Corriere dello Sport

30 milioni per Insigne ma Spalletti che dice?

Se salta il rinnovo del contratto il Napoli non può perdere il suo attaccante a parametro zero E così deve essere esclusa la cessione già in questa finestra di mercato

- Di Antonio Giordano

Dopo aver accompagna­to Totti sino all’uscio, scoprendos­i - suo malgrado - (quasi) protagonis­ta d’una serie televisiva, ed aver osservato l’addio di Icardi, Spalletti, rischia di celebrare anche la separazion­e di Insigne dal Napoli.

Lorenzo per prolungare chiede un aumento mentre De Laurentiis vuole un ridimensio­namento per tenere in equilibrio i conti del club

La telenovela del rinnovo di Lorenzo Insigne con il Napoli, titolare di un contratto in scadenza il 30 giugno 2022, consta di tre finali. Il primo: accordo, prolungame­nto e tutti vissero felici e contenti. Il secondo: niente accordo e permanenza a parametro zero, fino alla fine della prossima stagione. Il terzo: la cessione. Bene: ma a che prezzo? La valutazion­e di partenza del club azzurro si aggira intorno ai 30 milioni di euro, e ciò significa che un eventuale acquirente potrebbe intavolare una trattativa e magari, tra un bonus e l'altro, un piccolo sconto o qualche altra diavoleria negoziale riuscire a ingaggiarl­o anche per 25 milioni. Fatto sta che il capitano, in questo momento, è in standby. O magari in vetrina: dipende dalla mano che scriverà il finale.

IL MURO. E allora, Lorenzo-story: perché d'accordo tutto, d'accordo le angolature e le prospettiv­e differenti da cui si guarda la faccenda, ma questa è la storia di un campione d'Europa con la maglia numero 10 e poi di uno scugnizzo che del Napoli è l'unico napoletano; un grande tifoso e anche un ex bambino divenuto capitano e cresciuto nel mito di un Diego mai visto all'opera ma tatuato sulla pelle. Fa sensazione, altroché, e sebbene ricalchi un po' nei contorni la vicenda andata in malora tra Donnarumma e il Milan è di certo più intensa: Lorenzino è azzurro da sempre, da diciassett­e anni, e quando anche il rapporto sempre un po' complesso della città con i propri figli sembrava ormai prendere la piega giusta - definitiva­mente - è venuto fuori il problema del contratto. Di un matrimonio entrato in crisi in un momento di enorme crisi mondiale, a causa di vedute differenti. Entrambe legittime, per carità: Insigne aspira a un rinnovo con uno stipendio migliore rispetto ai 5 milioni di euro attuali, o magari a gestire da sé i diritti d'immagine, mentre il Napoli ha spiegato attraverso la voce di De Laurentiis di essere obbligato ad abbattere il monte ingaggi. Un'urgenza che proprio non si sposa con le richieste di aumento. Un muro.

LA VALUTAZION­E. Il presidente, comunque, aspetta di incontrare il capitano. O meglio: aspetta che lui finisca le vacanze a Ibiza e poi lo chiami, o magari gli parli in occasione del ritiro di Castel di Sangro, in agenda dal 5 al 15 agosto. La linea societaria è questa, almeno per il momento: poi, si vedrà. Gli scenari possibili, dicevamo, sono tre: accordo e rinnovo, magari attraverso un escamotage che potrebbe essere quello di spalmare l'ingaggio su più anni di contratto (anche se Lorenzo preferireb­be la gestione autonoma dell'immagine, un tabù dell'era De Laurentiis); una stagione a parametro zero, ipotesi che al Napoli non spaventa assolutame­nte, e poi ognuno per la propria strada; la cessione. La terza ipotesi, ovviamente, presupporr­ebbe l'offerta di un club interessat­o a Insigne, e sotto quest'aspetto la valutazion­e di partenza è 30 milioni di euro. Una trentina di milioni che però, in sede negoziale, potrebbero anche diminuire: e ciò significa che il prezzo giusto si aggira intorno ai 25 milioni di euro, magari raggiungib­ili con i bonus.

PRO E CONTRO. I margini di trattativa, insomma, esistono, anche perché non bisogna dimenticar­e che Lorenzo, al di là dell'indiscutib­ile valore, del talento e delle capacità tattiche resta un giocatore vicino alla scadenza. Ovvero: a gennaio potrà essere acquistato a zero. Di certo un vantaggio per lui in ottica-ingaggio, ma anche un ostacolo: di questi tempi è complesso trovare una società che a pochi mesi dallo svincolo si assuma i costi del cartellino e di un ingaggio che secondo le sue aspirazion­i dovrebbe superare i 5 milioni attuali. Molto complesso: per il momento, infatti, non si registrano offerte e piuttosto soltanto qualche richiesta di info recapitata al suo manager Pisacane da club di Premier, Liga e Ligue 1.

Il mancato accesso alla Champions ha i suoi risvolti e DeLa non transige

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