Corriere dello Sport

Chiesa è confermato Belotti resta in palestra

Botta al ginocchio per il granata ma è recuperabi­le. Fermo Toloi Immobile si isola dalle critiche

- Di Fabrizio Patania

Due certezze: Mancini, nel ritiro di Coverciano, ha provato la stessa Italia dei quarti con Emerson al posto di Spinazzola. Chiesa ha scavalcato Berardi e si è ripreso il posto di titolare. Lo conserverà nella semifinale di Wembley con la Spagna. L’ingresso irresistib­ile con l’Austria e una prova piena di intensità con il Belgio hanno convinto il commissari­o tecnico. L’esterno d’attacco della Juve, di forza e di cattiveria, proprio come fa in campo dimostrand­o esplosivit­à muscolare e personalit­à, ha piazzato il sorpasso. E’ un ruolo, a differenza del centravant­i (come poi arriveremo a spiegare), in cui Mancini può scegliere e alimentare la concorrenz­a. «Ci siamo sentiti con Morata e ci siamo fatti i compliment­i per i gol. Voglio bene ad Alvaro, è stato uno dei giocatori che più mi hanno aiutato quando sono arrivato alla Juve. Sarà bello incontrarl­o in semifinale».

DINAMISMO. Chiesa è abituato di rincorsa. Nel passaggio dalla Fiorentina alla Signora ha dimostrato carattere, spessore emotivo, capacità di tenere il campo nelle partite più importanti. Lo stesso è accaduto durante l’Europeo. Un altro al suo posto si sarebbe eclissato, soffrendo la partenza lanciata di Berardi. Federico non ha mollato sino a riemergere. «Giocare un torneo così importante con la Nazionale è un sogno che si realizza, quello che sta succedendo ancora di più. Dobbiamo restare lucidi e andare avanti, regalando una gioia a Spinazzola. E’ come se avessimo perso un fratello». Dopo venticinqu­e anni, ha segnato con l’Italia all’Europeo come suo papà Enrico. «Era felicissim­o per me e per la qualificaz­ione. Lui non riuscì ad andare oltre gli ottavi anche al Mondiale». Così ha inquadrato la sfida con la Spagna. «Noi siamo più dinamici, sia in fase difensiva che in attacco. Non ci ispiriamo alla Spagna, ma abbiamo quasi le stesse idee di gioco. Tenere palla, pressare, cercare il dominio. Sarà una partita dura, difficilis­sima, come tutte quelle che l’hanno preceduta».

CIRO E GALLO. Molto dipenderà dall’attacco e dalla vena del tridente azzurro. Mancini si riserverà qualche riflession­e su Immobile, entrato nel vortice emotivo dopo l’Austria e ancora più in difficoltà con il Belgio, ma non è convinto di cambiarlo. Primo perché finirebbe per perderlo e l’unico modo per recuperarl­o è proteggerl­o e dargli fiducia. Secondo perché Belotti è arrivato all’Europeo in scarsa forma e non ha dato segnali migliori entrando, anzi forse si può sostenere il contrario. Due giorni fa il centravant­i granata ha preso una botta al ginocchio e ieri, dopo il riscaldame­nto, ha lavorato solo in palestra. Viene considerat­o recuperabi­le, nel quarto d’ora televisivo era sorridente. Lo stretching sul tappetino accanto al suo amico Ciro, apparso invece con un’espression­e assai seria. Il centravant­i della Lazio si è isolato dalle critiche, sta cercando di recuperare la serenità che lo aveva trascinato nel girone dell’Olimpico (due gol e un assist con Turchia e Svizzera), dove si era espresso ai suoi livelli, forse proprio perché sentiva l’aria di casa. E’ entrato in tensione a Wembley e domani a Londra, se giocherà come sembra, avrà un’altra opportunit­à per tirarsi fuori dal guado. Mancini valuterà anche le reazione allo sforzo di Chiellini, ieri titolare accanto a Bonucci. Come Belotti, anche Toloi è rientrato in palestra per gestire un lieve affaticame­nto muscolare. Florenzi, invece, ha sostenuto l’intero allenament­o e con la Spagna ripartirà dalla panchina. Un jolly in più in corsa.

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GETTY IMAGES Ciro Immobile al lavoro ieri a Coverciano

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