Corriere dello Sport

La Nazionale di Londra e il Lupo tedesco … e per i bianconeri Bonucci, Chiellini, Chiesa e Bernardo

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Caro Cucci, che Italia indimentic­abile! E insomma, pur se col brivido ce l’abbiamo fatta! E questa è stata la finale più giusta fra due squadre di pari forza e spessore. Ogni nostra caratteris­tica reattiva in questo campionato, sia con squadre deboli che forti è stata comunque quella del “più ce possono menà, più je menamo!”. Un refrain che la Nazionale ha adottato quasi a memoria. E stavolta c’era da giocarci tutto, compreso lo spasimo della terribile ansia dei rigori laddove tutto quello che si vuole può non succedere, ma se succede è la meraviglia delle meraviglie! Chiunque avesse vinto, s’ è visto che ancora una volta questo calcio mostra il suo volto appassiona­nte e unico: quello della non rivalità esasperata, quello dei canti e dei cori nel rispetto di fondo degli avversari. Una volta, le rivalità umane sfociavano in ripicche e guerre, qui anche i soli inni sanno commuoverc­i. Karim, mio amico fraterno tedesco che sta a Francofort­e, ieri mattina mi fa questo sms: «Ciao caro Fra’, stasera siamo tutti per azzurri, e ti mando mio in bocca di lupo!». Sai, Italo, da quel momento ho pensato che queste parole potevano portar bene e adesso non vedo l’ora di scriverlo a Karim e al suo santo lupo.

Caro Cucci, campane a festa a partire da Leinì e per tutta la Penisola. Un “bravo” a tutti, a cominciare dal Mancio che ci ha sempre creduto. E poi, doppia gioia per aver vinto in casa della Perfida Albione come recitava qualcuno… Torna in mente il 30 maggio 1984 con la dolorosa vittoria del Liverpool in casa della Roma sempre dopo un 1-1 e sempre ai rigori nella finale di Coppa Campioni. Forse si può parlare di “restitutio ad integrum” con il ripristino di un risarcimen­to morale dopo quasi 40 anni? Di certo abbiamo fatto felici anche scozzesi, irlandesi e danesi… È sotto gli occhi di tutti come la squadra di Southgate sia giunta in finale. Poi, da juventino, sono felice della prova di Giorgio Chiellini (Cuor di Leone), Federico Chiesa (Prova a Prendermi), Federico Bernardesc­hi (Pronto a tutto) e Leo Bonucci (Fino alla Fine). Per quest’ultimo, la gioia del gol nella miglior tradizione bianconera: Anastasi agli Europei del 1968, Rossi ai Mondiali del 1982, Del Piero ai Mondiali del 2006. Il contributo al successo dei giocatori della Vecchia Signora ha reso nei nostri cuori a strisce più splendente ancora l’Italia del Mancio vista l’altra notte a Wembley.

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