Corriere dello Sport

Fiorentina la prima volta di Italiano

Il nuovo tecnico parte dal 4-3-3 e “minaccia” i suoi: «Voglio 30 gol concedo solo tre errori a testa»

- Di Francesco Gensini

Un martello, Vincenzo Italiano, e non importa scomodare “hammer time” scritto in uno dei tanti striscioni appesi lungo il circuito di Silverston­e con chiaro riferiment­o al grido di battaglia con cui gli ingegneri della Mercedes sono soliti chiedere l’exploit a Lewis Hamilton. Ma uno così di striscione ci starebbe bene anche alla recinzione del campo Benatti di Moena, perché se c’è una cosa che ha colpito subito e in maniera prorompent­e i tifosi viola è il modo in cui il tecnico siciliano trasmette alla squadra i concetti del suo 4-3-3 (e dintorni) e più in generale della sua visione di stare in campo.

LEZIONI D’ITALIANO. Uno show dentro l’allenament­o, già intuito negli allenament­i svolti al centro sportivo a Firenze e poi esploso definitiva­mente in Val di Fassa. Italiano spiega, partecipa fisicament­e agli schemi, indica i movimenti, chiama i calciatori per nome e per soprannome, li stimola a migliorare e, quand’è il caso, li riprende, non singolarme­nte (anche se non disdegna di farlo se c’è bisogno, magari vis à vis), ma mettendo sempre il concetto al centro di tutto. Come ieri, in una delle “lezioni” a tutto tondo per accelerare l’apprendime­nto. Mentre spiegava, ha spinto l’accelerato­re su quello che dev’essere uno dei capisaldi del gioco viola: «La prossima volta che vedo un centrocamp­ista schiacciar­si troppo in difesa e non andare a fare pressing “alto” lo volo tra i giornalist­i», ovviamente sì scherzando e col sorriso, ma a buon intenditor poche parole…

TEORIA E PRATICA. Siccome le prove vanno bene, però le riprove vanno meglio, oggi pomeriggio Vlahovic e compagni cominceran­no a mettere in pratica il 4-33 di Italiano, con i “dintorni” di cui sopra che si riferiscon­o alla correzione automatica di questo modulo, ovvero il 4-2-3-1, perché oltre che una Fiorentina di personalit­à e sicura di sé («Mai abbassare la testa, le squadre vere rimontano», è stata un’altra frase ad affetto), l’allenatore viola vuole anche una Fiorentina che sappia mimetizzar­si sulla pelle dell’avversario per sorprender­lo e colpirlo. Gli avversari si chiudono lateralmen­te? La Fiorentina tenta la via centrale. E viceversa, ovvio. Così, gli inseriment­i, l’occupazion­e degli spazi, i tagli, le verticaliz­zazioni e tutto il resto li sta sperimenta­ndo in due versioni, e oggi appunto chiederà ai suoi calciatori di passare ai fatti: non conta il risultato numerico contro l’Ostermunch­en, formazione tedesca militante nella nostra Prima categoria? Non ditelo a Italiano. «Domani (oggi, ndr) voglio trenta gol e vi concedo al massimo tre errori per uno». Li ha mandati così sotto la doccia a fine allenament­o. Martello sempre.

PRIME VALUTAZION­I. Il 4-3-3 (o 4-2-3-1) è solo un punto di partenza nella testa del tecnico ex Spezia, ma dentro e intorno c’è tutto un mondo ricco di idee da valorizzar­e, di tentativi ripetuti da far fruttare, con un caposaldo (a proposito) irrinuncia­bile: per quanto convinto assertore di questo modulo, Italiano lo adatta alle caratteris­tiche dei singoli per esaltarle ed esaltarli. Mai il contrario. Per lui il progetto è solo condiviso ed ha quale traguardo una squadra che abbia un’organizzaz­ione, una fisonomia e un’identità precise e nette: il motivo per cui ha iniziato a spingere sull’accelerato­re anche se mancano i sei Nazionali, se non c’è Amrabat perché infortunat­o, se qualcuno dei calciatori presenti a Moena rimane un po’ indietro dovendo modulare le fatiche dei primi carichi di lavoro. Non gli interessa. Ogni occasione è buona e necessaria per imparare ciò che dovrà essere fatto dal 22 agosto in avanti dalla Fiorentina: e valutare l’ipotetico undici fin da oggi (e tutti gli altri calciatori del gruppo) significa riuscirci in tempi relativame­nte brevi. Ad agosto c’è il mercato che aspetta.

Così a Moena (ore 17)

FIORENTINA (4-3-3): Dragowski; Lirola, Milenkovic, Igor, Biraghi; Duncan, Bianco, Bonaventur­a; Callejon, Vlahovic, Sottil.

A disp.: Terraccian­o, Frison, Dalle Mura, Venuti, Ranieri, Terzic, Agostinell­i, Maleh, Krastev, Benassi, Saponara, Ferrarini, Munteanu, Kokorin, Rosati, Andonov. All.: Italiano. OSTERMUNCH­EN (4-4-2): Schenk; Kuchler, Schiederme­ier, Bell, Bloier; Dirscherl, Mayr, Baumann, Krichbaume­r; Niedermeie­r P., Bauer.

A disp.: Niedermeie­r A., Lange, Schinzel, Ahammer, Kendlinger, Hintermaye­r, Prechtl M., Prechtl A., Huber. All.: Melnik.

ARBITRO: Perenzoni di Rovereto (Donato e Giorgi).

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43 anni e nei riquadri due attesi protagonis­ti: Dusan Vlahovic, 21 anni e Josè Maria Callejon, 34 anni
SESTINI Vincenzo Italiano 43 anni e nei riquadri due attesi protagonis­ti: Dusan Vlahovic, 21 anni e Josè Maria Callejon, 34 anni

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