palla-break che avrebbe potuto portarlo sul 3-4.
MIGLIORARE TUTTO. “Nole” ha impostato la partita su un piano chiaro: allontanare Sinner dal centro del campo. Un piano evidente anche dalla predilezione per risposte meno profonde ma più angolate, per costringere l’azzurro a giocare un primo colpo in rincorsa e non in controllo, dopo il servizio. «Cerco sempre di migliorarmi, di imparare anche da partite come quella di oggi, anche se a volte è dura da accettare. Ho un buon team, ho accanto le persone giuste che sanno cosa fare. Spero di poter giocare ancora contro Novak» ha aggiunto il nostro in conferenza stampa.
Il teenager con la miglior classifica ATP, attuale numero 7 della Race, ovvero il ranking che prende in considerazione solo i risultati dell’anno solare, è pienamente consapevole della distanza che lo separa dal miglior giocatore del mondo.
«Devo migliorare tutto - ha detto - Devo soprattutto capire le varie situazioni in partita, i momenti del match. A volte funziona e a volte no, come oggi quando il tuo avversario è più forte o li comprende più velocemente di te».
LA STIMA DI NOLE. Djokovic, alla prima partita dopo il trionfo all’Australian Open, ha raggiunto per la sesta volta in carriera le dieci vittorie nelle prime dieci partite della stagione. «Ho giocato un incontro solido anche se avrei potuto fare meglio» ha detto il due volte vincitore a Montecarlo, che ha sconfitto in
Nole non ha dosato le energie e con 5-6 game da campione s’è preso il match