Basket, l’Italia ai Giochi!
Capolavoro a Belgrado: torniamo alle Olimpiadi diciassette anni dopo l’argento di Atene 2004
Il miracolo di Sacchetti: senza la sue tre stelle, con un gruppo straordinario ha dominato i serbi Polonara, Mannion e Fontecchio che lezione a Teodosic e Misic!
(22-28, 45-57, 63-80) SERBIA: Petrusev 22 (6/6, 0/1, 5r), Teodosic 5 (1/2, 0/3, 3), Bjelica 5 (1/3, 1/6, 4r), Kalinic 2 (1/1, 0/1, 6r), Milosavljevic ne, Micic 8 (1/1, 1/2), Jovic ne, Davidovac ne, Avramovic 2 (1/4, 0/1, 5r), Dobric17(2/3,2/3,3r), Andjusic 27(2/2, 7/12, 2r), Marjanovic 7 (3/5, 3r). All: Kokoskov.
ITALIA: Spissu ne, Mannion 24 (6/12, 1/5), Tonut 15 (3/9, 2/6, 4r), Melli 5 (1/3, 1/5, 4r), Fontecchio 21 (7/12, 1/4, 8r) ,Tessitori 2 (1/1, 2r), Ricci 3 (1/2 da tre), Abass ne, Moraschini, M. Vitali 0 (0/2 da tre), Polonara 22 (1/2, 6/8, 12 r), Pajola 10 (1/3, 2/3, 4 r 6 ass). All: Sacchetti. NOTE - Tiri liberi: Serbia 26/32, Italia 20/23. Perc. al tiro: Serbia 29/59 (11/32 da tre, ro 9, ro 27), Italia 34/76 (14/34 da tre, ro 15 , rd 24 ).
Pagelle - SERBIA: Petrusev 7, Teodosic 4, Bjelica 4, Kalinic 4.5, Micic 5, Avramovic 5, Dobric 6.5, Andjusic 8, Marjanovic 4.5; Kokoskov 4. ITALIA: Mannion 9, Tonut 8, Melli 7, Fontecchio 9 ,Tessitori 6.5, Ricci 6.5, Moraschini sv, M. Vitali 6.5, Polonara 9, Pajola 9; Sacchetti 10.
Il migliore: Mannion, Polonara e Fontecchio La chiave: la circolazione di palla degli azzurri
Contro tutto e tutti, la Nazionale meno considerata della storia della pallacanestro italiana va alle Olimpiadi. E no, non era una puntata della serie “Ai confini della realtà” quella andata in onda ieri a Belgrado, ma la dimostrazione che i sogni impossibili non esistono se a farli sono ragazzi come quelli di Meo Sacchetti.
Vincere a casa della Serbia, vice campione olimpica, farlo giocando una partita perfetta, toccando anche il +24, respingendo con freddezza e maturità la disperata rimonta degli avversari, rappresenta una delle più grandi imprese del basket azzurro. Certo, non era la vera Serbia, mancavano campioni su campioni. Come a noi, d’altronde (Belinelli, Datome, Gallinari).
Questa Nazionale, fatta da gente quasi esordiente (Mannion, solo 23 anni), o ritenuta non all’altezza a certi livelli, ha umiliato, sì umiliato, fuoriclasse considerati di un altro pianeta sino a ieri. Teodosic? Completamente in tilt di fronte alla difesa di Mannion e del compagno in Virtus Pajola. Il temutissimo 2,24 Marjanovic? Annullato da Melli e rimasto in campo appena 8’ in totale. Surclassati da una squadra che ha messo in mostra una circolazione di palla perfetta, personalità, aggressività, freddezza. Qualità che hanno permesso ai fantastici Mannion, Polonara, Fontecchio e compagni di iniziare senza il minimo timore reverenziale sin dai primi minuti (716 al 5’), costringendo la Serbia ad abbassare il quintetto per affidarsi alla coppia Teodosic e Micic. I quali però sono stati letteralmente travolti dalla furia difensiva dell’Italia. Solo grazie ad Andjusic, Dobric e Petrusev, i padroni di casa hanno provato ad illudersi nel secondo periodo (36-32 al 3’30”). Ma quando la palla gira con precisione assoluta, non puoi nulla. Infatti, come in un documentario su come giocare a basket, ecco che prima dell’intervallo sono arrivate 5 triple consecutive degli azzurri: Polonara, Tonut, Ricco, Polonara, Pajola. E Serbia sotto di 12 dopo 20’.
Altre due bombe ad inizio ripresa (Melli e Polonara) e l’Italia volava a +18 (45-63), con i serbi completamente in tilt e Mannion a dare lezioni di penetrazione ad una difesa confusa, a tal punto che al 5’37” il tabellone segnava 49-73: parziale di 4-26.
Nell’ultimo quarto la Serbia la metteva sulla bagarre. Toccava il -8 a -58” dalla sirena ma senza poter far altro che ammirare il sangue freddo di Mannion ai liberi e la mortifera eleganza di Fontecchio. Esplodeva la festa azzurra, con un siparietto fuori programma: Sacchetti, straordinario artefice di questa impresa, andava a stringere la mano al collega Kokoskov, che la rifiutava. E a quel punto Meo ha fatto l’unica cosa possibile: l’ha mandato a quel paese. Kokoskov ha poi salutato Meo dopo pochi minuti. Persa la gara, ha recuperato in parte lo spirito sportivo.
Anche +24. Decisivo un break di 26-4, respinta nel finale la disperata rimonta