«Io, unica azzurra contro le ninja»
Sarà l'unica azzurra del tennistavolo ai Giochi, la sola a sfidare le giganti cinesi (le medaglie d'oro finora sono state una loro esclusiva). Debora Vivarelli vivrà l'esperienza olimpica con tutta sé stessa. Se l'è meritata, la numero 33 al mondo. Aveva conquistato le Olimpiadi già un anno fa, poi la pandemia ha complicato i piani.
La 28enne di Bolzano ha fatto il possibile per coronare un sogno rincorso sin da bambina. Era in prima elementare quando ha iniziato a prendere confidenza con le palline da ping pong, adesso lo fa all'interno del gruppo sportivo dell'esercito, giocando in Serie A per l'Appiano. Ha fatto diventare professione una delle sue grandi passioni. Un'altra è quella per la sua cagnolina Zoy, adottata nel 2016 da un rifugio di
Avellino assieme al futuro marito Gianluca Vallini, portiere di hockey dell'Asiago e della Nazionale. La data del matrimonio è ancora da fissare però, dipenderà dai vari impegni sportivi di entrambi, a partire appunto da Tokyo 2020. «Quando a giugno ho avuto l'ufficialità della mia presenza è stata un'emozione incredibile. Mi ha chiamato mia sorella la mattina, buttandomi giù dal letto e dicendomi: "Ce l'abbiamo fatta finalmente"».
Ha avuto paura di non farcela in questo anno e mezzo di attesa? «C’era tanta incertezza, non sapevamo come sarebbe andata. Un po' di timore c’è stato, ma fortunatamente è rimasto tutto come era».
È stata dura allenarsi in questo periodo?
«Ho potuto riprendere ai primi di maggio grazie anche all’aiuto dell’esercito. Ero abituata a fare tante gare, che non sono state possibili per un bel po’. Periodi così lunghi di allenamento non li facevo da anni. Purtroppo però a novembre ho avuto il Covid che mi ha ributtata per terra, cancellando quello che avevo fatto. Ci ho messo tanto a uscirne, ma ormai è da quasi due mesi che riesco ad allenarmi normalmente».
Che significa essere l'unica italiana nel tennistavolo ai Giochi? «Mi rende ancora più orgogliosa. Spero di essere un esempio per le ragazzine che si avvicinano a questo sport che sta crescendo».
Come si affrontano le cinesi? «Tra gli uomini magari c’è qualche chance in più. Nel nostro campo invece hanno sempre vinto loro. È durissima, quando ci giochi contro sembra di avere davanti una ninja. Ma è anche un'occasione per crescere e imparare, provando ad avvicinarsi al loro livello».
una medaglia è possibile? «L'obiettivo è scendere in campo per godermi la gara. Già arrivarci è stato un successo, tutto quello che verrà sarà di guadagnato. Se riesco a giocare serenamente, credo di poter anche fare qualcosa di buono. Un podio sarebbe un'impresa».
«Affrontare le cinesi è durissima, ma è anche un’occasione per crescere»