Il caso divide ma molti club corrono da soli
Figc e Fmsi spingono perché tutti giocatori ricevano le due dosi entro l’inizio della Serie A, fra un mese
Il mondo del calcio fa i conti con il tema legato all’obbligo vaccinale. Non solo personale scolastico, lavoratori della pubblica amministrazione e altre categorie, ma anche i calciatori sono finiti al centro del dibattito dopo il caso del focolaio scoppiato in casa Spezia con la presenza di due giocatori no-vax. A tutela della salute e per evitare casi simili o situazioni paragonabili a quanto accaduto durante la scorsa stagione, sia la Federcalcio sia la Federazione Medico Sportiva Italiana auspicano che tutti gli atleti completino il ciclo con la doppia dose al più presto, durante i ritiri pre stagionali o al massimo entro l’inizio della Serie A. Il prossimo campionato partirà nel weekend tra il 21 e il 22 agosto, quasi tra un mese esatto, quindi non c’è tanto tempo visto che tra la prima e la seconda iniezione devono passare tre o al massimo quattro settimane. L’esempio pilota da seguire rimane quello messo in pratica dalla Figc con la Nazionale in occasione degli ultimi Europei, dove sia i giocatori sia lo staff sono stati vaccinati per affrontare il torneo in sicurezza e senza brutte sorprese.
DIVISIONI. Il tema, non solo per il mondo del calcio, resta ampiamente divisivo. Nel Governo
in carica e tra le forze politiche in campo c’è grande discussione sull’estensione e sui limiti dell’obbligo vaccinale. Di conseguenza per molti è come se il mondo dello sport avesse le mani legate in assenza di una specifica normativa che estenda l’obbligatorietà a determinate categorie su tutto il territorio nazionale. Per il momento in Italia l’obbligo vaccinale vige soltanto per il personale sanitario, come da art. 4 del decreto legge n° 44/2021, ma non è escluso che possano aggiungersi nuove categorie. Intanto diverse squadre di Serie A stanno spingendo sull’acceleratore per vaccinare gli atleti, come dimostra la scelta della Roma (che ha deciso di coinvolgere tutto il personale, non solo i calciatori) o l’iniziativa autonoma del Genoa, che in accordo con la Regione Liguria ha sottoposto l’intera rosa alla prima dose Pfizer lo scorso 9 luglio presso l’Ospedale San Martino. Per i liguri, a tre settimane di distanza, arriverà poi il momento della seconda dose per completare il ciclo.
Altri club, invece, stanno procedendo con le vaccinazioni attraverso il programma agevolato predisposto dalla Federazione, come fatto da Bologna, Empoli, Fiorentina e Milan. In ballo c’è la salute dei calciatori e la credibilità del prossimo campionato, visto quanto accaduto la stagione scorsa con i famigerati interventi delle Asl e soprattutto in considerazione dei 170 casi di positività registrati in A da inizio pandemia.
GREEN PASS. Inoltre, a proposito di obbligatorietà, nelle prossime ore il Comitato tecnico scientifico consegnerà un documento al Governo in vista dell’approvazione del decreto che renderà obbligatorio il green pass per accedere in tutti i luoghi pubblici affollati, compresi ovviamente gli stadi. Una volta sentite le regioni, poi l’esecutivo preparerà il decreto che prevede il rilascio della certificazione verde solo a chi ha completato il ciclo vaccinale. La misura potrebbe essere operativa già dalla fine di luglio. Sul fronte stadi bisognerà invece decidere la percentuale di spettatori ammessi sin dalla prima giornata: è probabile che si cominci con un 50 per cento della capienza, per poi innalzare la soglia compatibilmente con l’evoluzione della situazione epidemiologica in tutto il Paese. Insomma, il tema resterà attuale ancora per molto.
Il Genoa ha già fatto vaccinare l’intera rosa: a breve anche la seconda dose