Koulibaly, leader silenzioso che ha conquistato Luciano
Kalidou ha un carisma speciale ma può essere una delle cessioni eccellenti per questioni di bilancio Il tecnico: «Dipendesse da me...»
Kalidou Koulibaly è una delle speranze del Napoli di Spalletti. Ovvero: il nuovo allenatore spera giustamente, legittimamente, che il suo miglior difensore non vada via. «Dipendesse da me...», ha detto il signor Luciano in occasione della prima chiacchierata da ritiro andata in scena a Dimaro qualche giorno fa. Ecco: il problema è che non dipende da lui, neanche un po', soprattutto perché Kouly ha spiegato al presidente di voler provare una nuova esperienza, fermo restando l'assenza di proposte ritenute adeguate. Sì, al momento il suo manager Ramadani ha recapitato un'offerta da 30 milioni di euro firmata Manchester United, ma De Laurentiis l'ha rispedita al mittente con tanto di thank you very much: grazie tante ma non bastano, non sono sufficienti. E quindi? Nulla: Kalidou continua a lavorare e a giocare con la consueta nonchalance e Spalletti nel frattempo incrocia le dita. E attende: ne ha parlato come un leader, un leader vero, e a dirla bene i compagni di squadra guardano a lui con rispetto e grande stima. Ieri, poi, la standing ovation: il popolo azzurro di Carciato lo ha osannato scandendone il nome a ripetizione dopo l'allenamento, e ciò vuol dire che a sperare nella sua permanenza sono in tanti. Facciamo tutti. A coté, un social video che fa ben sperare: Koulibaly che canta un brano del rapper Clementino in lingua, in dialetto, e alla fine urla: «Sono napoletano!». Un guaglione.
LA FORZA DEL SILENZIO. E allora, il totem. Uno degli uomini sdoganati immediatamente da Spalletti anche sotto il profilo dell'importanza all'interno del gruppo: se di Insigne ha detto che ha visto - anzi sentito al telefono - il capitano che si aspettava, di Kalidou ha elogiato la forza e l'intensità del silenzio. «Nello spogliatoio rispettano tutti questa presenza anche se lui resta in silenzio: per quello che ha dimostrato e imposto senza dire nulla. È uno che tutti vorrebbero avere, un vice capitano». Null'altro da aggiungere e via a districare questo grande, enorme nodo di mercato: un paletto, un muro tra un presente fatto di lavoro quotidiano e un futuro da costruire e soprattutto scoprire. La storia è molto semplice, estremamente evidente: Koulibaly sposta gli equilibri e fa la differenza in un senso o nell'altro. Determina e decide se c'è e anche se non c'è.
QUADRO MERCATO. Per il momento, dicevamo, l'offerta spedita al Napoli e poi rispedita al mittente è quella di un antico amatore del genere: il Manchester United. Un club che nello spazio di due anni ha proposto prima 102 milioni di euro - rifiutati nel 2019 - e poi 30. Una settimana fa o giù di lì, attraverso il manager del difensore: considerando che De Laurentiis lo valuta almeno 50 milioni, la risposta è stata scontata. In un solo concetto: Kalidou non è incedibile ma non sarà svenduto. E d'accordo, è vero che lui guadagna oltre 6 milioni di euro a stagione e il club azzurro vuole assolutamente abbattere il monte ingaggi, ma uno del suo livello, come ha detto Spalletti, non può essere facilmente sostituito. Più che mai dopo la consacrazione da leader.
KK in un social video canta un brano di Clementino e urla: «Sono napoletano!»