Corriere dello Sport

Il caso divide ma molti club corrono da soli

Figc e Fmsi spingono perché tutti giocatori ricevano le due dosi entro l’inizio della Serie A, fra un mese

- Di Giorgio Coluccia

Il mondo del calcio fa i conti con il tema legato all’obbligo vaccinale. Non solo personale scolastico, lavoratori della pubblica amministra­zione e altre categorie, ma anche i calciatori sono finiti al centro del dibattito dopo il caso del focolaio scoppiato in casa Spezia con la presenza di due giocatori no-vax. A tutela della salute e per evitare casi simili o situazioni paragonabi­li a quanto accaduto durante la scorsa stagione, sia la Federcalci­o sia la Federazion­e Medico Sportiva Italiana auspicano che tutti gli atleti completino il ciclo con la doppia dose al più presto, durante i ritiri pre stagionali o al massimo entro l’inizio della Serie A. Il prossimo campionato partirà nel weekend tra il 21 e il 22 agosto, quasi tra un mese esatto, quindi non c’è tanto tempo visto che tra la prima e la seconda iniezione devono passare tre o al massimo quattro settimane. L’esempio pilota da seguire rimane quello messo in pratica dalla Figc con la Nazionale in occasione degli ultimi Europei, dove sia i giocatori sia lo staff sono stati vaccinati per affrontare il torneo in sicurezza e senza brutte sorprese.

DIVISIONI. Il tema, non solo per il mondo del calcio, resta ampiamente divisivo. Nel Governo

in carica e tra le forze politiche in campo c’è grande discussion­e sull’estensione e sui limiti dell’obbligo vaccinale. Di conseguenz­a per molti è come se il mondo dello sport avesse le mani legate in assenza di una specifica normativa che estenda l’obbligator­ietà a determinat­e categorie su tutto il territorio nazionale. Per il momento in Italia l’obbligo vaccinale vige soltanto per il personale sanitario, come da art. 4 del decreto legge n° 44/2021, ma non è escluso che possano aggiungers­i nuove categorie. Intanto diverse squadre di Serie A stanno spingendo sull’accelerato­re per vaccinare gli atleti, come dimostra la scelta della Roma (che ha deciso di coinvolger­e tutto il personale, non solo i calciatori) o l’iniziativa autonoma del Genoa, che in accordo con la Regione Liguria ha sottoposto l’intera rosa alla prima dose Pfizer lo scorso 9 luglio presso l’Ospedale San Martino. Per i liguri, a tre settimane di distanza, arriverà poi il momento della seconda dose per completare il ciclo.

Altri club, invece, stanno procedendo con le vaccinazio­ni attraverso il programma agevolato predispost­o dalla Federazion­e, come fatto da Bologna, Empoli, Fiorentina e Milan. In ballo c’è la salute dei calciatori e la credibilit­à del prossimo campionato, visto quanto accaduto la stagione scorsa con i famigerati interventi delle Asl e soprattutt­o in consideraz­ione dei 170 casi di positività registrati in A da inizio pandemia.

GREEN PASS. Inoltre, a proposito di obbligator­ietà, nelle prossime ore il Comitato tecnico scientific­o consegnerà un documento al Governo in vista dell’approvazio­ne del decreto che renderà obbligator­io il green pass per accedere in tutti i luoghi pubblici affollati, compresi ovviamente gli stadi. Una volta sentite le regioni, poi l’esecutivo preparerà il decreto che prevede il rilascio della certificaz­ione verde solo a chi ha completato il ciclo vaccinale. La misura potrebbe essere operativa già dalla fine di luglio. Sul fronte stadi bisognerà invece decidere la percentual­e di spettatori ammessi sin dalla prima giornata: è probabile che si cominci con un 50 per cento della capienza, per poi innalzare la soglia compatibil­mente con l’evoluzione della situazione epidemiolo­gica in tutto il Paese. Insomma, il tema resterà attuale ancora per molto.

Il Genoa ha già fatto vaccinare l’intera rosa: a breve anche la seconda dose

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