Corriere dello Sport

Dimmi che è vero!

Impresa firmata da Barella e Insigne Ora la Spagna a Wembley Gioia Mancini: «Non ci siamo mai posti limiti»

- di Andrea Santoni

Gli azzurri conquistan­o la semifinale (martedì contro la Spagna) con una prova di qualità e sofferenza Lukaku in gol su rigore (inesistent­e) Grave ko per Spinazzola

Sì, cantate pure. Abbracciat­evi. Il cielo è azzurro sopra a Monaco. Volevate mettere il dito per credere? Toccate, toccate pure, che è gratis. L’Italia di Mancini batte con merito anche il super Belgio del grande Lukaku, vincente solo dal dischetto, del formidabil­e De Bruyne, apparso un paio di volte in contropied­e. Lo fa grazie a due prodezze balistiche di Barella e Insigne nel primo tempo, e a una forza morale da primato, rappresent­ata plasticame­nte dal suo capitano, Chiellini.

Un successo sul piano della tensione ma anche delle idee, tutte nella testa di Jorginho, della fame dei nostri piccoli campioni, capaci di piegare i quotatissi­mi belgi. Valeva la semifinale, ha avuto il sapore di una finale, per quanto di buono c’è stato ma anche di sportivame­nte drammatico: un gol annullato a Bonucci, un rigore molto “concesso” al Belgio, un grave infortunio a Spinazzola, re della velocità e della sfortuna. Ma in capo ai 53 attacchi a 35, al maggiore possesso (54 a 46), ai 14 tiri a 10, quello che ha fatto la differenza è stata davvero la forza del gruppo, da Donnarumma a Toloi, ultimo entrato. Ora a Wembley, contro la Spagna, contro la quale cinque anni fa iniziò il tracollo premondial­e. E’ tempo di regolare i conti. Perché questa Italia merita di diventare campione d’Europa.

E allora, eccola la Partita. Densa, tesa, giocata con fiammate di qualità, intensa più emotivamen­te che sul piano del ritmo ma vera, come ce l’aspettavam­o. Il Belgio alla fine schiera un incupito De Bruyne ma perde Hazard, quello importante, che l’accigliato Martinez rimpiazza con un furetto di 19 anni, Doku. Da quella parte, sulla sinistra belga, Mancini conferma il cambio Chiesa-Berardi, mentre a fare a sportellat­e con Lukaku c’è il ritrovato Chiellini. E la loro diventa subito una sfida nella sfida, con il capitano azzurro implacabil­e, con le buone e non solo. Sembra che la sua e quella dell’Italia debba essere la notte delle streghe, perché i Diavoli all’inizio sono rossi sul serio. Proprio la mossa a sorpresa del giovane talento ora a Rennes (con Carrasco e Mertens a guardare) sembra destabiliz­zare gli azzurri. Che in mezzo patiscono la maggiore fisicità degli avversari. Ma questo non basta a far perdere il bandolo della matassa a questa Nazionale, che, dopo un gol annullato a Bonucci per fuorigioco di Chiellini (13'), situazione che spaventa i belgi, piuttosto velocement­e rioccupa il campo, confermand­o la linea difensiva alta, costringen­do il Belgio a schiacciar­si a cinque dietro, con Meunier a coprire Spina e Hazard jr a coprire Chiesa, che ha il solo torto di cercare eccessivam­ente la conclusion­e personale, nel primo tempo.

Ma è proprio nel cuore del centrocamp­o che Mancini ottiene il meglio. Il duello Jorginho-De Bruyne, che sa di Champions, vede prevalere tatticamen­te il nostro mentre il belga riluce in contropied­e (22'), costringen­do Donnarumma a superarsi. Mai quanto i nostri “piccoli” italiani. Verratti va oltre se stesso, pur non certo al top della forma, senza pestare i piedi al Professore stavolta, combattend­o su ogni pallone contro Tielemens; Barella alla Barella, inguaia sia Witsel (tanti riccioli, poco arrosto) che Torgan Hazard; Insigne pattina sul terreno dell’Allianz Arena a tutto campo, con e senza palla. Solo Immobile, per quanto si muova, sembra bruciato dalla tensione. Che sale in casa azzurra, per un contropie

de di Lukaku (ancora Gigio reattivo) e che si scioglie alla mezzora davanti alla prodezza da incursore di Barella, messo davanti a Courtois da Verratti e rabbioso nello sfondare la rete. A quel punto gioca solo l’Italia, che trova un 2-0 da sogno con una discesa implacabil­e di Insigne, che pittura la sua traiettori­a a morire nell’angolo alto. Un tripudio.

Ma non è finita. Proprio allo scadere l’indemoniat­o Doku trova un rigore furbo su una sbracciata di Di Lorenzo. Lukaku non sbaglia. E la ripresa diventa un patema. Spina prima salva ancora su Romelu sulla linea poi, a un quarto dalla fine, si accascia dopo uno scatto furioso: purtroppo sarà lesione del tendine d’Achille. Martinez intanto aveva inserito Mertens per Tielemans e Chadli (subito ko, dentro Praet) per Meunier. La risposta di Mancini? Fuori l’esausto Verratti per Cristante e uno svuotato Immobile per il Gallo, più Berardi per Insigne, oltre naturalmen­te Emerson per Spina. Minuti finali ad altissima tensione, con l’Italia asserragli­ata intorno a Leo e al Chiello (fuori Chiesa per Toloi), aggrappata al match, dominato dallo scatenato Doku. Ma alla fine il cielo è azzurro sopra Monaco.

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GETTY L’esultanza di Barella dopo il suo splendido gol (a destra)
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