Corriere dello Sport

Lucho: Abbiamo dominato, qualificaz­ione meritata

- Di Davide Palliggian­o

Eroe di San Pietroburg­o, dopo che a Copenaghen, contro la Croazia, era stato protagonis­ta di una papera colossale, resa meno amara dalla vittoria della Spagna. Unai Simón, basco di Vitoria, ha portato la Roja in semifinale a Wembley e si è goduto una notte da leone. Eletto “man of the match” a fine partita dagli esperti dell’Uefa, un premio che il portiere dell’Athletic Bilbao avrebbe assegnato al suo collega svizzero, Yann Sommer: «Lo avrei dato a lui, ma il calcio è stato giusto, abbiamo meritato la vittoria, non ci saremmo mai dovuti arrivare ai rigori per la partita che abbiamo fatto». Ci crede, la Spagna. Ha cominciato con il freno a mano tirato, con due pareggi contro Svezia e Polonia, poi ha ingranato la quinta battendo Slovacchia, Croazia e infine Svizzera. «Ora c’è da vincere questo Europeo - prosegue Unai Simón - Affrontere­mo i nostri prossimi avversari con la stessa mentalità».

PROFETICO. La serata di grazia del portiere spagnolo gli era stata anticipata un attimo prima dal suo compagno, Mikel Oyarzabal, decisivo con il suo ultimo rigore: «Dopo l’errore di Busquets sul primo rigore ho detto ad Unai che sarebbe stato il suo giorno e che da quel momento ne avrebbe parati tre. A me è toccato l’ultimo, ma questa semifinale è frutto del lavoro di tutta la squadra». Parole che riscoprono un peso diverso anche quelle di Luis Enrique, ct massacrato dalle critiche e ora osannato dall’opinione pubblica spagnola: «Avevo detto, prima del torneo, che eravamo tra le otto nazionali favorite: ora siamo tra le prime quattro. Ho vissuto la sequenza di rigori più tranquilla della mia vita: era tutto studiato, non si poteva fare di più». Poi una critica ai media spagnoli: «Se le occasioni che ha sbagliato Gerard Moreno le avesse sbagliate Morata lo avreste impalato».

ALTRO CHE LOTTERIA. L’asturiano si è presentato in conferenza stampa indossando una T-Shirt con “Naranjito”, la mascotte del Mondiale 1982: «Ai ragazzi che tiravano i rigori ho detto di pensare a cosa dicesse loro prima della partita il nostro psicologo. Poi ho avuto fiducia, niente di più. È stata una qualificaz­ione meritata contro un rivale complicato: l’espulsione ha cambiato interament­e la partita, siamo stati capaci di dominare totalmente il gioco e avere diverse occasioni da gol. Sommer è stato spettacola­re e ci è toccato arrivare i rigori: ma è una falsità chi dice che i rigori siano una lotteria, c’è tanto lavoro dietro». «PUNIZIONE SEVERA». La Spagna ha dunque interrotto il percorso di una Svizzera sorprenden­te e capace di superare agli ottavi i campioni del Mondo della Francia. L’impresa non si è ripetuta e Vladimir Petkovic ha reagito con grande signorilit­à anche all’espulsione di Freuler: «Sono molto orgoglioso della mia squadra, ma quel cartellino rosso, dato così, ha condiziona­to la nostra partita per praticamen­te 45 minuti. È stata una punizione troppa severa - ha detto, con toni pacati, il ct svizzero - I miei giocatori sono stati degli eroi, avrebbero meritato la semifinale, ma poi è venuta fuori la stanchezza, decisiva anche nei rigori. A loro voglio comunque fare i compliment­i. Abbiamo dato tutto e ce ne andiamo con la testa ben alta».

Petkovic: I giocatori sono stati degli eroi Ce ne andiamo a testa alta

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ANSA Il rigore decisivio calciato da Mikel Oyarzabal, 24 anni

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