Fede, l’incubo di Unai Simon
Gli basterà vederlo nel tunnel degli spogliatoi, prima di entrare in campo, per sentire un brivido lungo la schiena. Parliamo di Unai Simon (quello che sentirà il brivido) e Federico Chiesa (quello che glielo darà): avevano due anni di meno il giorno di cui vogliamo riparlarvi. Il Dall’Ara era quasi pieno con le sue trentamila bandiere tricolori ad animarlo: ospitava l’esordio dell’Italia Under 21 all’Europeo organizzato in casa. E la Spagna, che non battevamo dal 2006, ci aveva tolto il titolo nella finale del 2013 e tolto la finale nel 2017, un bel po’ di apprensione la metteva. I nostri pezzi forti c’erano tutti: Lorenzo Pellegrini,
Barella, Zaniolo (uscito dopo nemmeno un tempo per un colpo alla testa: a ripensarci questo ragazzo fortunatissimo non è), Cutrone, Kean e lui, Federico Chiesa. Ancora inconsapevole di essere il protagonista di una sfida personale stravinta: proprio contro Unai Simon, il portiere a cui Luis Enrique - uomo che le scelte forti non le ha mai disdegnate - ha affidato la precoce eredità di De Gea in questo Europeo, quello dei grandi.
L’INCUBO. Quella sera del 16 giugno 2019 Unai Simon non se l’è vista bene. Gli è andata sicuramente peggio al retropassaggio di Pedri nei quarti con la Croazia, una settimana fa, quando con una papera da “mai dire gol” ha accompagnato la palla nella sua rete. Molto meglio tre giorni fa, quando ai quarti ha parato i rigori di Schar e Akanji (Lucho, il suo mentore, glielo aveva predetto nell’attesa) e ha portato la Spagna al nostro cospetto. Bene, domani sera ritroverà Meret, Locatelli, Bastoni, Barella. Avrebbe potuto ritrovare anche Lorenzo Pellegrini e Zaniolo, infortunati e fuori dalla competizione azzurra di Mancini (Lorenzo ne è uscito all’ultimo, Nicolò nemmeno convocato). Ma ritroverà soprattutto lui, Federico Chiesa: che lo stese con una doppietta aprendo il varco della rimonta azzurra nell’esordio di quell’Europeo poi andato male. Un gol al 36’ per pareggiare la prodezza di Ceballos, uno dopo 19 minuti di ripresa per la supremazia azzurra, che Lorenzo Pellegrini certificò poi con il rigore del 3-1.
Una serata magica per Federico, trasformatasi nell’incubo per la Spagna di De La Fuente (dove c’erano anche Oyarzabal e Fabian Ruiz, ora con Luis Enrique) e soprattutto per
Unai Simon. Un cambio di campo di quaranta metri di Barella, da destra a sinistra, pesca Chiesa defilato e bravo ad accomodare la palla di destro a terra e partire alla sua maniera: uno scatto bruciante che lascia sul posto Aguirregabiria con Fede che entra in area defilato e spara un sinistro dritto sul primo palo, dove Unai SImon, non impeccabile, apre il varco come ad andare a coprire un possibile cross e becca il primo gol. Nella ripresa Cutrone fa la lotta in mezzo all’area e vince con Vallejo, la palla schizza in mezzo dove ancora Federico piomba, Aguirregabiria (ancora lui) è in ritardo e Unai Simon (ancora lui) impalato. Domani saranno ricordi di 751 sere prima: magari da rinfrescare.
La Spagna (c’erano anche Oyarzabal e Fabian Ruiz) faceva paura. Fu un trionfo
Una rasoiata forte di destro sul primo palo e un gol da vero opportunista