Mou: Spina una perdita terribile
«Stava giocando in modo incredibile non lo avremo per sei mesi»
Comincia male l’avventura romana di Josè Mourinho, che ha perso prima ancora di cominciare uno dei suoi giocatori, migliori, Leonardo Spinazzola. Nella conseuta disamina su
Euro 2020, tra i tanti temi ha toccato anche quello legato all’infortunio diel terzino sinistro, una brutta tegola per il portoghese: «L’Italia ha perso Spinazzola. È terribile per loro, ma immaginate quanto lo sia per me che non lo avrò per circa sei mesi. Emerson è un buon giocatore, con esperienza. Ma Spinazzola stava giocando in modo incredibile». Poi ha fatto i complimenti all’Italia: «Quel quartetto dietro sta giocando davvero bene. E Jorginho dà stabilità alla squadra. L’Italia ha grande talento, anche se gli attaccanti non sono i più cinici, hanno molte soluzioni». Nella diretta per Talksport Il tecnico si è fatto riprendere con la nuova maglia della Roma, quella con il logo della New Balance. Ma le divise che saranno utilizzate in questa stagione sono in ritardo: i giocatori in questi giorni si allenano ancora con quelle del vecchio sponsor tecnico.
PRONTI. La seconda giornata di lavoro a Trigoria è proseguita tra riunioni di mercato (Josè ha fatto anche una telefonata a Marcelo del Real Madrid, operazione complicata) e preparativi per la nuova stagione. A metà settimana il segretario Lombardo tornerà in Portogallo per definire la sede del ritiro. Fino a domani Mourinho resterà in quarantena, ma è operativo all’interno del centro sportivo e segue costantemente gli allenamenti dei giocatori già presenti al centro sportivo Fulvio Bernardini. Il tecnico portoghese, sempre molto social, ha documentato la sua giornata a Trigoria con un video apparso sul proprio profilo Instagram. Questo il suo messaggio: «Altri due giorni lontano dai giocatori, ma va bene. Il tempo è bellissimo, posso stare all’aperto, posso vedere gli allenamenti, posso organizzarli parlando con i miei assistenti che si prendono cura dei calciatori. Perciò, tutto bene. Ci dispiace per aver perso Spinazzola per qualche mese, ma così è il calcio. E dobbiamo essere pronti ad iniziare la prossima settimana».
L’OSSESSIONE DELLA VITTORIA. Mourinho ha raccontato la sua dipendenza dalla vittoria nel libro di Joao Gabriel: «Sono stato un po’ vittima di me stesso; se potessi, sarebbe una delle cose che non ripeterei. Perché ho vinto, vinto e vinto... E sono entrato in una dinamica in cui non vincere sembrava la fine del mondo. Io stesso, per la mia personalità, ho incoraggiato un po’ questo pensiero. Il lavoro è vincere, vincere, vincere. Ma poi quando sono arrivato in situazioni in cui era molto difficile vincere, non ho accettato la sconfitta come altri allenatori ma reputavo il mio lavoro sempre insufficiente. Non vincere per me era un fallimento, ma non dovrebbe essere così». Quell’ossessione delle vittoria che trasmette ai suoi giocatori: «Ho sempre detto ai giocatori: in me troverete un uomo onesto. Un uomo che ti dice la verità, che ti dice le cose che vuoi e non vuoi sentire. Ho problemi con i giocatori egocentrici che antepongono i loro obiettivi personali a quelli collettivi. Perché questo rende difficile il lavoro. Giocatori famosi o sconosciuti sono la stessa cosa, purché lavorino per la squadra».