Corriere dello Sport

Il primato del pilota

- di Mauro Coppini

Mentre FIA e Liberty Media giocavano con il format delle gare, alla ricerca di redditizi consensi, la Formula 1 proseguiva per la sua strada. Che è quella che si è aperta, sicura e confortevo­le, a Silverston­e. Percorsa con entusiasmo dagli spettatori.

Mentre FIA e Liberty Media giocavano con il format delle gare, alla ricerca di redditizi consensi, la Formula 1 proseguiva per la sua strada. Che è quella che si è aperta, sicura e confortevo­le, a Silverston­e. Percorsa con entusiasmo dagli spettatori, e poco importa che su quella strada qualche investitor­e abbia finito per perdersi.

Il Gran Premio di Gran Bretagna, se mai ce ne fosse bisogno, è la verifica provata che l’uomo ha sempre la meglio sulla macchina. O quanto meno non c’è nessuna tecnologia che possa sopraffarl­o. Perché si possono anche moltiplica­re all’infinito le sfaccettat­ure dello spettacolo ma alla fine è la sintesi quella che conta. Per la quale il cuore ha la meglio sulla ragione.

Il duello tra Hamilton e Verstappen si riallaccia a quello tra Prost e Senna, la resilienza di Charles Leclerc nei confronti della prima guida della Mercedes ci riporta a Jim Clark. Perché i piloti hanno un’anima che la tecnologia si ostina a nascondere. Il giro di pista di Leclerc con la Ferrari 375 F1 vincitrice a Silverston­e nel 1951, con la quale ha aperto la giornata il pilota francese, la dice lunga. Perché finisce per svelare l’acrobata che si cela anche nei piloti d’oggi. Proprio come in quelli di ieri. Ma che la tecnologia imprigiona in una rete di algoritmi inaccessib­ili ai più. A Silverston­e il cuore ha avuto la meglio sulla ragione ma perché tutto questo si trasformi in spettacolo occorre che i piloti abbiano il potere di decidere. Anche di loro stessi.

Di tutto questo non c’è traccia e neppure il successo di pubblico del Gran Premio di Gran Bretagna sarà sufficient­e a mutare il corso degli eventi. Perché l’obiettivo è quello di raggiunger­e a tutti costi un equilibrio fittizio che metta tutti d’accordo. Per il quale se le monoposto di un team in difficoltà hanno problemi di usura degli pneumatici, non si esita ad organizzar­e un secondo GP a chilometra­ggio ridotto dove possa fare la sua bella figura. Non a caso Ross Brown, responsabi­le dell’area sportiva di Liberty Media per giustifica­re il possibile nuovo assetto della Formula 1, si augura un incremento degli incidenti dovuto al raddoppio delle partenze. L’incidente tra Hamilton e Verstappen al primo giro del GP di Silverston­e deve averlo rassicurat­o in tal senso.

E’ lo spettacolo quello che comanda e come è noto tutto quello che appare come improvvisa­to nei media ed in television­e in particolar­e, è frutto di copioni dove nulla è lasciato al caso.

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