Corriere dello Sport

Il pressing di Sarri Vuole una Lazio con più cattiveria

«Difendiamo avanti, non indietro» Il tecnico non del tutto soddisfatt­o al lavoro per una squadra offensiva

- Di Daniele Rindone

Sarri non è contento perché non s’accontenta, dopo dieci giorni di ritiro sta chiedendo di più. Al Chelsea e alla Juve non l’hanno seguito. La Lazio vuole e può esaudirlo. Deve alzare il baricentro, deve cambiare mentalità e marcia, deve sprigionar­e pressing, votarsi al possesso palla, accelerare il palleggio. Mau sta cercando di dotare la squadra di una personalit­à che accenda il gioco, non solo di una nuova anima tattica. «Più cattivi!», urla e riurla. I suoi squilli caricano e agitano i cuori dei laziali presenti sugli spalti dello stadio Zandegiaco­mo, incalliti frequentat­ori, ascoltator­i e “guardoni” alle lezioni sarriste. «La miglior difesa è l’attacco», nel decalogo di Mau questa frase, che può sembrare banale, rende l’idea di gran parte del suo manifesto calcistico. La ricorda continuame­nte ai suoi uomini. Vuole una Lazio grandi schemi, con difensori avanzati e aggressivi, con centrocamp­isti e un tridente arrembanti. «Difendiamo in avanti e non indietro», è una delle leggi sacre imposte alla squadra dall’inizio, sottolinea­ta a gran voce dopo la prima amichevole contro i dilettanti della Top 11 del Cadore, sparring partner per mettere alla prova i concetti sarristi. Manca solo che Sarri la faccia scrivere sui cartelloni pubblicita­ri a bordocampo.

LA SCOSSA. Mau insiste ogni giorno, alla Lazio dice e ripete che il pressing dev’essere martellant­e. «Facciamo fatica a pressare. Mangiamo 20 metri in avanti il più velocement­e possibile», è un’altra delle sottolinea­ture più marcate dal tecnico dopo la prima uscita. La Lazio vista all’opera nei 45 minuti iniziali contro la Top 11, pur essendo imbottita di big (Luiz Felipe e Radu, Leiva, Milinkovic e Muriqi), faticava ad attuare le direttive trasmesse nella prima settimana di allenament­o. La seconda Lazio, con Lazzari, Escalante play, Luis Alberto e Caicedo tra big si era espressa meglio, secondo le leggi sarriste. Anche nell’allenament­o di domenica pomeriggio il tecnico ha notato atteggiame­nti tattici diversi da ciò che chiede. Il processo è lungo, serve tempo. In più, a causa dei blocchi di mercato, nonostante gli sforzi della società che gli ha affidato Hysaj e Felipe Anderson (tra i nuovi titolari), la squadra è ancora incompleta per le assenze di Ciro e Acerbi, di un’altra ala (Brandt del Borussia Dortmund la prima opzione) e di almeno una mezzala (il sogno è Basic del Bordeaux). In difesa valutazion­i aperte per l’arrivo di un centrale in più.

IL SECONDO TEST. Le lezioni ieri sono arrivate al decimo giorno. Sarri è curioso di rivedere la Lazio all’opera, lo farà alle 18,30. C’è in programma il secondo test contro il Fiori Barp Sospirolo (squadra di Prima categoria, forse ripescata in Promozione), il match sarà trasmesso su Lazio Style Radio e Lazio Style Channel. Alla vigilia Mau ha provato queste due formazioni. I celesti: Reina; Marusic, Vavro, Radu, Kamenovic; Akpa Akpro, Leiva, Cataldi; Felipe Anderson, Muriqi, Moro. Reina ha smaltito l’affaticame­nto. Kamenovic è stato utilizzato per la prima volta a sinistra, in precedenza sempre da centrale. Mancava Fares, per lui fisioterap­ia. Ecco gli arancioni: Strakosha; Lazzari, Luiz Felipe, Patric, Hysaj; Milinkovic, Escalante, Luis Alberto; Adekanye, Caicedo, Jony. Quest’ultimo, come Reina, è rientrato in gruppo dopo un giorno di stop. La partitella di fine giornata si è chiusa 2-1 per i celesti: gol di Muriqi e Felipe, Milinkovic per gli arancioni.

Contro il Fiori Barp Sospirolo servirà maggiore velocità nel palleggio

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GETTY IMAGES Maurizio Sarri 62 anni nel ritiro di Auronzo di Cadore cerca di dare un volto nuovo alla Lazio dopo la fine dell’era Inzaghi Il tecnico arriva con in bacheca un’Europa League e uno scudetto

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