Orgoglio Fognini «Ho giocato bene»
Eliminato da Rublev. «Non mi rimprovero niente. Spero in più fortuna. A Tokyo daremo tutto»
Nega che sia il suo tabù, ma i risultati sono lì, a smentirlo. In 12 apparizioni sui prati londinesi, Fabio Fognini non è mai riuscito ad approdare alla seconda settimana dei Championships. Anche ieri, per la sesta volta in carriera, la sua corsa a Wimbledon si è fermata al terzo turno. Uno stop imposto dal russo Andrey Rublev, tra gli esponenti più brillanti della primavera russa. Quattro set combattuti, anche equilibrati, decisi da pochi punti. Momenti cruciali, sliding doors, che hanno fatto pendere il match dalla parte del 23enne di Mosca. Che – alla terza apparizione in carriera nel nobile circolo di SW19 – raggiunge per la prima volta gli ottavi di finale. Finora sull’erba inglese aveva racimolato solo due comparsate, raggiungendo al massimo al secondo turno. Ma negli ultimi 12 mesi una nuova consapevolezza e la maturazione hanno consentito di raggiungere i quarti di finale negli altri tre Slam: New York (2017 e 2020), Melbourne (2021) e Parigi (2020). Risultati che lo hanno proiettato stabilmente tra i Top10 (è 7º nel ranking mondiale) e reso competitivo su qualsiasi superficie. «E’ una vittoria molto speciale perché avevo contro un giocatore di qualità ed esperienza. Ma anche quando Fabio è tornato in partita, e mi ha strappato il set, ho continuato a giocare il mio tennis, finendo per vincere con merito».
L’azzurro è comunque soddisfatto della sua prestazione. «Ho seminato, ma non ho raccolto come avrei potuto. Per come ho giocato, e per le occasioni che ho avuto, avrei meritato di più. Praticamente in tutti i set c’è stata la possibilità che il punteggio fosse dalla mia parte».
Fognini ha confermato la sua partecipazione all’Olimpiade di Tokyo, in singolare e in doppio con Matteo Berrettini. «Avremmo potuto prepararla meglio, magari prima. Peccato, ma in campo daremo tutto. A 34 anni il doppio non è più una mia priorità, e neppure per Matteo che è nei Top10».
Una prova senza dubbio positiva, d’orgoglio, ancor più perché fin dal secondo set Fognini ha dovuto convivere con un fastidio alla gamba destra che – a più riprese – ha richiesto l’intervento del fisioterapista. «Ho giocato bene tutta la partita, non ho nulla da rimproverarmi. Spero solo di avere più fortuna nei sorteggi».
Prosegue viceversa la corsa di Rublev, che comincia a intravedere la sfida dei quarti contro il grande favorito Novak Djokovic. «Ancora non ci penso, prima devo vincere il prossimo match. La cosa più importante è continuare a giocare con la stessa convinzione. Anche nei momenti più difficili non mi sono mai scoraggiato».
Rafforzando l’autostima che lo ha condizionato negli appuntamenti più importanti: nove tornei vinti, ma una sola finale (persa) nei Master 1000 (quest’anno a Montecarlo). «Sono ancora giovane, ho tempo per crescere in determinazione. Sono soddisfatto però che i risultati testimonino la mia crescita».