Ferrari con fiducia verso la pista amica
Cresce l’autostima per Budapest Binotto sulle novità 2022: «Dubito che potremo vedere più sorpassi»
La Ferrari guarda avanti e a questo punto vede rosa. Silverstone ha corroborato l’autostima, nel senso della convinzione di aver capito come affrontare e risolvere i problemi. Al di là della quasi vittoria di Charles Leclerc e della rimonta con handicap al pit stop di Carlos Sainz, lo ha dimostrato il fatto che la Ferrari, temendo di doverle prendere di santa ragione com’era avvenuto in Francia a Le Castellet – circuito con caratteristiche analoghe al santuario britannico della velocità – abbia fatto bene i compiti a casa risolvendo uno dei suoi maggiori patimenti: lo scivolamento delle gomme anteriori, con conseguente usura anomala e quel che ne consegue. Ed è riuscita ancora una volta a far funzionare la macchina appena messa giù in pista, senza troppo patire nelle brevi prove libere.
CHI TRUCCAVA. «Ci siamo concentrati lavorando sul simulatore alla soluzione del problema», ha spiegato Mattia Binotto. Poi c’è stato un altro elemento che le rivali di Maranello hanno fatto fatica a digerire.
Parliamo dell’introduzione delle Pirelli con una struttura della carcassa preparata per le ribassate del 2022, soluzione anticipata in fretta e furia per evitare che i furbi si mettessero a giochicchiare con l’abbassamento delle pressioni delle gomme posteriori. La novità ha colpito soprattutto la Red Bull, ma anche la Mercedes, molto più rispetto alla Rossa che evidentemente su quel fronte si comportava correttamente (oggi a te, ieri a me: la direttiL’incidente va tecnica sui motori 2019 aveva colpito pesantemente la Ferrari, lei nel ruolo più furbesco in quell’occasione).
L’andamento è indicato chiaramente anche dai numeri: il Cavallino ha mostrato un buon passo di gara in cinque dei dieci gran premi finora disputati (Spagna, Monaco, due in Austria e Silverstone) e, tra questi, gli ultimi tre sono stati consecutivi. Mentre nel Mondiale costruttori Maranello ha finora messo da parte 148 punti, esattamente il doppio rispetto ai primi dieci GP del 2020, e 26 in più rispetto a quell’intera disgraziata stagione.
CONFERMA A BUDAPEST. Se ora riuscisse ad aggiungere alla serie l’imminente Gran Premio d’Ungheria (1 agosto) su pista tortuosa e probabilmente calda – pane per i denti della SF21 – potrebbe affrontare la sosta estiva in una posizione incoraggiante per il resto del Mondiale.
Tutto questo non si tradurrà in un trend valido anche nel 2022, scopriremo solo allora se purtroppo o per fortuna. Le macchine a effetto suolo – prototipo appena svelato e risultato deludente da un punto di vista estetico – saranno troppo diverse da quelle attuali per far immaginare una conferma degli equilibri. La Ferrari (come gli altri) vuole approfittarne e Binotto, come visione generale, ci prepara al peggio: «Macchine molto vincolate, ci sarà poco spazio per l’inventiva e dunque credo che saranno un po’ tutte uguali tra loro. Né sono convinto che aumenteranno i sorpassi».
Avesse ragione sarebbe un bel guaio per il prodotto Formula 1 dopo la rivoluzione architettata a questo scopo, oltre che per risparmiare.