Corriere dello Sport

Lucia: Io non mi metto pressione

La promessa Bronzetti: «Ho iniziato a giocare tardi, nessuno si aspettava mai nulla da me»

- Di Paolo Vannini

La stiamo scoprendo ora, tanto che lei quasi si scusa: «Ho cominciato a giocare tardi, avevo già 10 anni. All'inizio facevo pochissimi tornei, e non vincevo quasi mai. Nessuno si aspettava nulla da me». Ma in questo periodo di attesa di ricambio generazion­ale, una ragazza che al primo torneo Wta arriva nei quarti, va seguita con tutta l'attenzione possibile. Oggi la riminese Lucia Bronzetti, classe 1998, ci riprova grazie alla wild card concessale al Palermo Ladies Open.

Lucia, come ricorda il suo primo incontro col tennis?

«Mi ha portato mia zia, avevo appena finito le elementari. Ma appena scoppiata la passione, mio padre Luigi, vigile del fuoco, ha cominciato a seguirmi. Per mia mamma Denise, che lavora in ufficio, era più complicato. Giravamo in camper perché la mia famiglia non è benestante e andare in giro per i tornei è dispendios­o. Ma è stato anche divertente, ospitavamo altre ragazze che come me muovevano i primi passi. Ho visitato tanti posti, più centri di tennis che musei e monumenti: perché quando perdi torni subito a casa o a cercare un altro torneo».

La svolta a 17 anni, vero?.

«Ho vinto la mia prima prova da 10.000 dollari a Sion in Svizzera e ho deciso di dedicarmi al 100% allo sport. Mi sono trasferita a Roma, per farmi seguire dai fratelli Piccari. Con loro c'è anche Karin Knapp. La Federazion­e mi ha aiutato con dei contributi e quest'anno dandomi le wild card per i maggiori tornei italiani».

Nel 2021 due titoli Itf da 15.000 dollari, 5 finali, l'ingresso nelle prime 250 del Mondo. A Losanna, dove passa le qualificaz­ioni, nei primi due match lascia 4 giochi alle avversarie e perde ai quarti dalla Zidansek che ha poi vinto il torneo ed era stata semifinali­sta al Roland Garros. Un sogno? «Non me l'aspettavo, non stavo neppure partendo, i tempi erano stretti ed ero stanca. Poi mi sono detta “è un'occasione, provo”. Ho avuto un po' di fortuna trovando al 1° turno una wild card, con la Blinkova (n.82) ho pensato a fare il mio gioco ed è andata bene».

A Palermo, dove mancano le migliori azzurre, viene dare continuità a questi progressi?

«Sì, ma non mi metto pressione, sono molto serena. E poi mi tocca un esordio subito tosto, domani contro la Tomova, testa di serie numero 5. Penso di essere una giocatrice che sa sia difendere che attaccare; mi adatto, ma spesso riesco a spostare il gioco verso i punti deboli delle rivali»

Il nostro settore femminile cerca le eredi del periodo d'oro. Che ne pensa?

«Tranne la Knapp, che secondo me senza gli infortuni poteva fare molto di più, non le ho conosciute direttamen­te. Ora la Errani la incontro nel circuito, la Vinci l'ho vista perché accompagna­va delle giovani che segue. Sono state degli esempi, di ciascuna mi piacevano delle qualità diverse che vorrei saper riportare in campo. Knapp e Pennetta la potenza, Errani tenacia e mentalità, Vinci e Schiavone le variazioni di gioco. Ma per tutto il movimento è da stimolo anche lo straordina­rio momento del tennis maschile, siamo fortunati ad averne tanti, è sempre bello se un italiano va in fondo come Berrettini».

Sa che il Country a Palermo ha portato spesso fortuna alle ragazze emergenti?

«Speriamo di proseguire la serie, sarebbe anche un modo per ringraziar­e il circolo dell'opportunit­à che mi ha concesso».

«So adattarmi e spesso sposto il gioco verso i punti deboli delle rivali»

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Lucia Bronzetti, 22 anni, genovese, è n.241 al mondo

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