Le gare miste: che spettacolo grazie al judo!
La battaglia per la parità di genere, come ogni brava rivoluzione, non è un pranzo di gala. Piuttosto un fiume in piena che prima o poi arriva a destinazione.
Già, ma se iniziassimo queste righe parlando di equitazione ci daremmo subito la zappa sui piedi. Lì sono abituati alle gare "miste", alle competizioni con uomini e donne spalla a spalla. Anzi, sono talmente avanti che uno degli interrogativi preferiti dagli appassionati è il seguente: «Il cavallo si trova meglio se montato da un cavaliere o da un'amazzone?» Nessuna quota rosa, nessuna azzurra. Ed è più o meno questo il motto che a Tokyo 2020(+1) porterà tante discipline a delle autentiche rivoluzioni.
POVERO TENNIS. Uomini e donne sono consuetudine anche nel doppio misto del tennis, che tuttavia ha avuto uno strano feeling con i Giochi. Nel programma olimpico da Parigi 1900 a Parigi 1924, infine fuori dal '28 in poi come del resto tutto il tennis. Ma mentre singolari e doppi tornavano ad assegnare medaglie a Seul '88, il misto doveva attendere fino a Londra 2012.
Sì, strano il feeling con i Giochi, tanto che la lista dei forfait è piena di nomi altisonanti (su tutti Federer, Nadal, Berrettini, Serena Williams...) e il ruolo di ambasciatore della parità per il mixed sarà piuttosto stemperato. Doppio misto è anche quello del badminton (che a Tokyo non vedrà azzurri in gara) e del tennistavolo (idem, c'è soltanto Debora Vivarelli nel singolare femminile).
MIRA PRECISA. Il doppio misto è semplicemente "mixed" nel trap del tiro a volo. E per l'Italia è sinonimo di presente e passato che torna con la portabandiera azzurra Jessica Rossi e l'ex marito Mauro De Filippis. Insieme hanno vinto anche in Coppa del Mondo. Giusto un pugnetto "pandemic style" per festeggiare.
Maschi e femmine insieme pure nella pistola e nella carabina 10 metri del tiro a segno, disciplina che vedrà in pedana la diciottenne Sofia Ceccarello e una ct (peraltro storica): Valentina Turisini.
Novità dunque nel tiro. Ma le miste lo sono in quasi tutte le discipline. Senz'altro nel tiro con l'arco, con un maschietto e una femminuccia per parte (i migliori) nella neonata gara a squadre pure qui a caccia dei favoriti coreani.
Non è nuova invece nella vela. E qui occhi puntati sul Nacra 17 di Ruggero Tita e Caterina Banti che promette il massimo a un movimento che non vede una medaglia dal 2008.
JUDO! Le staffette miste di atletica (sulla distanza del 4x400), nuoto (4x100 mista anche nello stile) e triathlon (in versione ristretta da 300 metri a nuoto, 7 km in bici e 1,9 km di corsa), tutte al debutto olimpico, sono spettacolo puro e anche occasioni che l'Italia può prendere al volo. Ma la gara a squadre uomini+donne che davvero stupisce è quella prevista nel judo. Tre uomini, tre donne, sei categorie di peso; vince la prima squadra che arriva a quattro confronti vinti; match supplementare in caso di pareggio. E uno show già l'abbraccio iniziale tra i team.
POCO SINCRONIZZATO. Il Cio ha fatto molto sulla parità di genere, ma nel nuoto artistico (ex sincronizzato) si è fermato sul più bello, procrastinando forse al 2028 il debutto dei sincronetti. Uomini esclusi, sembra quasi una legge del contrappasso.
Per fortuna c'è la cerimonia inaugurale con un uomo e una donna portabandiera. A guidare l'ingresso nell'Olimpiade più importante, complicata e - chissà giusta di sempre.
Tre uomini, tre donne, sei categorie di peso: show già all’abbraccio iniziale