Dimmi che è vero!
Impresa firmata da Barella e Insigne Ora la Spagna a Wembley Gioia Mancini: «Non ci siamo mai posti limiti»
Gli azzurri conquistano la semifinale (martedì contro la Spagna) con una prova di qualità e sofferenza Lukaku in gol su rigore (inesistente) Grave ko per Spinazzola
Sì, cantate pure. Abbracciatevi. Il cielo è azzurro sopra a Monaco. Volevate mettere il dito per credere? Toccate, toccate pure, che è gratis. L’Italia di Mancini batte con merito anche il super Belgio del grande Lukaku, vincente solo dal dischetto, del formidabile De Bruyne, apparso un paio di volte in contropiede. Lo fa grazie a due prodezze balistiche di Barella e Insigne nel primo tempo, e a una forza morale da primato, rappresentata plasticamente dal suo capitano, Chiellini.
Un successo sul piano della tensione ma anche delle idee, tutte nella testa di Jorginho, della fame dei nostri piccoli campioni, capaci di piegare i quotatissimi belgi. Valeva la semifinale, ha avuto il sapore di una finale, per quanto di buono c’è stato ma anche di sportivamente drammatico: un gol annullato a Bonucci, un rigore molto “concesso” al Belgio, un grave infortunio a Spinazzola, re della velocità e della sfortuna. Ma in capo ai 53 attacchi a 35, al maggiore possesso (54 a 46), ai 14 tiri a 10, quello che ha fatto la differenza è stata davvero la forza del gruppo, da Donnarumma a Toloi, ultimo entrato. Ora a Wembley, contro la Spagna, contro la quale cinque anni fa iniziò il tracollo premondiale. E’ tempo di regolare i conti. Perché questa Italia merita di diventare campione d’Europa.
E allora, eccola la Partita. Densa, tesa, giocata con fiammate di qualità, intensa più emotivamente che sul piano del ritmo ma vera, come ce l’aspettavamo. Il Belgio alla fine schiera un incupito De Bruyne ma perde Hazard, quello importante, che l’accigliato Martinez rimpiazza con un furetto di 19 anni, Doku. Da quella parte, sulla sinistra belga, Mancini conferma il cambio Chiesa-Berardi, mentre a fare a sportellate con Lukaku c’è il ritrovato Chiellini. E la loro diventa subito una sfida nella sfida, con il capitano azzurro implacabile, con le buone e non solo. Sembra che la sua e quella dell’Italia debba essere la notte delle streghe, perché i Diavoli all’inizio sono rossi sul serio. Proprio la mossa a sorpresa del giovane talento ora a Rennes (con Carrasco e Mertens a guardare) sembra destabilizzare gli azzurri. Che in mezzo patiscono la maggiore fisicità degli avversari. Ma questo non basta a far perdere il bandolo della matassa a questa Nazionale, che, dopo un gol annullato a Bonucci per fuorigioco di Chiellini (13'), situazione che spaventa i belgi, piuttosto velocemente rioccupa il campo, confermando la linea difensiva alta, costringendo il Belgio a schiacciarsi a cinque dietro, con Meunier a coprire Spina e Hazard jr a coprire Chiesa, che ha il solo torto di cercare eccessivamente la conclusione personale, nel primo tempo.
Ma è proprio nel cuore del centrocampo che Mancini ottiene il meglio. Il duello Jorginho-De Bruyne, che sa di Champions, vede prevalere tatticamente il nostro mentre il belga riluce in contropiede (22'), costringendo Donnarumma a superarsi. Mai quanto i nostri “piccoli” italiani. Verratti va oltre se stesso, pur non certo al top della forma, senza pestare i piedi al Professore stavolta, combattendo su ogni pallone contro Tielemens; Barella alla Barella, inguaia sia Witsel (tanti riccioli, poco arrosto) che Torgan Hazard; Insigne pattina sul terreno dell’Allianz Arena a tutto campo, con e senza palla. Solo Immobile, per quanto si muova, sembra bruciato dalla tensione. Che sale in casa azzurra, per un contropie
de di Lukaku (ancora Gigio reattivo) e che si scioglie alla mezzora davanti alla prodezza da incursore di Barella, messo davanti a Courtois da Verratti e rabbioso nello sfondare la rete. A quel punto gioca solo l’Italia, che trova un 2-0 da sogno con una discesa implacabile di Insigne, che pittura la sua traiettoria a morire nell’angolo alto. Un tripudio.
Ma non è finita. Proprio allo scadere l’indemoniato Doku trova un rigore furbo su una sbracciata di Di Lorenzo. Lukaku non sbaglia. E la ripresa diventa un patema. Spina prima salva ancora su Romelu sulla linea poi, a un quarto dalla fine, si accascia dopo uno scatto furioso: purtroppo sarà lesione del tendine d’Achille. Martinez intanto aveva inserito Mertens per Tielemans e Chadli (subito ko, dentro Praet) per Meunier. La risposta di Mancini? Fuori l’esausto Verratti per Cristante e uno svuotato Immobile per il Gallo, più Berardi per Insigne, oltre naturalmente Emerson per Spina. Minuti finali ad altissima tensione, con l’Italia asserragliata intorno a Leo e al Chiello (fuori Chiesa per Toloi), aggrappata al match, dominato dallo scatenato Doku. Ma alla fine il cielo è azzurro sopra Monaco.