Corriere dello Sport

Verstappen non perdona, ma Hamilton tende la mano: «Troviamo un equilibrio»

Insulti razzisti dopo l’incidente tra Max e Lewis: la Formula 1 si mobilita «Da queste esperienze si cresce» Distrutta la vettura dell’olandese che ha subito danni per un milione

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di Silverston­e ha dato ai leoni da tastiera il pretesto per rivolgere a Lewis Hamilton insulti razzisti e questo è un problema non suo né della Mercedes o della Formula 1, ma di noi tutti.

LA CONDANNA. Formula 1, FIA, Mercedes e la stessa Red Bull – coinvolta come contropart­e sul fronte sportivo, ma intervenut­a a difesa dell’uomo – hanno emesso un comunicato con la più ferma condanna di quanto è accaduto: «Queste persone non devono avere posto nel nostro sport».

Un’iniziativa purtroppo necessaria per chiarire le idee a chi chiare non le ha.

L’INCIDENTE. Poi, certo, se parliamo dell’incidente e dei suoi sviluppi, le parti sono rimaste sulla loro posizione. Molte curve ancora assisteran­no, quest’anno, a crudi confronti tra i due, ma la Copse di Silverston­e ha svelato a entrambi una nuova realtà: Hamilton ha dovuto alzare l’asticella per stare al passo di un Verstappen sempre più aggressivo e una Red Bull sempre più veloce, e ha fatto ingresso nel terreno per lui inesplorat­o delle malizie scorrette.

Max Verstappen, dal canto suo, è stato protagonis­ta del primo serio incidente della carriera, e ora sa cosa succede ipotizzand­o che Hamilton possa spostarsi per lasciargli spazio.

COSA CAMBIA. Come si comportera­nno i due nel prossimo ruota a ruota, alla luce del traumatico evento di Silverston­e, lo scopriremo presto. Intanto l’olandese, dimesso nella notte di domenica dall’ospedale dopo le rassicuraz­ioni degli accertamen­ti neurologic­i, ha duramente condannato il comportame­nto del rivale anche a fine gara: «Con me in ospedale, certi festeggiam­enti sono stati irrispetto­si e antisporti­vi».

Hamilton per contro, dopo una prima opinione rigida («Non vedo perché dovrei chiedergli scusa; eravamo lì a correre, capita»), ha teso una mano: «Dovremmo crescere e imparare da queste esperienze, raramente in certi incidenti la colpa è di uno solo – ha osservato – Ritengo che Max sia tra i piloti più aggressivi, ovviamente fa un ottimo lavoro, ma credo che entrambi dovremo cercare di trovare un equilibrio in pista, con lo spazio e il rispetto reciproco, per continuare a lottare senza scontrarci».

Una dichiarazi­one d’intenti che lascia ora la palla nel campo di Verstappen.

SALVATO DAL RITIRO. Intanto Andrew Showlin, tattico della Mercedes, ha ammesso come la bandiera rossa abbia salvato il suo pilota dal ritiro: «Nella toccata con la Red Bull il cerchio anteriore sinistro si era danneggiat­o, e se la gara non fosse stata fermata Lewis sarebbe stato costretto a ritirarsi».

Ed è la seconda volta in questa stagione, dopo la sospension­e di Imola dopo la collisione Bottas-Russell: in quell’occasione Hamilton aveva potuto rientrare in gara (salvando i 18 punti del secondo posto) dopo essersi insabbiato alla Tosa.

Comunque registriam­o che il campione ha cominciato a giocare sporco come lo Schumacher dei tempi belli, incassando i dividendi dell’ingenuità di Verstappen, il quale tradito dal suo ego s’è cacciato nei guai da solo. Ha distrutto la Red Bull (un milione di euro di danni, forse più) e tre quarti del vantaggio faticosame­nte costruito in classifica.

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 ??  ?? Qui Max Verstappen vittima dell’incidente. A sinistra Lewis Hamilton in ginocchio protesta contro il razzismo
Qui Max Verstappen vittima dell’incidente. A sinistra Lewis Hamilton in ginocchio protesta contro il razzismo
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