Mourinho riabilita Capitan Dzeko
Aspettando Pellegrini il tecnico premia Edin
Contro la Ternana il bosniaco è entrato da capitano: un segno di fiducia dopo tanti dubbi
Fermi tutti, entra Dzeko. Rieccolo lì a correre, indicare, calciare con la voglia e la determinazione di un debuttante. Ma l’aspetto che più conta stavolta è un altro: Dzeko ha celebrato il suo esordio estivo, subentrando nell’intervallo dell’amichevole con la Ternana a Borja Mayoral, con la fascia da capitano sul braccio. Sì, è successo davvero. E’ un segnale nitido che Mourinho ha voluto trasmettere al mondo esterno dalla clausura di Trigoria: la Roma non solo non ha rotto i rapporti con Dzeko ma ha tutta l’intenzione e l’interesse a rilanciarlo, in assenza di indicazioni diverse del mercato.
ALTERNANZA. Questo non implica che le gerarchie precedenti alla rumorosa lite con Paulo Fonseca vengano ripristinate in automatico. Tanto è vero che Mourinho, a specifica domanda in conferenza stampa, ha preferito glissare. D’altra parte in questi primi giorni di ritiro, tra la prima amichevole contro il Montecatini e quella di ieri contro la Ternana, sono stati in tre ad alternarsi nel ruolo: Mancini nei due primi tempi, Zaniolo e Dzeko nel resto delle partite. E soprattutto mancava per infortunio Pellegrini, l’erede designato allo status, oltre al pretoriano Cristante, un altro leader naturale dello spogliatoio romanista. Ma rivedere Dzeko con l’elastico bianco attorcigliato alla manica, 184 giorni dopo il derby del 15 gennaio, rende l’idea di una posizione precisa: tra lui e Mourinho è nato un legame basato sul feeling dei fuoriclasse, i due contano l’uno sull’altro per vincere le partite, non esiste un pregiudizio da parte dell’allenatore per ciò che è accaduto in passato.
RIVITALIZZATO. E’ tutto ciò che Dzeko chiedeva, dopo un periodo molto difficile da separato in casa. Il collasso delle relazioni generato dalla sconfitta in Coppa Italia contro lo Spezia, che neppure i compagni erano riusciti a guarire con l’intervento diretto del comitato sindacale composto da Pellegrini, Mancini, Cristante, Spinazzola e Mirante, lo ha depotenziato per buona parte della stagione, cominciata già male a causa del Covid. In campionato Dzeko è tornato a giocare titolare il 14 marzo, a due mesi dall’ultima volta, e non ha più segnato di lì alla fine. Il suo ultimo gol in Serie A resta datato 3 gennaio (Roma-Sampdoria 1-0). Nel frattempo però Dzeko ha dato una mano alla Roma in Europa League, confermandosi attaccante di livello nelle partite da dentro/fuori: quando la squadra è entrata nella fase a eliminazione diretta ha prodotto 5 gol in 6 partite, comprese le due semifinali contro il Manchester United.
STIMA. E’ proprio da questo tipo di calciatori che Mourinho ripartirà. A prescindere dall’età e dallo stipendio, Mourinho pretende qualità e personalità. Per questo è stato preso Rui Patricio come portiere, per questo Zaniolo (anche ieri molto incoraggiante in amichevole) è uno dei punti fermi della squadra, per questo Mancini, Pellegrini, Cristante saranno interlocutori privilegiati dell’allenatore-manager. Di questo gruppo non può non fare parte Dzeko, con o senza i gradi di capitano, perché di attaccanti della sua categoria in Serie A se ne incontrano pochissimi. Se motivato e valorizzato a dovere, può essere uno dei grandi rinforzi della Roma che sta nascendo. Più che un problema finanziario, una soluzione tecnica.
Nel primo tempo era stato Mancini a portare i gradi: Mou sceglie i leader