Una Ducati ufficiale per il VR46 in MotoGP
Dovrebbe guidarla Marini. Ciabatti: «L’altra sarà una GP21 aggiornata». Bezzecchi in pole per averla
Cinque, come gli anni di presenza in MotoGP garantiti dall’accordo con la Dorna. Tre, come le stagioni previste dalla partnership con la Ducati ufficializzata ieri. Uno, come il pilota già certo di correre nel neonato Aramco Racing Team VR46, Luca Marini, ma una è anche la Desmosedici GP analoga alle ufficiali che verrà fornita alla squadra, come confermato dal d.s. di Borgo Panigale, Paolo Ciabatti: «Abbiamo dimostrato di saper gestire bene i team satellite» ha detto, ricordando come lo scorso anno il titolo costruttori arrivò grazie anche ai podi di tre piloti non ufficiali: Miller, Bagnaia e Zarco. «Il nuovo team disporrà di una moto ufficiale, mentre per il secondo pilota ci sarà una 2021 con gli ultimi aggiornamenti».
Con ogni probabilità, la GP22 finirà nelle mani di Marini, oggi rookie: «Voglio proseguire la mia crescita e mi auguro di poter aiutare VR46 a diventare un team di riferimento» ha detto il fratello minore di Valentino Rossi. «Continuare con questa moto è un grande vantaggio, il feeling sta crescendo».
VIVAIO ITALIANO. A gestire il team sarà Pablo Nieto, pilastro della struttura di Tavullia: il figlio del leggendario Angel, dopo aver accompagnato la crescita dello Sky VR46 in Moto3 e Moto2, vivrà in prima persona la promozione nella top class. «Questo salto assieme alla Ducati è sinonimo di ambizione, perché questo costruttore è una garanzia». Lo spagnolo e Marini non rappresentano l’unico comune denominatore con l’attività del team nelle classi inferiori: resta la missione della crescita dei giovani italiani, un punto importante anche per attirare l’interesse della Ducati. È il caso di Marini, ma vale anche per Marco Bezzecchi (il favorito per la seconda moto 2022) e, in futuro, per altri italiani che troveranno un’ulteriore porta d’accesso alla MotoGP.
Ovviamente, l’interesse della Ducati è legato anche alla possibilità di unirsi al team potenzialmente più ricco tra le strutture satellite, grazie alla partnership con Aramco, la compagnia petrolifera saudita che ha finanziato il completamento del percorso della struttura di Tavullia, iniziata nel 2013 con la VR46 Riders Academy, nata in memoria di Marco Simoncelli, e finalizzata agli allenamenti e alla gestione dei giovani talenti, a cominciare da Franco Morbidelli. «Anno dopo anno siamo cresciuti, abbiamo incrociato la nostra strada con tanti giovani talenti italiani, che abbiamo avuto il privilegio di sostenere nel percorso di crescita. Il supporto dalle classi inferiori fino alla MotoGP continuerà» ha spiegato Alessio “Uccio” Salucci, braccio destro di Rossi.
Per la Ducati, la presenza di otto moto - almeno cinque in versione 2022 - porterà un impegno ancora più importante in nome del vivaio rafforzato (sono attesi sei piloti su otto nati dal 1997 in poi). «Avremo più condivisione dei dati e più chance di crescere» ha detto Pecco Bagnaia. E non poteva che essere l’unico campione del mondo di Sky VR46, oggi ufficiale Ducati, a sintetizzare meglio di tutti la missione del nuovo team.
Lo Sky Racing Team VR46 debutta nel Mondiale in Moto3, con Romano Fenati - che vince quattro gare e chiude il campionato al quinto posto - e Pecco Bagnaia
Il team che unisce la Academy di Tavullia e l’emittente sbarca in Moto2, vivendo la prima delle quattro stagioni con due moto nella classe intermedia e due nella classe inferiore
Con il salto in MotoGP di Luca Marini con la Ducati-Avintia targata Sky-VR46, la struttura debutta nella top class, preparando lo sbarco completo nel 2022. Dove il team rimarrà per almeno cinque anni, appoggiandosi fino al 2024 alla Ducati
“Uccio”: «Siamo cresciuti anno dopo anno. Continueremo con le classi minori»