Corriere dello Sport

Basket, l’Italia ai Giochi!

Capolavoro a Belgrado: torniamo alle Olimpiadi diciassett­e anni dopo l’argento di Atene 2004

- di Andrea Barocci

Il miracolo di Sacchetti: senza la sue tre stelle, con un gruppo straordina­rio ha dominato i serbi Polonara, Mannion e Fontecchio che lezione a Teodosic e Misic!

(22-28, 45-57, 63-80) SERBIA: Petrusev 22 (6/6, 0/1, 5r), Teodosic 5 (1/2, 0/3, 3), Bjelica 5 (1/3, 1/6, 4r), Kalinic 2 (1/1, 0/1, 6r), Milosavlje­vic ne, Micic 8 (1/1, 1/2), Jovic ne, Davidovac ne, Avramovic 2 (1/4, 0/1, 5r), Dobric17(2/3,2/3,3r), Andjusic 27(2/2, 7/12, 2r), Marjanovic 7 (3/5, 3r). All: Kokoskov.

ITALIA: Spissu ne, Mannion 24 (6/12, 1/5), Tonut 15 (3/9, 2/6, 4r), Melli 5 (1/3, 1/5, 4r), Fontecchio 21 (7/12, 1/4, 8r) ,Tessitori 2 (1/1, 2r), Ricci 3 (1/2 da tre), Abass ne, Moraschini, M. Vitali 0 (0/2 da tre), Polonara 22 (1/2, 6/8, 12 r), Pajola 10 (1/3, 2/3, 4 r 6 ass). All: Sacchetti. NOTE - Tiri liberi: Serbia 26/32, Italia 20/23. Perc. al tiro: Serbia 29/59 (11/32 da tre, ro 9, ro 27), Italia 34/76 (14/34 da tre, ro 15 , rd 24 ).

Pagelle - SERBIA: Petrusev 7, Teodosic 4, Bjelica 4, Kalinic 4.5, Micic 5, Avramovic 5, Dobric 6.5, Andjusic 8, Marjanovic 4.5; Kokoskov 4. ITALIA: Mannion 9, Tonut 8, Melli 7, Fontecchio 9 ,Tessitori 6.5, Ricci 6.5, Moraschini sv, M. Vitali 6.5, Polonara 9, Pajola 9; Sacchetti 10.

Il migliore: Mannion, Polonara e Fontecchio La chiave: la circolazio­ne di palla degli azzurri

Contro tutto e tutti, la Nazionale meno considerat­a della storia della pallacanes­tro italiana va alle Olimpiadi. E no, non era una puntata della serie “Ai confini della realtà” quella andata in onda ieri a Belgrado, ma la dimostrazi­one che i sogni impossibil­i non esistono se a farli sono ragazzi come quelli di Meo Sacchetti.

Vincere a casa della Serbia, vice campione olimpica, farlo giocando una partita perfetta, toccando anche il +24, respingend­o con freddezza e maturità la disperata rimonta degli avversari, rappresent­a una delle più grandi imprese del basket azzurro. Certo, non era la vera Serbia, mancavano campioni su campioni. Come a noi, d’altronde (Belinelli, Datome, Gallinari).

Questa Nazionale, fatta da gente quasi esordiente (Mannion, solo 23 anni), o ritenuta non all’altezza a certi livelli, ha umiliato, sì umiliato, fuoriclass­e considerat­i di un altro pianeta sino a ieri. Teodosic? Completame­nte in tilt di fronte alla difesa di Mannion e del compagno in Virtus Pajola. Il temutissim­o 2,24 Marjanovic? Annullato da Melli e rimasto in campo appena 8’ in totale. Surclassat­i da una squadra che ha messo in mostra una circolazio­ne di palla perfetta, personalit­à, aggressivi­tà, freddezza. Qualità che hanno permesso ai fantastici Mannion, Polonara, Fontecchio e compagni di iniziare senza il minimo timore reverenzia­le sin dai primi minuti (716 al 5’), costringen­do la Serbia ad abbassare il quintetto per affidarsi alla coppia Teodosic e Micic. I quali però sono stati letteralme­nte travolti dalla furia difensiva dell’Italia. Solo grazie ad Andjusic, Dobric e Petrusev, i padroni di casa hanno provato ad illudersi nel secondo periodo (36-32 al 3’30”). Ma quando la palla gira con precisione assoluta, non puoi nulla. Infatti, come in un documentar­io su come giocare a basket, ecco che prima dell’intervallo sono arrivate 5 triple consecutiv­e degli azzurri: Polonara, Tonut, Ricco, Polonara, Pajola. E Serbia sotto di 12 dopo 20’.

Altre due bombe ad inizio ripresa (Melli e Polonara) e l’Italia volava a +18 (45-63), con i serbi completame­nte in tilt e Mannion a dare lezioni di penetrazio­ne ad una difesa confusa, a tal punto che al 5’37” il tabellone segnava 49-73: parziale di 4-26.

Nell’ultimo quarto la Serbia la metteva sulla bagarre. Toccava il -8 a -58” dalla sirena ma senza poter far altro che ammirare il sangue freddo di Mannion ai liberi e la mortifera eleganza di Fontecchio. Esplodeva la festa azzurra, con un siparietto fuori programma: Sacchetti, straordina­rio artefice di questa impresa, andava a stringere la mano al collega Kokoskov, che la rifiutava. E a quel punto Meo ha fatto l’unica cosa possibile: l’ha mandato a quel paese. Kokoskov ha poi salutato Meo dopo pochi minuti. Persa la gara, ha recuperato in parte lo spirito sportivo.

Anche +24. Decisivo un break di 26-4, respinta nel finale la disperata rimonta

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CIAMILLO Meo Sacchetti ct azzurro dà il cinque ad Achille Polonara 29 anni votato come migliore in campo alla fine della partita

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