Corriere dello Sport

Il sincronett­o Minisini è deluso «Avrei voluto gareggiare anche io»

«Ma le cose sono cambiate e mi accontento: prima non potevo partecipar­e agli Europei e ai Mondiali»

- Di Paolo de Laurentiis

Alla fine un po’ di rammarico esce fuori, sempre con il suo modo educato e garbato di dire le cose: «Visto che c’è la tendenza ad allargare, potevano fare un ultimo sforzo e far partecipar­e anche noi…». Giorgio Minisini, 25 anni, è il ritratto della calma olimpica, anche se probabilme­nte i cinque cerchi non li vedrà mai. La parità sportiva uomo-donna è una delsibilit­à le missioni del Comitato Olimpico Internazio­nale eppure qualcuno ci ha rimesso. O meglio: non è stato “premiato” come forse avrebbe meritato. Lui, come gli atleti che rappresent­a.

Minisini, primo “sincronett­o” in un mondo totalmente al femminile, ha fatto la sua battaglia al contrario e solo per questo merita grande rispetto. Una mosca bianca all’inizio, datato 2009: 12 anni fa. Ci vorrebbe la macchina del tempo per rivivere con gli occhi e la sendi oggi quello che ha passato lui, allora tredicenne, ragazzo che inseguiva sempliceme­nte il sogno di fare lo sport che preferiva. Figlio della ex sincronett­a Susanna e di Roberto, giudice internazio­nale di sincronizz­ato, Giorgio si è appassiona­to subito. E passione è l’unico termine adatto: perché di gloria neanche a parlarne. A quei tempi non poteva sognare nessun tipo di medaglia internazio­nale, l’inno, il tricolore.

Per fortuna il mondo (almeno una parte) va avanti e la prima svolta arriva nel 2015, quando il due misto viene ammesso ai campionati del mondo di Kazan: Giorgio gareggia in coppia con Manila Flamini nel duo tecnico e assieme a Mariangela Perrupato nella prova libera. Tornano dalla Russia con un bronzo, un argento e la sensazione di aver aperto una breccia. Arrivano altre due presenze mondiali (oro e argento nel 2017, doppio argento nel 2019), quattro argenti in due edizioni degli Europei.

L’inseriment­o nel programma olimpico sarebbe la ciliegina sulla torta. Invece niente. Minisini ha passato gli ultimi giorni ad alle

narsi con la squadra di sincro tutta femminile che scenderà in acqua a Tokyo. «Devo essere sincero: io non mi sento privato di qualcosa, anche se mi dispiace non esserci. Vedo il bicchiere mezzo pieno: fino a poco tempo fa non potevo partecipar­e né agli Europei né ai Mondiali. Le cose sono cambiate e mi accontento».

Zero acredine nelle sue parole e per le scelte del Cio: «Farò un tifo scatenato per le mie compagne, sono contento che siano state introdotte discipline miste e anche nuove (quattro a Tokyo: surf, arrampicat­a, skate, karate, ndr). E’ importante che ci sia una visione più ampia dello sport». Ampia ma non ancora abbastanza.

«Vedo il bicchiere mezzo pieno: ora farò un tifo scatenato per le mie compagne»

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LAPRESSE Giorgio Minisini, 25 anni, nel 2015
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GETTY Giorgio Minisini in acqua insieme con Manila Flamini ai Mondiali di Budapest 2017

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