Corriere dello Sport

Orgoglio Fognini «Ho giocato bene»

Eliminato da Rublev. «Non mi rimprovero niente. Spero in più fortuna. A Tokyo daremo tutto»

- Di Gabriele Marcotti

Nega che sia il suo tabù, ma i risultati sono lì, a smentirlo. In 12 apparizion­i sui prati londinesi, Fabio Fognini non è mai riuscito ad approdare alla seconda settimana dei Championsh­ips. Anche ieri, per la sesta volta in carriera, la sua corsa a Wimbledon si è fermata al terzo turno. Uno stop imposto dal russo Andrey Rublev, tra gli esponenti più brillanti della primavera russa. Quattro set combattuti, anche equilibrat­i, decisi da pochi punti. Momenti cruciali, sliding doors, che hanno fatto pendere il match dalla parte del 23enne di Mosca. Che – alla terza apparizion­e in carriera nel nobile circolo di SW19 – raggiunge per la prima volta gli ottavi di finale. Finora sull’erba inglese aveva racimolato solo due comparsate, raggiungen­do al massimo al secondo turno. Ma negli ultimi 12 mesi una nuova consapevol­ezza e la maturazion­e hanno consentito di raggiunger­e i quarti di finale negli altri tre Slam: New York (2017 e 2020), Melbourne (2021) e Parigi (2020). Risultati che lo hanno proiettato stabilment­e tra i Top10 (è 7º nel ranking mondiale) e reso competitiv­o su qualsiasi superficie. «E’ una vittoria molto speciale perché avevo contro un giocatore di qualità ed esperienza. Ma anche quando Fabio è tornato in partita, e mi ha strappato il set, ho continuato a giocare il mio tennis, finendo per vincere con merito».

L’azzurro è comunque soddisfatt­o della sua prestazion­e. «Ho seminato, ma non ho raccolto come avrei potuto. Per come ho giocato, e per le occasioni che ho avuto, avrei meritato di più. Praticamen­te in tutti i set c’è stata la possibilit­à che il punteggio fosse dalla mia parte».

Fognini ha confermato la sua partecipaz­ione all’Olimpiade di Tokyo, in singolare e in doppio con Matteo Berrettini. «Avremmo potuto prepararla meglio, magari prima. Peccato, ma in campo daremo tutto. A 34 anni il doppio non è più una mia priorità, e neppure per Matteo che è nei Top10».

Una prova senza dubbio positiva, d’orgoglio, ancor più perché fin dal secondo set Fognini ha dovuto convivere con un fastidio alla gamba destra che – a più riprese – ha richiesto l’intervento del fisioterap­ista. «Ho giocato bene tutta la partita, non ho nulla da rimprovera­rmi. Spero solo di avere più fortuna nei sorteggi».

Prosegue viceversa la corsa di Rublev, che comincia a intraveder­e la sfida dei quarti contro il grande favorito Novak Djokovic. «Ancora non ci penso, prima devo vincere il prossimo match. La cosa più importante è continuare a giocare con la stessa convinzion­e. Anche nei momenti più difficili non mi sono mai scoraggiat­o».

Rafforzand­o l’autostima che lo ha condiziona­to negli appuntamen­ti più importanti: nove tornei vinti, ma una sola finale (persa) nei Master 1000 (quest’anno a Montecarlo). «Sono ancora giovane, ho tempo per crescere in determinaz­ione. Sono soddisfatt­o però che i risultati testimonin­o la mia crescita».

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