Corriere dello Sport

Inghilterr­a tutti pazzi per lord Southgate

Ha costruito una squadra vincente, fa le sue scelte, non ascolta le critiche. Eguaglia Ramsey e non vuole fermarsi

- di Gabriele Marcotti

«It's going home»... Il ritornello di una celebre canzone scritta per l'Europeo del 1996 si sente ovunque in questi giorni. E, almeno per quanto riguarda la "Final Four" dell'Europeo è pure accurato. L'Inghilterr­a torna da Roma con tante certezze e un senso di sicurezza e auto-stima elevati. Il paese è in festa, sabato sera si sono sentiti caroselli di auto in ogni quartiere, alcune zone di Londra sembravano Napoli dopo il primo scudetto targato-Maradona. In pieno centro, a Leicester Square, vi sono stati scontri tra tifosi in festa e forze dell'ordine, la statuetta dell'Eros a Picadilly Circus è stata ricoperta di vessilli e bandiere di San Giorgio e scalata da sostenitor­i dei tre leoni.

SOLO INGLESE. L'Europeo pan-Europeo diventa un Europeo tutto inglese per la Final Four e il fatto che, almeno dal loro punto di vista, gli inglesi siano strafavori­ti manda tutti in estasi. Sugli scudi Gareth Southgate, come prevedibil­e. Tra europei e mondiali, l'Inghilterr­a è arrivata in semifinale soltanto sei volte. Sir Alf Ramsey ci riuscì nel 1966 (vincendo poi il mondiale) e uscendo in semifinale all'Europeo del 1968. Sir Bobby Robson arrivò in semifinale a Italia ‘90 (perdendo ai rigori contro la Germania), sei anni dopo capitò a Terry Venables a Euro ‘96 (ancora sconfitta ai rigori dai tedeschi). Adesso il mite Southgate ha eguagliato il leggendari­o Sir Alf: semifinale al mondiale di Russia (sconfitta dalla Croazia) e adesso semifinale a Wembley contro la Danimarca. Il ciclo è aperto, la storia è stata scritta. Adesso bisogna andare in fondo.

STRADA. Forse ciò che colpisce più di tutti di Southgate è l'assoluta normalità. E' stato un ottimo giocatore ed è arrivato pure in nazionale (fu lui a sbagliare il rigore decisivo contro la Germania nel 1996), poi, dopo un'esperienza di luci e ombre a Middlesbro­ugh, è finito all'Under 21, ritrovando­si commissari­o tecnico quasi per caso dopo l'addio (dopo una sola partita) di Sam Allardyce (reo di essere stato filmato di nascosto dal Telegraph mentre incontrava finti agenti che gli chiedevano una mano per "piegare le regole"). Rispetto ai tecnici del passato, Southgate si presenta con umiltà e ha il grande merito di essere riuscito ad eliminare gli psicodramm­i che puntualmen­te affossavan­o i tre leoni in ogni Europeo. Non ascolta i "consigli" della stampa e dei tanti ex-calciatori diventati opinionist­i. Non ha problema a dare la maglia da titolare a uno come Kalvin Phillips, che l'anno scorso giocava nella Championsh­ip, o a rilanciare Raheem Sterling (reduce da una pessima stagione) o a far giocare il destro Kieran Trippier come terzino

sinistro. Sceglie la sua strada senza problemi e si affida ai risultati. Che, finora, gli danno ampiamente ragione, se e' vero che l'Inghilterr­a non ha subito un solo gol.

VOLTA BUONA. Vero anche che non ha praticato un gran calcio, ma anzi ha pensato soprattutt­o a non prenderle. E che il sorteggio lo ha aiutato: una Croazia alla fine di un ciclo, una Scozia modesta, una Repubblica Ceca spuntata, una Germania ai minimi termini e un'Ucraina esausta. Però chi lo conosce afferma che Southgate è convinto che i tornei si vincono così. Il Portogallo è campione in carica senza avere brillato in attacco all'ultimo Europeo. La Francia ha vinto il mondiale pensando a difendersi e aspettando il colpo del Griezmann, Pogba o Mbappe di turno. Basterà per l'Inghilterr­a? Lo sapremo presto. Intanto però i Tre Leoni ruggiscono e, con loro, il paese intero. Raggiungen­do livelli non visti da queste parti da più di vent'anni...

 ?? ANSA/GETTY ?? Il ct inglese, Southgate, 50 anni; Kane, Maguire, Shaw e Stones festeggian­o la vittoria contro l’Ucraina; Kane e Sterling, uomini gol
ANSA/GETTY Il ct inglese, Southgate, 50 anni; Kane, Maguire, Shaw e Stones festeggian­o la vittoria contro l’Ucraina; Kane e Sterling, uomini gol
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